La war on drugs e’ fallita. British Medical Journal

 La “war on drugs” (guerra alle droghe) e’ stata riconosciuta come un fallimento da parte del British Medical Journal. Le leggi proibizioniste hanno fallito nel cercare di tagliare la domanda, ridurre la dipendenza, tagliare la violenza e ridurre i profitti per le organizzazioni criminali -scrive il giornale.
E aggiunge che il divieto della produzione, degli acquisti, del possesso e dell’uso di alcune droghe per motivi non-medici, ha causato un enorme danno.
Il direttore della rivista, dr Fiona Godlee, e il giornalista Richard Hurley evidenziano il fatto che il consumo di droga e’ sostanzialmente in crescita nel mondo, con un quarto di un miliardo di adulti in tutto il mondo che hanno provato droghe illegali come cannabis, cocaina ed eroina nel 2014.
Nel Regno Unito, il 25% delle persone di oltre 15 anni consuma sostanze illegali di cui non conosce qualita’ e potenza.
Nel contempo fanno notare come alcuni Paesi hanno gia’ depenalizzato il possesso della droga per uso personale.
Per esempio, il Portogallo 15 anni fa ha sostituito le sanzioni penali per il consumo di droga con delle ammende ed interventi sanitari, mentre nel Regno Unito il nuovo Psychoactive Substances Act punisce penalmente l’acquisto ma non l’uso di droghe sintetiche.
Alcuni Stati degli Usa come la California hanno legalizzato il mercato della cannabis e i Paesi Bassi hanno tollerato le vendite di cannabis per decenni.
La redazione fa appello ai medici perche’ si mettano al centro del dibattito per politiche alternative che promuovano la salute e il rispetto della dignita’ delle persone.
“La salute deve essere messa al centro del dibattito, ed e’ il caso che i professionisti della sanita’ “si facciano sentire”. “Il cambiamento e’ in atto, e i medici devono usare la loro autorevolezza per fare appello ad una politica pragmatica basata su scienza ed etica”.
Nello stesso articolo, l’ex-leader liberaldemocratico Nick Clegg e la baronessa Molly Meacher dicono che la politica britannica sulle droghe e’ stata irrazionale per 55 anni e che questo e’ il momento giusto per stabilire una piu’ ampia revisione della politica sulle droghe.
E’ urgente che il governo riveda l’uso medico della cannabis e riformi la politica sui trattamenti di assistenza con l’eroina, che ha gia’ dato positivi risultati in Svizzera con un calo del consumo di droghe e dei reati e un miglioramento in sanita’ e riabilitazione.
Alcuni parlamentari hanno fatto appello per la fine delle sanzioni penali per il possesso personale e il consumo di tutte le droghe.
“I politici britannici devono prendere in seria considerazione l’introduzione di una versione del modello portoghese nel Regno Unito, che porti al trasferimento di risorse dalla giustizia penale a servizi di trattamento”.
Alcuni passi per la depenalizzazione sono stati gia’ intrapresi nel Regno Unito, con il Psychoactive Substances Act 2016, e le modifiche alle politiche proibizioniste “potrebbe essere una fatto positivo per il Regno Unito”.
Ruth Dreyfuss, ex-presidente della Svizzera e membro della Global Commission on Drug Policy, sostiene che la necessità di piu’ efficaci e umane politiche sulle droghe è urgente piu’ che mai. Inoltre sostiene che il concetto ideale di “una societa’ senza droghe” e’ una irraggiungibile fantasia e che deve essere una priorita’ la riforma della sanita’ pubblica, di una integrazione sociale e di sicurezza che rispettino i diritti umani e le procedure giudiziali. La decriminalizzazione -secondo lei- puo’ e deve andare oltre. In un suo rapporto, la Global Commission fa appello ai governi perche’ regolamentino le droghe illegali, potendo cosi’ limitare quel reddito enorme della criminalita’ organizzata il cui valore stimato e’ di 320 miliardi di dollari.

(articolo di Samuel Osborne, pubblicato sul quotidiano The Independent del 15/11/2016)