Con le vitamine ci vuole prudenza
In gran forma con le vitamine? Per nulla! Meglio andarci piano, è l’avvertimento di qualche esperto.
Il medico svizzero Peter Jueni calcola che in Germania il consumo di preparati vitaminici potrebbe essere la causa di “numerose migliaia di morti all’anno”. Le sue stime si basano, secondo Der Spiegel, sulle valutazioni sistematiche di vari studi che mettono a confronto l’assunzione di prodotti vitaminici e di sostanze placebo.
Così, una ricerca tra 29.000 fumatori maschi dai 50 ai 69 anni mostra che il consumo di beta-carotene (precursore della vitamina A) accresce del 18% il rischio di cancro al polmone. Anche un’altra elaborazione di una settantina di studi riguardanti i prodotti vitaminici e un totale di 230.000 soggetti conclude allo stesso modo: fare uso abbondante di questi supplementi aumenta la mortalità; ci si riferisce a vitamina A, beta-carotene e vitamina E, non però alla vitamina C e al selenio. Gli autori sconsigliano il consumo di supplementi vitaminici; meglio evitarli, dicono.
Anche l’Istituto tedesco per la valutazione dei rischi (BfR) suggerisce a chi è sano e senza particolari esigenze di farne a meno. “L’ipotesi, secondo cui l’effetto antiossidante delle vitamine proteggerebbe dal cancro, si è rivelata infondata”, spiega Diana Rubin, direttrice della sezione Rischi Nutrizionali di BfR.
Karl Lauterbach, portavoce per la politica sanitaria del gruppo parlamentare della SPD, è consapevole dei rischi e invita l’organismo d’informazione sanitaria a mettere in guardia la popolazione dall’uso improprio di vitamine. “Mi sorprende sempre la non conoscenza di medici e farmacisti riguardo a questi preparati. Purtroppo i risultati scientifici arrivano spesso in ritardo di anni”. L’esponente politico mette anche in guardia dal potere delle lobby farmaceutiche.
Il direttore dell’Istituto per la qualità e la convenienza in campo sanitario, Juergen Windeler, chiede alle Autorità d’intervenire: “Non si può ignorare il danno potenziale derivante dall’assunzione prolungata di vitamine. Io sarei per una procedura d’ammissibilità o, quanto meno, per avvertenze esplicite, in modo che il paziente sappia a cosa va incontro assumendo pillole vitaminiche.”
(adattamento articolo non firmato di Der Spiegel del 15-01-2012, a cura di Rosa a Marca)