Spiagge demaniali. Privilegi e non opportunità
Una sentenza del Consiglio di Stato aveva fissato a fine 2023 l’avvio delle procedure per gare d’appalto con prezzi di mercato per la gestione delle spiagge. Il governo aveva previsto nel disegno di legge concorrenza una mappatura in cinque anni per poi fissare i termini per le gare. A febbraio avrebbe dovuto esser fatto un decreto legislativo, ma ora ha deciso di posporre il tutto a primavera, dopo che si saranno tenute le elezioni regionali e quindi non turbare i propri elettori lasciandoli speranzosi per una soluzione di rinnovo delle attuali concessioni.
Questa storia va avanti dal 2006 ed è evidente che chi dovrebbe decidere non ha intenzione di farlo, tira e molla. non ci sarà da stupirsi che dall’Ue ci arrivi un multone; con, quindi, oltre al danno di chi occupa (senza gare) queste spiagge non affitti irrisori, anche la beffa della multa che pagano tutti i contribuenti.
Per capire il clima e le ipotesi in cui si sta muovendo la presunta definizione della questione, oltre alle dichiarazioni dei politici che per un pugno di voti sono anche più realisti del re, fa testo la posizione di Assobalneari (Confindustria) che, in sostanza, plaudendo alle iniziative del governo, dice: i 30 mila balneari hanno scritto la storia e con voi non arretreremo di un millimetro contro l’esproprio UE che consentirebbe a stranieri di gestire le nostre coste… manca solo “li fermeremo sul bagnasciuga!” (1).
Questa è la liberalizzazione in Italia: privilegi e non opportunità.
1 – grazie della segnalazione a Oscar Giannino
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