Spagna. Il Governo ha deciso: gli embrioni sovrannumerari sono da destinare alla ricerca scientifica

Il ministro della Scienza e della Tecnologia, Josep Piqué lo scorso 3 luglio ospite di radio “Onda Cero” ha detto che “tra breve” i cittadini avranno notizie sulla posizione del Governo rispetto alla ricerca con le cellule staminali derivate da embrioni sovrannumerari delle cliniche di fecondazione in vitro. Si tratta di “un dibattito profondo dove non ci sono solo aspetti scientifici, ma anche aspetti etici importanti”. Piqué ha anche ricordato come siano stati chiesti pareri sia alla Commissione Nazionale di Riproduzione Assistita che al Comitato di Etica, in seno al suo stesso ministero, e che questi due organismi “aprono una porta ad una qualche possibilita’, che in certe condizioni, si possa realizzare la ricerca con le cellule staminali” (.) “Tra breve i cittadini avranno notizie in merito”.
“Se i miei esperimenti si potranno fare in Andalusia, preferisco farli in Spagna piuttosto che in un Paese straniero, anche se non abbandonero’ gli impegni presi con Singapore” parola di Bernat Soria, direttore dell’Istituto di Bioingegneria dell’Universita’ Miguel Hernandez di Alicante.
Il 4 luglio e’ lo stesso Soria che da’ la notizia: il ministero della Sanita’ ha deciso di autorizzare la ricerca con gli embrioni sovrannumerari e per questo ha predisposto delle modifiche alla legge sulla riproduzione assistita. Soria aveva incontrato la ministra Ana Pastor nella seconda settimana di giugno e durante una riunione in cui erano presenti, tra gli altri, anche il sottosegretario e il segretario generale del ministero, era emersa la volonta’ che prima della fine di luglio il Consiglio dei ministri avrebbe risolto la questione.
La ministra Pastor interpellata sull’argomento ha spiegato: “Come abbiamo gia’ detto pubblicamente stiamo lavorando con gli scienziati e gli esperti di questa materia su temi che hanno a che vedere con la riproduzione umana assistita, e su tutto cio’ che ha a che vedere con la ricerca, e non c’e’ nessuna novita’”. Non smentendo la notizia, indirettamente l’ha confermata? Sembra di si’, a giudicare dal dibattito che si e’ riaperto in Spagna.
“In questo momento -ha precisato la Pastor- non sappiamo quanti embrioni congelati ci sono e in che stato si trovano. Possono essere 200.000, secondo quanto dicono alcuni; altri parlano di 80.000, e altri ancora, di 40.000”. La situazione e’ “fuori controllo”, ha aggiunto la ministra che ha spiegato come l’uso degli embrioni per la ricerca non e’ un tema religioso, ma “scientifico e etico”, anche se ha aggiunto che questa soluzione deve presentare delle limitazioni e delle regole: “lo stesso Tribunale Costituzionale ha detto che il prembrione (sviluppato fino al 14 giorno) ha un valore e non e’ una cosa che si possa buttare nella spazzatura”. I paletti che la ministra sembrerebbe voler porre sono quelli che i prembrioni sviluppati fino al 14mo giorno devono essere congelati da almeno cinque anni, che lo scopo del loro utilizzo sia solo per una finalita’ medica, che “non si utilizzino in maniera indiscriminata e che non se ne faccia commercio”, l’uso deve essere “assolutamente gratuito, come con i trapianti”.

I primi commenti
Il presidente del Consiglio Superiore delle Ricerche Scientifiche (Csic), Emilio Lora Tamayo ha fatto sapere di condividere “completamente” il rapporto del Comitato di Etica, e percio’ di essere d’accordo sulla ricerca con gli embrioni sovrannumerari.
Secondo Manuel Atienza, docente di Filosofia del Diritto all’Universita’ di Alicante e membro della Commissione nazionale di Riproduzione Assistita nella decisione del ministero della Sanita’ ha influito la volonta’ politica delle Comunidad autonome governate dai socialisti di andare avanti comunque con le staminali embrionali, ma Atienza crede che la ministra Pastor trovera’ difficolta’ sia nel suo stesso Governo che nella Chiesa.
“Hay Alternativas”, organizzazione che si batte per la ricerca sulle staminali senza la distruzione degli embrioni, ha fatto sapere che ritiene un passo indietro scientifico quello proposto dal ministero della Sanita’. La portavoce Maria Luengo ha precisato che per quanto riguarda gli embrioni congelati “Hay Alternativas” ne propone l’adozione. Nel caso in cui, invece, scienziati siano in grado di dimostrare “senza alcun dubbio” che non siano piu’ vitali, allora “si tratterebbe di cadaveri, e percio’, con i necessari permessi dei progenitori, questi embrioni morti potrebbero essere ceduti per la ricerca”. Ma la soluzione proposta dall’organizzazione e’ a monte, ossia nella possibilita’ di generare un solo embrione per l’impianto in utero nelle terapie di fecondazione assistita, per evitare cosi’ il sovrannumero.
Il deputato socialista Jaime Lissavetzky, ha ricordato che il Psoe negli ultimi anni ha presentato almeno 20 iniziative parlamentari sull’uso degli embrioni sovrannumerari, tutte rigorosamente respinte dal partito popolare. Le dichiarazioni della Pastor per Lissavetzky rispondono ad una tattica intelligente del ministero, che sapendo che non riuscira’ ad approvare una nuova legge entro questa legislatura (in Spagna si vota nella prossima primavera), risponde cosi’ al “forte movimento” che esiste a favore della ricerca con le cellule staminali di origine embrionale. Nell’ottobre 2002 la Federazione dei Diabetici Spagnoli aveva consegnato al Difensore del Popolo 1.300.000 firme a favore della ricerca con gli embrioni sovrannumerari. E proprio sulla mancanza di una risposta -favorevole o negativa che fosse- lo stesso Difensore del Popolo aveva richiamato il Governo nelle scorse settimane, come previsto da questa procedura.
Il direttore dell’Istituto Municipale di Ricerca Medica di Barcellona, Jordi Cami Morell ha giudicato “eccellente” la decisione del Governo, sottolineando che “arriva tardi, ma e’ finita laddove aveva avuto inizio”.
Nonostante la Spagna sia il primo Paese al mondo per numero di donazioni di organi “non c’e’ un numero sufficiente di pancreas da trapiantare”, spiega il dottor Antonio Luis Cuesta direttore dell’Unita’ di Ricerca del Diabete della Fondazione Ospedale Carlos Haya di Malaga. “Si e’ gia’ dimostrato il beneficio delle cellule staminali embrionali per i pazienti diabetici”, ha detto Cuesta, che poi ha aggiunto “la societa’ scientifica e’ completamente d’accordo e a favore della ricerca con le cellule staminali embrionali sotto una supervisione e nell’ambito di una regolamentazione”.

Ma quanti sono gli embrioni sovrannumerari?
Antonio Pellicer, membro della Commissione Nazionale di Riproduzione Assistita, organismo di consulenza del ministero della Sanita’, aveva detto lo scorso 30 giugno, in occasione del congresso della Societa’ europea di embriologia e riproduzione umana di Madrid, che prossimamente la sua commissione si riunira’ per decidere sugli embrioni sovrannumerari insieme ai membri del Comitato di Etica. Il ministero della Sanita’, aveva detto Pellicer, “ha interesse a dare il via libera alla ricerca con le cellule staminali embrionali” cercando “una soluzione accettabile” dal punto di vista della Costituzione.
Solo nell’Istituto Valenziano dell’Infertilita’ (Ivi), di cui Pellicer e’ il direttore, ci sono immagazzinati 40.590 embrioni congelati, di cui 15.282 lo sono da oltre due anni, 14.494 da due a cinque anni e 12.814 da oltre cinque anni. Pellicer stima che le riserve di embrioni congelati all’Ivi siano pari al 20% di tutti gli embrioni esistenti in Spagna, dal che se ne deduce che in Spagna ci possano essere piu’ di 60 mila embrioni congelati da piu’ di cinque anni, periodo limite per essere impianti in utero e per essere ritenuti vitali dalla stessa legge spagnola. “Se il Governo e’ capace di realizzare una legislazione attenta e riflessiva in merito a questa ricerca, credo che potremo avanzare molto nelle grandi possibilita’ mediche e terapeutiche che ci aprono le cellule staminali”, aveva detto Pellicer.
Per Bernat Soria, pero’, solo il 15% degli embrioni sovrannumerari sono utilizzabili per la ricerca, secondo le sue stime, infatti, tra l’80 e l’85% sono gia’ morti.

Come la pensano le coppie
Il 74% delle coppie che si sono sottoposte a trattamenti di fertilita’ in vitro acconsentirebbero a che gli embrioni sovrannumerari venissero impiegati per la ricerca a fini terapeutici o riproduttivi, come pure il 53% accetterebbe anche la loro distruzione. Queste opinioni sono state presentate dalla dottoressa Montserrat Boada dell’Istituto Dexeus di Barcellona, che ha realizzato questa ricerca nell’arco di un anno sentendo 488 coppie, titolari di un quinto dei 10 mila embrioni che si conservano nel centro. Secondo la Boada i progenitori che accettano di donare gli embrioni alla scienza ritengono che questi non rientrano nella categoria delle persone, e questo, in parte, e’ frutto di una nuova percezione degli ultimi anni, che si e’ modificata grazie alle possibilita’ che si sono aperte con le ricerche sulle cellule staminali. “L’opinione dei progenitori deve essere tenuta in conto al momento di rivedere la legge della riproduzione assistita del 1988. Bisogna rivederla per risolvere il continuo aumento degli embrioni sovrannumerari congelati in Spagna”, ha aggiunto la Boada.