Spagna. Sulla ricerca un solo limite, la Costituzione
Nel suo primo giorno al ministero, la nuova titolare del dicastero della Sanita’ e Consumo Elena Salgado, non ha voluto lasciare nessun dubbio sull’impegno del Governo socialista a favore delle cellule staminali adulte ed embrionali. Durante la cerimonia di investitura la Salgado ha assicurato che la Costituzione e l’interpretazione che della stessa fornira’ il Tribunal Costitucional, sara’ l’unico limite che dovranno rispettare i ricercatori. “Faremo tutti gli sforzi possibili per favorire una ricerca che apra una porta alla speranza per i cittadini colpiti da malattie che oggi sono incurabili o croniche”. La Salgado non ha specificato tuttavia se verra’ autorizzata anche la clonazione terapeutica, e su questo punto sono seguite interpretazioni diverse.
Per lo scienziato Bernat Soria non ci sono dubbi: “e’ un sostegno chiaro alle proposte fatte dalla stragrande maggioranza degli scienziati che sono a favore della ricerca con embrioni sovrannumerari dalla riproduzione in vitro cosi’ come della clonazione terapeutica”. Soria ha colto anche l’occasione per sottolineare che con il nuovo Governo “sara’ piu’ facile lavorare”.
La Confederazione Nazionale dei malati di Alzheimer attraverso la sua presidente Maria Angeles Diaz ha accolto con favore l’impegno della nuova ministra, precisando di voler sostenere tutti gli sforzi possibili della ricerca con le cellule staminali, anche se sempre “dentro una cornice di vigilanza e di cautela per evitare che vengano usate alla leggera”.
Sulla stessa linea il presidente della Federazione dei Diabetici Spagnoli (FEDE), Rafael Sanchez: “il nuovo Governo deve ritirare il ricorso di incostituzionalita’ fatto contro il progetto di ricerca della Junta dell’Andalusia”, e poi a partire da li’, “la ricerca con le cellule staminali deve iniziare, al piu’ tardi, all’inizio dell’estate”.
Nella legislazione spagnola esistono ancora delle ambiguita’, o comunque dei passaggi che possono essere interpretabili diversamente dagli esperti di diritto, in tema di cellule staminali embrionali, e in particolare in tema di clonazione terapeutica.
Anche se il Governo del Partido Popular aveva autorizzato la ricerca con gli embrioni sovrannumerari dai trattamenti di riproduzione assistita, si era opposto a qualsiasi applicazione delle tecniche di clonazione umana con argomentazioni etiche e legali, come la Convenzione di Oviedo e alcune modifiche del Codice Penale. Il Psoe nelle sedi parlamentari ha invece sempre avuto delle posizioni aperte alla clonazione terapeutica.
A spiegare che i trattati internazionali hanno bisogno delle traduzioni legislative e che nel Codice Penale il riferimento e’ solo alla clonazione riproduttiva e’ il professor Antonio Cuerda Riezu, sostenendo cosi’ che i limiti costituzionali invocati dalla ministra per la clonazione terapeutica non esistono. Antonio Cuerda Riezu e’ professore di Diritto Penale all’Universita’ Rey Juan Carlos ed ex portavoce del Tribunale Costituzionale, e a Bilbao nel corso delle XI Giornate sul Diritto e il Genoma ha illustrato una interpretazione molto diversa da quella sostenuta fino ad oggi dal Governo di José Maria Aznar.
Ne’ la Convenzione del Consiglio d’Europa di Oviedo, ne’ la Dichiarazione Universale sul Genoma e i Diritti Umani dell’Unesco possono essere utilizzati come base normativa per un giudice per condannare un ipotetico reato di clonazione umana. Cuerda Riezu ha sostenuto che entrambi i trattati non possono rientrare tra quelli considerati “autoesecutivi”, cioe’ quelli che sono applicabili direttamente nelle legislazioni nazionali senza necessita’ di un riferimento specifico normativo. Dopo aver ricordato che la clonazione terapeutica persegue fini medici (l’ottenimento di tessuti e organi da cellule staminali da embrioni clonati), e non creare persone umane clonate, ha sottolineato che il Codice Penale punisce la clonazione riproduttiva, ma non specifica come reato la ricerca con le tecniche di trasferimento nucleare con fini terapeutici, che a suo parere “non rientrava nei piani dei legislatori” quando recentemente hanno riformato gli articoli 159-162 relativi ai reati di manipolazione genetica.In questi articoli si stabilisce che “saranno puniti con la pena carceraria da uno a cinque anni e l’inabilitazione speciale per impieghi o incarichi pubblici, professione o esercizio da sei a dieci anni coloro che fecondano ovuli umani con qualsiasi fine diverso dalla procreazione umana”. E se questo e’ il riferimento che molti vedono come limitativa per la clonazione terapeutica, Cuerda Riezu ha spiegato che questo articolo non la colpisce e non interessa affatto la clonazione terapeutica perche’, con le tecniche di trasferimento nucleare, non c’e’ la fecondazione dell’ovulo come avviene nella riproduzione sessuale.