Sciopero dei taxi. Il giorno dopo….
Le scene sono state quelle abituali. Ha circolato la battuta “sciopero dei taxi? Non me ne sono accorto… non li trovo mai…”. La corporazione (57 sigle tra associazioni e sindacati) ha dato la sua prova di forza. Il loro obiettivo era il governo, considerato accondiscendente perché dovrebbe emanare i decreti attuativi (“taglia code -1”) di una legge del 2019 sulla riorganizzazione del settore. I taxisti però non si sono accorti che proprio questo governo è loro partner: ad ogni loro rimostranza, si è mostrato sempre accondiscendente, come il ritiro della norma che prevedeva la possibilità di cumulare licenze per la guida della medesima auto, e approvando un’altra norma che era già prevista, la possibilità dei Comuni a rilasciare il 20% in più di licenze (2); oltre a stabilire che tutti i soldi che i Comuni incassano per le licenze vadano ai taxisti (la legge Bersani prevedeva 20% per migliorare il servizio di trasporto pubblico e il resto ai taxisti per compensazione).
La situazione è che Antitrust chiede di andare oltre questo 20% e nei Comuni non ci sono bandi di assegnazione di licenze da tempi memorabili (ha fatto “scuola” Livorno, con l’ultimo bando del 1977 – 3).
Per capire con chi abbiamo a che fare. Si pensi che il reddito medio nazionale di un taxista nel 2019 è di poco più di 15mila euro l’anno. Taxisti che spesso hanno il pos rotto per il pagamento e che infieriscono contro un loro collega bolognese che pubblica i propri incassi sui social.
Ed ora, nonostante lo sciopero, tutto continua ad essere immobile. Primo perché ci sono le elezioni tra un paio di settimane, secondo perché lo studio dei nostri governanti per non turbare la corporazione è – dicono – in corso d’opera.
Lo sciopero, praticamente, è servito perché i taxi si sfogassero (in Rete ci sono video dei loro approcci. durante la manifestazione romana, con chi la pensa diversamente) e ricordassero al loro governo che nella reciproca amicizia, le regole le dettano loro.
E’ bene ricordare che non è questione di amicizia di un governo di destra, ché anche quando i governi erano diversi, la situazione di accondiscenza governativa era la stessa. La differenza è che in questi ultimi mesi la questione è più che mai all’ordine del giorno perché è esplosa la domanda per questo servizio (turismo e non solo).
Il giorno dopo lo sciopero, quindi, tutto come prima. Liberalizzazione? Non se ne parla.
1 – il Registro elettronico nazionale, il foglio di servizio per il Noleggio con conducente (Ncc) e la regolamentazione delle piattaforme digitali d’intermediazione (incluse Uber e Freenow).
2 – A Roma entro luglio dovrebbe arrivare il bando per mille nuove licenze. Milano a marzo ha pubblicato il bando per 450 nuove licenze. A Bologna sono previste 72 licenze in più.
3 – a Genova dal 1980, a Roma dal 2006, Milano dal 2003
Qui il video sul canale YouTube di Aduc
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