Spagna. Il Governo autorizza la ricerca con gli embrioni sovrannumerari, tutti i commenti

Il Consiglio dei ministri del 25 luglio aveva approvato il progetto di riforma della Legge di riproduzione assistita del 1988, e quello del 1 agosto lo ha inviato al parlamento (alle Cortes: Camera dei Deputati e Senato) perche’ inizi il suo iter legislativo d’urgenza, affinche’ venga approvato possibilmente entro l’inizio dell’anno prossimo, cioe’ prima che le Camere vengano sciolte per le elezioni politiche di primavera.
Il testo che raccoglie i suggerimenti della Commissione Nazionale di Riproduzione Umana Assistita e del Comitato di Consulenza di Etica della Scienza e della Tecnologia, si propone in particolare di risolvere il problema degli embrioni sovrannumerari congelati, il cui destino non e’ chiaro, e apre la strada alla ricerca con le staminali di origine embrionale.
In merito ai “pre-embrioni” (congelati entro i quattordici giorni del loro sviluppo) si stabilisce che saranno i progenitori a determinarne il destino, e possono scegliere tra: mantenerli congelati fino a che non vengano impiantati nell’utero della donna; donarli ad una coppia in lista di attesa per la fecondazione in vitro; accettare “che le strutture biologiche ottenute al momento dello scongelamento possano essere utilizzate per fini di ricerca”; oppure procedere al loro scongelamento senza altri fini.
Il testo prevede ancora che nei casi in cui non si risalga ai progenitori, o quando non verra’ inviato entro un anno il consenso informato, i pre-embrioni verranno mantenuti congelati per quattro anni ancora al fine di poter essere donati a fini riproduttivi ad altre coppie, se entro questo tempo non verranno donati, allora verranno ceduti al Centro Nazionale di Trapianti e di Medicina Rigenerativa per essere utilizzati per scopi di ricerca.
Per evitare il problema della generazione degli embrioni sovrannumerari e dei parti gemellari, la riforma prevede di limitare a tre gli ovociti da fecondare e da trasferire ad una donna nell’arco di un ciclo. Solo dopo tre tentativi falliti con queste modalita’, si potra’ fecondare un numero maggiore di ovociti. Questi embrioni sovrannumerari cosi’ generati verranno crioconservati per la durata della vita fertile della donna, in caso di tentativi successivi. In questi casi i progenitori dovranno sottoscrivere un “Impegno di Responsabilita’ sui Preembrioni Congelati”, in cui verra’ inclusa una clausola in cui l’unica alternativa all’impianto, sara’ la donazione per soli scopi riproduttivi.
Nel testo viene prevista anche la creazione del Centro Nazionale di Trapianti e di Medicina Rigenerativa, che si occupera’ di gestire la politica dei trapianti di organi, tessuti e cellule di origine umana in Spagna; promuovere e sostenere i trapianti di organi, tessuti e cellule e la ricerca su questi; e sviluppare un Registro dei Centri e delle Équipe Autorizzate per fare ricerca con cellule e tessuti di origine umana. Questo centro potra’ contare su una Banca Nazionale delle Linee Cellulari che avra’ l’incarico “di elaborare, immagazzinare, conservare e gestire le linee di cellule di diversa origine e tipologia, secondo le norme e gli standard determinati dalla legislazione nazionale e internazionale.

LA RIFORMA SPIEGATA DALLA MINISTRA ANA PASTOR

“Questa modifica legislativa si realizza dopo avere raccolto le opinioni di un grande numero di scienziati, esperti, associazioni di malati, giuristi di riconosciuta fama, oltre ad avere mantenuto contatti con esperti di altri Paesi vicini.
Abbiamo lavorato con l’obbiettivo di elaborare un testo equilibrato, rigoroso, su una amplia base scientifica ed etica, che cerca di raccogliere tutte le sensibilita’, con l’obbiettivo principale di risolvere il problema dell’accumulazione degli embrioni sovrannumerari della Fecondazione in Vitro (Fiv), dando una soluzione etica e aperta alla ricerca, ad un problema che viene dal passato e che non ha una soluzione semplice”.
Inizia cosi’ il suo intervento la ministra alla Sanita’ Ana Pastor ospitato il 27 luglio sul quotidiano madrileno Abc, non a caso titolato: “Una riforma rigorosa, etica ed equilibrata”. E prosegue.
“. le scoperte scientifiche che si sono realizzate nell’ambito della terapia cellulare e della medicina rigenerativa, unite alle aspettative che hanno suscitato in relazione al loro potenziale di ricerca e terapeutico, hanno accresciuto l’interesse per l’utilizzazione a fini di ricerca degli embrioni che non possono essere trasferiti in utero, come alternativa al loro scongelamento.
Come conseguenza di entrambi i fattori, abbiamo assistito ad un intenso dibattito sui vantaggi e i rischi delle linee di ricerca, che hanno come punto di partenza le cellule staminali. Non si tratta di un dibattito politico, almeno non lo ho mai inteso cosi’, soprattutto quando abbiamo verificato che gli stessi dubbi scientifici ed etici, che noi proponevamo in Spagna, comparivano in dibattiti simili in altri Paesi. Per la precisione si tratta, a mio giudizio, di una questione scientifica, etica e sanitaria.
Per questo, fin dall’inizio, abbiamo scommesso sulla prudenza e sull’analisi rigorosa della realta’ scientifica e sulle implicazioni etiche, ricordando che non era il momento per “fare politica” con la salute dei cittadini. Il nostro modo di agire e’ stato quello di consultare gli esperti, per conoscere quale era lo stato della scienza, e le implicazioni sanitarie ed etiche delle diverse alternative. Per questo abbiamo raccolto le raccomandazioni della Commissione Nazionale della Riproduzione Umana Assistita, del Ministero della Sanita’ e Consumo, e del Comitato di Consulenza di Etica, del ministero di Scienza e Tecnologia.
Le raccomandazioni di tutti loro erano a sostegno, in maniera esplicita, di una modifica della legislazione attuale al fine di ridurre al massimo il numero degli embrioni sovrannumerari, rendere possibile la loro donazione per fini riproduttivi, e permettere la ricerca come alternativa alla loro distruzione, sotto alcune norme rigide di controllo. Entrambi raccomandavano anche la richiesta del consenso informato dei progenitori, e che le ricerche fossero realizzate da gruppi autorizzati, all’interno di progetti che non avessero un carattere lucrativo e fossero diretti alla riduzione della sofferenza umana.
Una volta tenute in conto le raccomandazioni degli esperti, il Governo ha proposto una soluzione aperta alla ricerca e rispettosa dell’embrione umano”. (.)
“Si tratta, secondo me, di una soluzione rigorosa, responsabile, etica ed equilibrata.
E’ una soluzione rigorosa, perche’ parte dalle raccomandazioni degli esperti e dall’analisi rigorosa della realta’ scientifica e giuridica, nazionale e internazionale. E’ una soluzione responsabileperche’ evita l’accumulazione indiscriminata degli embrioni congelati, mettendo le misure perche’, con la collaborazione dei medici e degli utenti delle tecniche di riproduzione assistita, il problema non torni a riprodursi. E’ una soluzione rispettosa perche’ da’ alla coppia l’ultima parola sul destino degli embrioni che si trovano attualmente congelati. E’ una soluzione etica perche’ ci permette la manipolazione di embrioni e rende impossibile il lucro nell’uso delle linee cellulari. Lo e’ anche perche’ si fonda su principi solidi come sono quelli: che la generazione di embrioni umani e’ accettata solo per fini riproduttivi (Legge 35/88 e Codice Penale), che l’embrione umano non e’ una “cosa” ma una realta’ con un valore singolare che lo rende meritevole di protezione (Giurisprudenza del Tribunale Costituzionale), e che ne’ il corpo umano ne’ le sue parti possono essere oggetto di profitto commerciale (Convenzione sui Diritti Umani e sulla Biotecnologia del Consiglio d’Europa). Ed e’ una soluzione equilibrata, perche’ e’ stata costruita a partire dalla ricerca di consenso tra le differenti posizioni esistenti davanti a questioni tanto trascendentali come il rispetto per la vita umana, il desiderio di fertilita’ delle coppie, o il rispetto per la liberta’ della ricerca a favore della salute umana”. (.)

I COMMENTI DI CHI E’ A FAVORE DELLA RICERCA CON GLI EMBRIONI SOVRANNUMERARI

César Nombela, presidente del Comitato di Consulenza Etica e Scientifica del ministero della Scienza e della Tecnologia, ha manifestato subito la sua soddisfazione per la proposta di riforma del Governo, che segue le linee tracciate dal suo stesso Comitato, aggiungendo che “e’ gratificante verificare che la proposta fatta da questo Comitato sia quella che scientificamente e socialmente sia la piu’ accettata”. Nombela ha cosi’ ricordato che il Comitato si era insediato nell’aprile del 2002 per dare delle risposte “alle domande che i faceva la comunita’ scientifica e la societa’, per dare una risposta che coniugasse etica e scienza”. Dopo avere verificato che in Spagna “c’e’ un’eccedenza di embrioni umani sovrannumerari umani congelati, circa 200mila, che non potranno essere usati nella riproduzione assistita e che verranno distrutti, potendo servire per la ricerca per malattie degenerative”, il comitato aveva concluso “proponendo di scongelarli e destinarli alla ricerca”.

La Commissione Nazionale per la Riproduzione Assistita, che cronologicamente era stata la prima a suggerire al Governo di utilizzare gli embrioni sovrannumerari per la ricerca scientifica, chiede pero’ al ministero della Sanita’ di rendere piu’ flessibile il limite del numero di ovociti da impiantare in utero per ciascun ciclo di fecondazione -nel progetto viene fissato a tre-, e di estendere la possibilita’ di fare ricerca con gli embrioni sovrannumerari, anche quelli congelati dopo l’entrata in vigore della norma. Dopo otto ore di riunione, oltre a queste due richieste, c’e’ stata la valutazione “molto positiva” della iniziativa governativa.
Dall’Istituto Dexeus di Barcellona, interviene Anna Veiga, responsabile per l’area della fecondazione in vitro, valutando come una “notizia molto buona” la decisione del Governo. Veiga che in passato era stata anche componente della Commissione Nazionale di Riproduzione Assistita, ricorda che “abbiamo aspettato per molto tempo questa riforma della legge”, che “a suo tempo fu pionieristica, mentre ora e’ completamente sorpassata”. Sul limite di impiantare tre embrioni, la Veiga si dice che puo’ essere una soluzione ai troppi parti gemellari, e che comunque visto che l’ultima parola l’avra’ comunque il medico, in caso fosse utile il numero potra’ essere rivisto. L’applicazione e l’utilizzazione delle cellule staminali embrionali nella ricerca, per la Veiga devono essere allargate anche ad altre malattie che non siano il Parkinson, l’Alzheimer o il diabete. All’Istituto Dexeus vengono stimati in 10 mila gli embrioni congelati, 3 mila quelli da oltre cinque anni.

Il direttore dell’Istituto Valenziano di Infertilita’ (IVI), José Remohí, ha commentato cosi’: applaudiamo alla misura del Governo. La riceviamo molto felici di potere iniziare una linea di ricerca e di fare uscire gli embrioni congelati immagazzinati nel centro, che fino ad ora non avevano un destino chiaro”. “Potere lavorare e usare cellule staminali embrionali sara’ il futuro e portera’ il trattamento per molte malattie a cui si potra’ dare una soluzione”. All’Ivi ci sono piu’ di 10 mila embrioni sovrannumerari, e per Remohí e’ “logico” imporre delle misure di controllo, delle autorizzazioni, all’esistenza di un registro “cosi’ come si fa con tutti gli organi per i trapianti”, sono “misure corrette e necessarie e con queste si garantira’ il buon uso degli embrioni e la privacy delle coppie”, ha aggiunto Remohí.

Sempre dall’IVI, ma con accenti diversi e’ arrivato il commento di Antonio Pelliccer, direttore dell’Istituto e portavoce della Commissione Nazionale di Riproduzione Assistita, che a caldo, il giorno stesso in cui il Governo aveva resa nota la proposta, aveva messo in allarme sulla possibilita’ che cosi’ si sarebbe ridotto il successo delle terapie di fertilizzazione. “Abbiamo fatto un passo avanti nel campo della ricerca, nel dare il via libera alla ricerca con le cellule staminali embrionali, e tre passi indietro in tema di trattamenti di riproduzione assistita”, spiegava Pellicer. Se in Spagna il tasso di successo delle fecondazioni in vitro e’ attualmente del 50%, simile a quello dei Paesi piu’ avanzati del mondo in materia come Usa e Gran Bretagna, limitando la possibilita’ di inseminazione a tre ovuli, “andremo a livelli di Germania e Svizzera, che hanno un tasso di successo del 20%”, aggiungeva Pellicer.

“Non e’ la legge che avrei scritto io”, ha commentato Bernat Soria, che comunque si e’ dichiarato soddisfatto perche’ “apre le porte alla ricerca”. Soria, che dirige l’Istituto di Biongegneria dell’Universita’ Miguel Hernández de Elche e che sta lavorando con le staminali embrionali all’Universita’ Nazionale di Singapore, spiega: “Questa non e’ la legge che avrei scritto io, ma uno deve essere cosciente dell’ambiente in cui lavora e che cosi’ si aprono porte che hanno un valore simbolico molto importante. A volte il problema della ricerca con gli embrioni non e’ tanto in se’, ma cio’ che rappresenta per alcuni che di quello ne fanno una bandiera, ma noi scienziati non abbiamo bandiere”. A suo parere una legge come quella britannica “sarebbe meglio”, ma nel frattempo “una legge come questa ci permette di lavorare e bisogna sottolineare lo sforzo di coloro che l’hanno fatta, basti pensare a dove stavano ideologicamente solo due anni fa -i redattori- e dove stanno ora”. “Non mi piacerebbe dare un’immagine negativa, ma positiva dello sforzo realizzato, e per quanto non risponde a tutte le richieste, risponde ad alcune”, ha sottolineato Soria.

La Federazione dei Diabetici Spagnoli e la Lega Europea dei Diabetici hanno espresso subito la loro soddisfazione. Rafael Sánchez Olmos, presidente della Federazione dei Diabetici Spagnoli: “come pazienti abbiamo la speranza che si possa, con la ricerca sugli embrioni, ottenere una cura. (.) Siamo d’accordo con il fatto che si permetta solo la ricerca per fini terapeutici e scartiamo qualsiasi altra finalita’ che non sia questa”. Sánchez Olmos ha anche spiegato che la loro lotta e’ da due anni che sta andando avanti assieme ad altre associazioni di altre patologie, alla comunita’ scientifica e al sostegno dei mezzi di comunicazione, perche’ il loro sogno “divenisse realta’”. Ora e’ necessario che questa legge arrivi in Parlamento a novembre, altrimenti non ci sarebbe piu’ il tempo per approvarla entro la fine dell’attuale legislazione. “Gli scienziati piu’ prestigiosi, compresi i premi Nobel, la societa’ e i gruppi parlamentari stavano chiedendo che la legislazione spagnola fosse in linea con quella del mondo e, sembra, che alla fine avverra’”. Sánchez Olmos, infine, ha anche ringraziato la ministra alla Sanita’ Ana Pastor, che a differenza della ministra precedente, Celia Villalobos, aveva incontrato la federazione e fin dal suo insediamento (9 mesi fa) si era mostrata disponibile ad affrontare la questione. Da parte sua il presidente della Lega Europea dei Diabetici, José Antonio Herada, racconta: “e’ da quattro anni che chiedevamo al presidente Aznar che su questo tema prevalesse la ragionevolezza”. La legge accoglie quelle che erano state le loro richieste, dai rigidi controlli per evitare speculazioni alle garanzie per i pazienti che gli embrioni arrivassero in buone condizioni: “sono le stesse condizioni che impone la Commissione Europea”, precisa e poi conclude: “ora cio’ che manca e’ che ci sia una ricerca rapida e agile; e’ il futuro per questi bambini che stano nascendo con il diabete, la possibile soluzione alla loro malattia”.

La portavoce della Commissione Scienza e Tecnologia del gruppo socialista alla Camera dei Deputati, Jaime Lissavetzky ha commentato come “un passo avanti” la decisione della riforma, pur rammaricandosi che “si sia perso tanto tempo semplicemente per l’ottusita’ del Governo”. Per Lissavetzky “e’ deplorevole che sia stato perso tempo tanto prezioso -almeno di due anni- senza fare caso alle raccomandazioni dei tecnici e degli esperti della Commissione della Riproduzione Assistita”. Periodo durante il quale il Psoe ha presentato almeno 30 iniziative in cui chiedeva al Governo di autorizzare la ricerca con le cellule staminali derivanti da embrioni sovrannumerari.
Appunti e critiche al progetto di riforma sono arrivate da Consuel Rumí, la segretaria per gli Affari Sociali e Immigrazione del Psoe, soprattutto nella parte che limita a tre gli ovuli da fecondare e da impiantare per ogni ciclo di fecondazione medicalmente assistita. Ma la Rumí va oltre e denuncia che la riforma e’ stata utilizzata dalla ministra solo per ottenere dei titoli sui giornali, “e’ un autentico inganno” che pregiudichera’ le coppie sterili, per cui “si condannera’ un 15% delle persone con problemi al fallimento”. Con la scusa di evitare i parti gemellari, sara’ possibile impiantare solo tre ovuli fecondati per ciclo di fecondazione. Il Psoe ha preannunciato che presentera’ un progetto di legge alternativo.

La portavoce del gruppo di Izquierda Unita nella Commissione Sanita’ della Camera dei Deputati, Marisa Castro si e’ subito rallegrata per la proposta di modifica della legge sulla procreazione assistita che’ “alla fine ci riconcilia con la comunita’ scientifica e “evitera’ l’esilio” dei ricercatori verso altri Paesi dove sono autorizzate le ricerche con le staminali embrionali. Peccato che il partito popolare non abbia saputo sfruttare l’opportunita’ che nel corso degli anni sia il suo gruppo che quello dei socialisti avevano offerti, e in questo senso crede che questo “cambio di opinione” si debba a ragioni “elettoralistiche” visto il “poco tempo che resta al Governo per mettere in scena le sue politiche” in vista delle prossime elezioni generali che si terranno nella primavera del 2004.

Il presidente della Junta andalusa, Manuel Chaves si rallegra con il Governo, una decisione “positiva” per i molti malati che fino ad ora avevano visto frustrate le loro speranze di guarigione e di cura. Chaves ha anche ricordato che la sua Comunidad autonoma sara’ comunque la prima in Spagna che approvera’ una legge per autorizzare la ricerca scientifica con gli embrioni sovrannumerari a settembre-ottobre. Xavier Pomés, consigliere catalano alla Sanita’ si e’ rallegrato perche’ “alla fine” il Governo “si e’ deciso a riformare” una legge del 1988 “obsoleta e completamente superata”, ricordando che fin dall’ottobre del 2001 il Comitato di Bioetica della Catalogna e la Commissione di Consulenza Tecnica per la Riproduzione Assistita del suo dicastero avevano consegnato un parere favorevole alla ricerca con gli embrioni sovrannumerari. Il consigliere valenziano alla Sanita’, Vicente Rambla, ha giudicato la proposta di riforma come “un gran progresso in tema di ricerca” giunta dopo avere avuto tutti i pareri e il sostegno della comunita’ scientifica e dopo che anche l’Unione Europea aveva ritenuto fare dei cambiamenti normativi per poter liberare i fondi su queste ricerche.

I COMMENTI DI CHI E’ CONTRO LA RICERCA CON GLI EMBRIONI SOVRANNUMERARI

Ma sono arrivati anche dei pareri fortemente critici. Il Cid, Comitato Indipendente dei Diabetici, ha chiesto alla ministra alla Sanita’ di destinare “le risorse pubbliche necessarie per la ricerca con le cellule staminali adulte”, e che non “distragga” i fondi verso “iniziative piu’ popolari ma con meno efficacia e futuro scientifico”, quali sono -per il Cid- gli studi con le cellule staminali embrionali. “Determinati gruppi di pressione, mossi esclusivamente da evidenti interessi economici, stanno manipolando la societa’ spagnola per sfruttare la sua straordinaria sensibilita’ rispetto alla malattia, per giustificare avidamente la ricerca con gli embrioni umani, silenziando i sentimenti della maggioranza dei diabetici che chiedono piu’ fondi all’Amministrazione per la ricerca con le staminali adulte e di non sostenere a nostro nome la ricerca con gli embrioni umani”.
Il Comitato Esecutivo della Conferenza Episcopale Spagnola e’ intervenuto il giorno stesso in cui il Consiglio dei ministri ha varato la proposta di riforma per definirla “insoddisfacente” e “molto insufficiente”. Per i vescovi una legge “tanto profondamente ingiusta” era gia’ quella del 1988, dove “si viola il diritto dei figli a essere procreati con l’atto di fecondazione di una donazione impersonale dei genitori e che si trattano come se fossero oggetti creati, andando a ledere cosi’ la loro dignita’ di persone”. “Ci si dovrebbe ispirare al principio per cui la scienza deve porsi al servizio della salute e dell’integrita’ fisica e spirituale delle persone, senza essere mai utilizzata per disporre misure che soppiantano la relazione interpersonale di procreare con una relazione tecnica di produzione di esseri umani”. “Disgraziatamente la riforma che il Governo pensa di realizzare e’ insoddisfacente, poiche’ non risponde a tale principio. In maniera tale che la legge riformata continuera’ ad essere ingiusta, perche’ continuera’ a rendere legalmente possibile la produzione di esseri umani”, scrivono ancora i vescovi nel documento reso noto la sera del 25 luglio. Ma su qualche punto si trovano in linea con le decisioni del Governo, che in parte interpretano come una riduzione dei danni, come la limitazione al numero di embrioni fecondati e da trasferire per ciclo e l’assunzione di responsabilita’ dei progenitori sugli embrioni congelati. I vescovi colgono cosi’ l’occasione per ribadire il loro pensiero sull’embrione umano: “non e’ una cosa ne’ un mero aggregato di cellule vive, ma il primo stadio dell’esistenza di un essere umano. Tutti noi siamo stati embrioni. Per cui, non e’ lecito spezzargli la vita ne’ fare nulla con loro che non sia per il loro stesso beneficio”. L’episcopato entra poi in dettagli squisitamente tecnici e di interpretazione della legge e spiega che “secondo i nostri dati, la Legge proposta ne’ autorizza ne’ proibisce espressamente che gli embrioni congelati attualmente esistenti siano impiegati in queste ricerche, che sarebbe condannabile dal punto di vista morale. Su questo e’ necessaria una maggiore chiarezza”. L’interpretazione della Chiesa Cattolica e’ che deve essere lasciato alla natura di “fare il suo corso” interrompendo la loro crioconservazione, e percio’ che si produca la loro morte, spiegando anche che lasciare morire in pace non e’ la stessa cosa che uccidere. Solo allora una volta dichiarata la morte gli embrioni potranno essere considerati come “donatori” delle loro cellule, in questo caso trattate come organi o tessuti provenienti da cadaveri.
“Per noi gli embrioni sono persone”, ha chiarito l’arcivescovo di Valladolid, Braulio Rodríguez che sul tema delle cellule staminali embrionali ha denunciato come la Spagna “ha voluto porsi in testa dell’hit parade nel numero di embrioni congelati e di conseguenza degli embrioni sovrannumerari”. Quindi ha anche spiegato rispetto ai malati di Alzheimer e di Parkinson che potranno beneficiare di queste ricerche, che dirgli che i loro problemi “saranno risolti da un giorno all’altro e’ mentire”.
Il presidente dei Medici Cristiani della Catalogna, Josep Maria Simón, definisce seccamente la riforma una “sciocchezza”, e spiega che “nonostante questa ricerca si realizzera’ sotto stretti controlli” e solo per gli embrioni congelati non vitali, “senza volere si da il via libera anche a tutte le altre opzioni”. Insomma per Simón “sara’ impossibile controllare” e “la frode alla legge e’ assicurata”. Ma vengono fatte anche delle previsioni: “aumentera’ il numero delle coppie che inizieranno dei procedimenti di fecondazione in vitro, per cui anche aumenteranno gli aborti”. Simón aggiunge che il Governo si e’ visto sotto pressione “da parte dell’opinione mondiale”, ma “questo costera’ voti al partito popolare”. Sulle soluzioni per gli embrioni sovrannumerari Simón propone: che la coppi se li impianti, che li doni, o che li mantenga congelati fino a che non vengano realizzate ricerche con gli embrioni animali”. La proposta della Chiesa Cattolica per Simón “non e’ una buona soluzione”, cioe’ quella di “rispettare il principio di evitare l’accanimento terapeutico”, e scegliere percio’ di “scongelare gli embrioni, battezzarli e lasciarli morire in pace”. L’embrione umano e’ “un membro in piu’ della specie dell’Homo Sapiens e, percio’, soggetto al diritto alla vita”. La nuova legge prevede anche la creazione di una serie di enti e di organismi di controllo -il Centro Nazionale della Ricerca Cellulare e di Medicina Rigenerativa, la Banca Nazionale delle Linee Cellulari e la Commissione di Controllo e Assistenza per la Donazione e l’Utilizzazione delle Cellule e dei Tessuti Umani. Per Simón saranno “nuove strutture burocratiche che funzioneranno secondo regolamenti ancora non conosciuti e che complicheranno molto il lavoro del potere giudiziario in caso di trasgressione della leggi”, in un campo in cui “le prove sono sempre microscopiche e molte volte difficili da ottenere”.