Stati generali della natalità. Sotto il vestito niente
Passata l’edizione 2024 degli “Stati generali della natalità”, prendiamo a prestito il titolo di un film del 1985 di Carlo Vanzina che, nella sua popolarità, ha segnato un modo di dire ancora in voga: “Sotto il vestito niente”. A significare la “zero-contribuzione” che questa iniziativa ha dato ad affrontare quelli che per gli organizzatori sono dei problemi: denatalità e libertà sessuali individuali.
L’edizione dell’anno scorso sarà ricordata grazie al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che parlando della necessità di tutelare “l’etnia italiana”, aveva suscitato una domanda: “ma che cos’è questa etnia”, sulla quale tirolesi, veneti, friulani, giuliani, lombardi, piemontesi, valdostani, liguri, romagnoli, emiliani, toscani, marchigiani, abruzzesi e molisani, lucani, pugliesi vari e salentini, napoletani e campani in generale, calabresi (incluse le minoranza arbereshe, grecofona e occitana), siciliani di varia fattura e sardi che parlano tre lingue diverse dall’italiano…. sulla quale tutti loro, e non solo, si stanno ancora domandando cosa possa essere questa etnia, al di là dei deliri fascistoidi di chi crede che possa esistere.
L’edizione di quest’anno non è riuscita ad avere un unico comune denominatore. Per cui ci siamo appassionati a tutti i ministri che hanno abbandonato la riunione perché forse avevano timore di dire quel che pensavano. Sì, c’è stato l’ingrato episodio scatenante della ministra della Famiglia, Eugenia Roccella, a cui alcuni esagitati a digiuno di presenzialismo le hanno impedito di parlare, beccandosi le giuste prebende anche del presidente della Repubblica Sergio Mattarella… ma un episodio circoscritto che, al di là del vittimismo della vittima e del contagio che ha avuto verso i suoi colleghi ministri, non ha impedito che un fantasma ricomparisse dal passato: LA CONTRACCEZIONE.
Sì proprio le pillole, i preservativi, le creme, le spirali, le plastichine varie e (perché no) anche il triste coitus interruptus e, ovviamente, le sterilizzazioni, etc etc (la fantasia umana, medica e scientifica è ampia in materia).
Una ricomparsa nientepopodimeno che grazie al capo dello Stato del Vaticano, papa Francesco I, che l’ha ritirata fuori dopo oltre cinquant’anni che nessuno l’aveva più agitata a mo’ di delitto/peccato.
E lo ha fatto “alla grande”: armi e contraccezione sono tra le piaghe della nostra umanità.
Rispondendo così alla generosa accoglienza da stadio che gli era stata tripudiata per essere andato a dare il contributo di esperto in materia, soprattutto di sessualità riproduttiva e non.
In entrambe le edizioni (2023 e 2024), al di là del folklore che abbiamo riportato per sommi capi, il fattore dominante, in verità c’era, ma si è caratterizzato come sempre per essere enunciato: LA DENATALITA’
Solo enunciata, perché anche quelle poche volte in cui qualcuno ha cercato di approfondire, ha dovuto fare lo slalom per evitare di farsi contaminare da teorie di difesa della razza (un po’ come quelle naziste) per le quali (alcuni non ne sono ancora convinti) avremmo già chiuso nel secolo scorso (e anche in quelli prima) a livello storico, economico e politico.
Roba tipo:
– facciamo figli ché altrimenti chi ci dà i soldi per pagarci le pensioni;
– o se siamo meno sulla Terra (in Italia, poi…) come faranno a non esserci tanti poveri e disgraziati per giustificare la ricchezza di chi campa su di loro;
– oppure come faremo lavorare le persone se non potranno produrre abbastanza per i tanti che vivono… case, cibo, trasporti, etc.
– fino a – a proposito di razzismo -: non possiamo sostituire le bianche gote rubiconde dei nostri bambini con quelle nerastre, gialle e marroncine di bimbi che, invece, è bene che muoiano a casa loro o lavorino sempre a casa loro in fabbriche di oggetti grazie ai quali i nostri vestitini ci costano meno o – meglio – fanno guadagnare di più le famose grandi firme italiane che comprano i prodotti di questi a 1 per venderli a 100mila, e così possiamo dire che il “made in Italy” è un nostro fiore all’occhiello che ci fa adorare in tutto il mondo.
Per concludere: sotto il vestito niente, anche perché sarebbe osceno decantare la natalità sulla morte dell’altro.
Qui un buon e ampio resoconto giornalistico di questo incontro
Qui il video sul canale YouTube di Aduc
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