Ue. I finanziamenti alle staminali embrionali e il Parlamento
Prosegue con la tappa parlamentare la trattativa sui finanziamenti alle ricerche con le cellule staminali derivate da embrioni sovrannumerari. La moratoria in scadenza a dicembre perche’ i finanziamenti del VI Programma Quadro di Ricerca non venissero indirizzati a queste ricerche, vietate in alcuni Paesi dell’Unione, aveva trovato una proposta di soluzione a luglio con il commissario alla ricerca, il belga Philippe Busquin, che in qualche modo era riuscito a portare dalla sua tutta la Commissione.
Gia’ la proposta Busquin era il frutto di una trattativa e poneva limiti e paletti non sempre scientificamente comprensibili, ma aveva il pregio di non penalizzare le ricerche almeno in quei Paesi che gia’ le praticavano, concedendo cosi’ fondi e risorse europee al pari di altre ricerche.
Vale ricordare che la proposta Busquin, infatti, ammetteva la possibilita’ di utilizzare risorse dell’Unione nei casi in cui venissero utilizzati embrioni sovrannumerari giacenti nelle cliniche di fecondazione in vitro purche’ prodotti entro il 27 giugno 2002 (data del VI Programma Quadro), nei casi in cui venga dimostrato (?!) che l’oggetto della ricerca sia particolarmente importante e non esista una alternativa adeguata disponibile; che ci sia il consenso informato della coppia -o della donna- donante; sempre per i donatori e’ garantito l’anonimato mentre e’ vietato che ne possano ricevere un qualche beneficio economico; la trasparenza nei risultati e la creazione di un registro europeo per evitare che ci siano delle ricerche doppie e che i risultati arrivino troppo tardi ai pazienti. Un altro requisito dovrebbe essere anche una sorta di consulenza etica realizzata a livello locale e nazionale, che comunque non sara’ ne’ vincolante, ne’ obbligatorio.
Questa era la proposta passata dalla Commissione lo scorso luglio che ora dovra’ passare il vaglio del Parlamento Europeo. Vaglio e parere conclusivo che comunque non sara’ vincolante, ma che certamente avra’ peso sulla parola finale che invece spettera’ al Consiglio dei ministri dei Quindici gia’ fissato per il 23 novembre presieduto dalla ministra Letizia Moratti.
E’ cosi’ che la Commissione Industria ha gia’ affidato al Parlamentare tedesco del gruppo del partito popolare Peter Liese il compito di relatore. Il parlamentare eletto nelle fila della Cdu era gia’ stato protagonista lo scorso aprile di un voto parlamentare contro la clonazione terapeutica, che nella pratica non aveva comportato nessun effetto, ma che politicamente aveva fatto esprimere l’aula nella direzione da lui ricercata. L’occasione era quella di una direttiva della Commissione “relativa alla fissazione di norme di qualita’ e sicurezza per la donazione, l’approvvigionamento, l’analisi, la lavorazione, lo stoccaggio e la distribuzione di tessuti e cellule d’origine umana”, strumentalmente utilizzata dal parlamentare per vietare la clonazione terapeutica e la ricerca con le staminali embrionali.
Gia’ in quella occasione Liese aveva cercato di far votare il Parlamento contro la ricerca con gli embrioni sovrannumerari, ma grazie ad un impatto tecnico, cioe’ alla parita’ di voti contrari e favorevoli l’emendamento non era passato.
La scelta del relatore -decisamente e manifestatamente schierato contro la stessa proposta- non fa presagire niente di buono, tra tecnicismi ed emendamenti vari sembra che stia gia’ tessendo una tela per rendere praticamente impraticabile la ricerca sugli embrioni sovrannumerari attraverso un testo che in teoria la dovrebbe regolare. Il quotidiano “Il Riformista” ne ha dato un saggio spiegando come il “testo Liese pero’ rende impossibile ogni ricerca con gli embrioni sovrannumerari, perche’ prende pretestuosamente ad esempio la via americana anticipando la deadline al 7 agosto 2001 e ponendola in relazione alle linee cellulari di staminali embrionali invece che agli embrioni. Il riferimento agli Usa fa davvero sorridere -scrive il quotidiano diretto da Antonio Polito-, perche’ serve a far dimenticare che il trend prevalente nei Paesi europei e’ di consentire l’utilizzo degli embrioni crioconservati come fonte di staminali e pretende di far credere che uniformarsi alle limitazioni della ricerca pubblica statunitense significhi facilitare gli scambi scientifici tra le due sponde dell’Atlantico e far progredire il settore. Il risultato di questo approccio comunque e’ chiaro: laddove Busquin voleva aprire una porta, Liese l’ha chiusa perche’ di fatto nega la possibilita’ di iniziare a lavorare ex novo sui vecchi embrioni che giacciono ancora inutilizzati nei congelatori”.
Per l’eurodeputato radicale Marco Cappato “questo testo e’ l’ennesima dimostrazione di un vizio cronico del fronte anti-staminali: quello di avvelenare i provvedimenti relativi ad argomenti ben specifici (in questo caso i requisiti per finanziare la ricerca sugli embrioni con fondi comunitari) con emendamenti punitivi relativi a materie contigue e dichiarazioni di principio che riaccendono l’inutile contrapposizione tra staminali adulte ed embrionali”. L’eurodeputato diessino Massimo Carraro commenta come “siamo di fronte a un precedente pericoloso e che a forza di seguire Liese si rischia di tornare a Lysenko”.