Usa. Studio ridimensiona il ruolo delle staminali adulte
Uno studio pubblicato nell’edizione del 12 ottobre della rivista Nature, indica che la capacita’ di differenziazione delle cellule staminali adulte del midollo, non e’ in realta’ che un processo di fusione cellulare e riprogrammazione genetica.
Lo studio e’ stato condotto dai dottori Arturo Alvarez-Buylla, Manuel Alvarez-Dolado, entrambi dell’University of California, Jose M. Garcia-Verdugo della Universita’ di Valencia, e da altri 6 specialisti.
Questa nuova scoperta riapre un tema discusso da tempo, quello appunto dell’effettiva attendibilita’ delle staminali adulte e del loro potenziale terapeutico. Quando queste vengono messe in contatto con tessuti danneggiati infatti, dopo qualche tempo e’ possibile notare un rinvigorimento generale, ma non e’ chiaro se le cellule si sono trasformate o semplicemente adattate all’ambiente.
Secondo Alvarez-Buylla, sia negli esperimenti in vitro che in quelli in vivo, le staminali sembravano identificare le cellule piu’ prossime alla morte, e una volta localizzate si fondevano con esse determinando la rigenerazione. Ma queste cellule ibride che venivano a formarsi presentavano il medesimo “marchio” molecolare delle staminali di origine, pur possedendo due nuclei.
Come spiega Buylla “questo studio ha svelato un nuovo comportamento cellulare, quello della fusione, che e’ in grado di provocare un grosso cambiamento nella concezione di cellule staminali e genetica”.
Gli esperti sostengono che da tempo c’era il rischio di sopravvalutare il potenziale terapeutico di queste cellule, rischio accentuato dai gruppi pro-life che hanno spinto l’opinione pubblica a credere che non ci fosse nessuna differenza tra staminali adulte ed embrionali. Per Robert Lanza, della Advanced Cell Technology, “Questo studio dovrebbe servire come un avvertimento. Sarebbe folle e prematuro concludere che le staminali siano tutte uguali. Sicuramente il loro potenziale varia da malattia a malattia e da situazione a situazione”.
Del medesimo parere anche il dott. Irving Weissman, uno dei maggiori esperti al mondo su questo tema, che afferma: “Il fenomeno di fusione cellulare e’ cosi’ raro che e’ difficile credere che rappresenti un meccanismo biologico di riparazione”.
Secondo l’agenzia United Press International, i gruppi pro-life che sono stati contattati per avere delle opinioni su questa scoperta, si sono rifiutati di rispondere.