Svizzera. Sempre piu’ vicino il referendum sulle staminali.

Alla vigilia del referendum del prossimo 28 novembre sulla legge che regolamenta la ricerca sulle cellule staminali embrionali (LCel) anche i partiti svizzeri hanno preso posizione. E cosi’ PPD, PS, PRL e PLS hanno tenuto le loro assisi, e a seguito di dibattiti e votazioni hanno deciso per il SI’ al referendum, solo i cristiani sociali hanno optato per lasciare liberta’ di voto. A vedere le motivazioni e’ ancora piu’ interessante comprendere come il sostegno arriva proprio sulla necessita’ di regolamentare e di non lasciare un campo cosi’ promettente senza regole, o ancora peggio chiudergli le porte del Paese e lasciarlo ai laboratori fuori dalla Svizzera.

Il Partito liberale-radicale, riunito in assemblea a Martigny, si e’ schierato per la legge sulle cellule staminali. I delegati hanno approvato la legge con 121 voti contro uno e due astensioni. Il voto e’ intervenuto al termine di un dibattito, peraltro poco animato, che ha opposto il consigliere nazionale zurighese Felix Gutzwiller (favorevole alla legge) al collega PPD Maurice Chevrier (VS). Quest’ultimo ha parlato di una normativa “sprovvista di qualsiasi etica che strumentalizza l’embrione e disprezza la dignita’ umana”. Gutzwiller ha invece detto che esiste anche un’altra etica, che ci “spinge ad accettare una legge volta ad aiutare altre persone”.

A Hergiswil si sono tenuti i lavori dell’assemblea dei delegati del Partito popolare democratico svizzero (PPD), che si e’ pronunciata a favore della legge sulle cellule staminali con 153 voti contro 28 e 4 astensioni. Il voto dei delegati e’ giunto al termine di un dibattito che ha visto scontrarsi da un lato la consigliera nazionale Kathy Riklin (PPD/ZH), favorevole alla legge, e sul fronte opposto i parlamentari Maya Graf (Verdi/BL) e Alexander Baumann (UDC/TG). “L’embrione non e’ un semplice ammasso di cellule, ma un essere vivente”, ha detto Baumann. “Sussiste il pericolo che la legge tra qualche anno apra la strada alla clonazione terapeutica”, ha sostenuto la Graf. Sull’altro fronte la Riklin ha invece detto che un “no” alla legge avrebbe conseguenze catastrofiche per la ricerca svizzera.

Era riunito a Berna il Partito liberale svizzero (PLS) e i delegati hanno letteralmente plebiscitato la legge sulle cellule staminali con 28 voti favorevoli e sette astensioni. L’uso di queste cellule nella ricerca offre alla scienza sbocchi terapeutici importanti e d’altra parte la normativa proposta limita gli abusi in questo campo, e’ la spiegazione del PLS.

Meno netto e piu’ diviso il Partito socialista svizzero (PSS) riunito a Naters (VS): 242 hanno votato per il si’, mentre 101 hanno seguito il parere del comitato direttore, che si era espresso per la liberta’ di voto. Nelle loro argomentazioni, gli oppositori alla legge hanno avanzato riserve di tipo etico. Per la consigliera agli stati bernese Simonetta Sommaruga, un si’ alla legge equivale ad aprire la porta allo sfruttamento su scala industriale della vita umana. La Sommaruga ha pure espresso il timore di vedere un giorno cellule staminali umane brevettate a tutto vantaggio dell’industria. A suo avviso, la ricerca su cellule staminali adulte costituisce una valida alternativa. Tra i favorevoli, invece, l’ex consigliera federale Ruth Dreifuss -che ha contribuito all’elaborazione della legge- la quale ha sostenuto che la politica deve porre dei paletti alla ricerca. L’assenza di limiti equivarrebbe a firmare un assegno in bianco alla ricerca, ha sottolienato la ginevrina. “Accettando la legge non capitoliamo di fronte alle industrie farmaceutiche”, ha detto dal canto suo la consigliera nazionale vodese Géraldine Savary. “La nostra responsabilita’ in quanto socialisti e’ di dare la speranza ai malati, fissando pero’ chiare regole ai laboratori di ricerca”.

I delegati del Partito cristiano sociale (PCS) riuniti a Lucerna hanno deciso di lasciare liberta’ di voto per quanto riguarda la ricerca sulle cellule staminali embrionali con questa motivazione: spetta agli elettori decidere quando incomincia la vita, e una simile decisione non puo’ essere presa alla leggera.

Ma il dibattito e’ vivace anche fuori dai partiti, che in fondo quella legge l’hanno gia’ discussa e votata in parlamento. E cosi’ arrivano sostegni inaspettati, come quello della Federazione delle chiese evangeliche della Svizzera (FCES): la legge che regola la ricerca sulle cellule staminali e’ accettabile dal punto di vista dell’etica. Stando a un comunicato della FCES, e’ meglio infatti consegnare ai laboratori embrioni sovrannumerari piuttosto che distruggerli. La regola che impone il consenso dei genitori prima di eseguire ricerche sugli embrioni e’ in sintonia con le convinzioni teologiche dell’associazione, precisa il comunicato. L’approvazione della legge riduce inoltre il rischio di abusi. La ricerca sulle cellule staminali potrebbe poi portare allo sviluppo di farmaci contro malattie attualmente incurabili. Un divieto di simili ricerche renderebbe la Svizzera dipendente dai risultati ottenuti negli altri Paesi, cio’ che e’ eticamente problematico.

Dal sacro al profano a schierarsi a favore della legge federale e per il per la ricerca sulle cellule staminali, la Camera di commercio, dell’industria e dell’artigianato del Canton Ticino (Ccia-Ti). Secondo la Ccia-Ti bisogna sostenere la ricerca Svizzera appellandosi al motto “Controllare invece che vietare”. “La Legge in votazione il 28 novembre pone limiti chiaramente severi e chiari all’utilizzo delle cellule staminali embrionali, e preserva la qualita’ della piazza svizzera della ricerca scientifica”. “La prospettiva di poter trovare una soluzione a malattie umane gravi e oggi inguaribili attraverso una ricerca sulle cellule staminali oggetto di limitazioni severe non puo’ essere abbandonata”.

Senza la ricerca con cellule staminali umane sara’ impossibile trovare soluzioni per guarire malattie come il morbo di Alzheimer o quello di Parkinson. Lo hanno sottolineato a Zurigo il 26 ottobre un gruppo di scienziati che si batte in favore della legge. La strada che portera’ a terapie per numerose malattie croniche e’ ancora molto lunga, ma la ricerca sulle cellule staminali rappresenta “una base importante”, ha dichiarato il neuropatologo ed esperto di prioni Adriano Aguzzi. Questo tipo di ricerca offre approcci “rivoluzionari”, perche’ dalle cellule staminali e’ possibile estrarre diversi tessuti del corpo, per cercare di ripararli. Alla conferenza stampa organizzata dall’associazione “Forschung für Leben” (ricerca per la vita), il professor Aguzzi e’ stato affiancato da altri scienziati zurighesi, che hanno sottolineato l’importanza della ricerca sulle cellule staminali per la Svizzera. Anche se non si possono attendere soluzioni rapide, tutti hanno sottolineato l’importanza di questa ricerca per cercare di curare le malattie del sistema nervoso, quelle cardiache o il diabete. Per Roland Zimmermann, direttore della clinica di ostetricia dell’ospedale universitario di Zurigo, il termine “cellula staminale embrionale” puo’ suggerire qualcosa che non corrisponde alla realta’. Per il normale cittadino un embrione rappresenta infatti la prima fase dello sviluppo di un essere umano. Le cellule staminali che potranno essere utilizzate nella ricerca scientifica comprendono invece unicamente ovuli inseminati da pochi giorni. Per il professor Thomas Lüscher, responsabile del reparto di cardiologia dell’Ospedale universitario di Zurigo, la Svizzera avrebbe “molto da perdere” in caso di una bocciatura della nuova legge. Nella ricerca medica, “fermarsi” significa infatti molto spesso “perdere terreno” nel confronto internazionale. Nell’ambito delle malattie cardiache oggi ci si trova spesso limitati a dover curare i sintomi. Attraverso la ricerca sulle cellule staminali si puo’ sperare di arrivare un giorno a “costruire un nuovo cuore”, ha sottolineato il professor Lüscher.

Alliance F“, la federazione delle societa’ femminili svizzere, raccomanda di dire si’ alla legge relativa alla ricerca sulle cellule staminali perche’ porta un sostegno reale alla ricerca.

“La legge per la ricerca sulle cellule staminali in votazione il prossimo 28 di novembre, ha grande rispetto dei principi etici relativi allo statuto morale dell’embrione e fissa dei limiti precisi alla ricerca scientifica”. La legge sulle cellule staminali (LCel) e’ un testo raffazzonato, eticamente ingiustificabile e che certamente non manterra’ le proprie promesse, sono gli argomenti per cui il “Basler Appell” (Appello di Basilea) contro l’ingegneria genetica applicata alle cellule embrionali chiede di votare contro, per la sua abolizione.
La medicina ha il compito di alleviare le sofferenze e di curare gli ammalati, ma e’ eticamente ingiustificabile ricorrere alle cellule staminali per questi scopi, ha affermato la biologa e segretaria dell’associazione Pascale Steck, aggiungendo che questo passo sarebbe assolutamente assurdo visto che la legge ne vieta la conservazione e quindi l’esistenza stessa. “L’utilizzo di embrioni umani quale materia prima destinata all’industria farmaceutica non trova nessuna giustificazione morale”, ha proseguito la Steck. Contro l’ingegneria genetica l’Appello di Basilea reclama quindi che sia mantenuto il divieto di ricerca sulle cellule staminali e il divieto di distruzione. Autorizzando la Svizzera ad utilizzare le cellule staminali si aprirebbero le porte alla ricerca sugli embrioni e ad altre nuove tecniche quali la clonazione. “Gia’ oggi alcuni ricercatori predicano i vantaggi di un’eventuale utilizzazione di cellule staminali ottenute tramite la clonazione terapeutica”.
L’embrione e’ una persona e non puo’ quindi essere sacrificato in nome della ricerca. Lo ha detto il comitato referendario contrario alla Legge sulle cellule staminali (LCel), che a Berna ha difeso i diritti dei cosiddetti “embrioni soprannumerari” in vista delle votazioni.
“Tutti noi siamo stati embrioni soprannumerari. Non ci sono differenze di natura fra un embrione e un essere umano adulto”, ha spiegato in una conferenza stampa a Berna il filosofo Patrick Progin, del movimento “Si’ alla vita“. Gli scienziati distinguono in modo “sottile” il preembrione, il feto e il bambino, ma si tratta sempre dello stesso essere in diverse fasi evolutive, ha aggiunto il filosofo vallesano. Per Progin, la LCel e’ il frutto di un inganno nato a livello politico, quando durante i dibattiti parlamentari gli esperti avevano garantito che non ci sarebbero stati embrioni in sovrannumero. I laboratori hanno invece infranto la legge – ha tuonato Progin – visto che 200 embrioni sono rimasti privi di un progetto famigliare.
“Hanno barato”, gli ha fatto eco Nikolaus Zwicki, presidente dei medici cattolici. La legge federale prevede di utilizzarne al massimo tre per assicurare la gravidanza. Invece, ricorrendo alla fecondazione in vitro, se ne producono in media 4,6 per ogni donna. Il medico di Thun ha poi difeso il rispetto della dignita’ degli embrioni, “che se trapiantati avrebbero reali possibilita’ di vivere”. Zwicki ritiene inoltre impraticabile il controllo da parte dei laboratori previsto dalla legge.
L’avvocato Daniel Albietz ha invece messo in evidenza le lacune della legge: chiedendo ai genitori di autorizzare la distruzione degli embrioni nel quadro di progetti di ricerca, la norma non assicura la protezione a cui ogni individuo ha diritto. Il biologo Antoine Suarez, membro della Societa’ svizzera di bioetica, si e’ spinto oltre affermando che “la legge sulle cellule staminali priva esseri umani del diritto all’esistenza.” “Questo tipo di idee ha sempre portato alla distruzione dell’umanita’”. Suarez ha criticato severamente anche il consigliere federale Pascal Couchepin, per aver affermato, parlando di cellule staminali, che “Dio ci ha concesso l’intelligenza per fare la ricerca”. Tale giustificazione divina e’ assolutamente inappropriata per una pratica che viola, a suo avviso, i diritti umani.
Il comitato referendario, che ha partecipato alla raccolta delle 85 mila firme, raduna l’Aiuto svizzero per la madre e il bambino, Human Life International Svizzera, la Societa’ svizzera di bioetica, l’Associazione dei medici cattolici svizzeri e quella dei medici evangelici e il gruppo “Si’ alla vita”. Durante la conferenza stampa il comitato ha presentato anche un piccolo CD rosa, che verra’ utilizzato nella campagna e in cui la tedesca Benedikta Manzano canta: “Sono un embrione congelato, sono un bambino congelato, perso e mai nato”.