Usa. New Jersey. Gli elettori dicono no a finanziamento ricerca con le staminali

Gli elettori del New Jersey hanno bocciato un quesito referendario che si proponeva di destinare alla ricerca con le cellule staminali un finanziamento pubblico di 450 milioni di euro. Una sconfitta particolarmente bruciante per il Governatore democratico Jon Corzine, che da tempo sosteneva il fronte del “si'”.
Il quesito e’ stato bocciato con il 53% di voti contrari ed il 47% di favorevoli. Se approvata, la nuova legge avrebbe accordato alla ricerca circa 45 milioni l’anno per i prossimi 10 anni.
Gli elettori non hanno creduto alle argomentazioni di Corzine che la misura legislativa avrebbe attratto nuovi ricercatori e nuove societa’ private di ricerca nello Stato, facendone uno dei piu’ avanzati nel campo della ricerca biomedica. Il Governatore aveva anche donato 150.000 dollari ad un comitato promotore.
“Questa e’ chiaramente una grande sconfitta”, ha detto Ingrid Reed, docente di Scienze politiche alla Rutgers University. “Gli elettori non erano convinti che questo investimento potesse fruttare nell’immediato”.
Corzine e’ stata eletta nel 2005 con la promessa di rimettere in sesto la finanza pubblica dello Stato, facendosi forte anche della sua esperienza passata a capo della prestigiosa Goldman, Sachs & Co. Ma a meta’ del suo mandato, si ritrova un deficit di oltre 3 miliardi di dollari, ed un debito pubblico di oltre 33 miliardi di dollari.
“Lo Stato ha problemi finanziari molto seri ed il Governo deve prima pensare a risolverli”, ha detto Lilo Stainton, portavoce di Corzine. “Il Governatore continuera’ a lavorare per creare un ambiente positivo per la ricerca con le staminali”.
Poche settimane prima del voto, gli oppositori della ricerca con le staminali embrionali avevano tentato in piu’ modi di bloccare il quesito, in parte accusando il Governo di voler aumentare le tasse. A questi si sono unite associazioni come la Americans for Prosperity, un gruppo anti-tasse diretto dal sindaco repubblicano di Bogota, Steve Lonegan, finanziando una campagna mediatica in cui si accusavano i democratici di “irresponsabilita’ fiscale”.
Secondo un sondaggio svolto dal 18 al 23 ottobre, era favorevole al quesito il 57% degli elettori, un sondaggio che evidentemente era grossolanamente sbagliato.