Proposta di legge della “Rosa nel Pugno” per legalizzare l’eutanasia. E a scuola vietato parlarne.
Il 19 gennaio e’ stata depositata in Parlamento una proposta di legge dalla “Rosa nel Pugno” che prevede l’eutanasia attiva per i malati senza alcuna speranza di vita, e la possibilita’ di chiedere l’interruzione di terapie e alimentazione artificiali (ovvero l’eutanasia passiva) anche per i minori -questa puo’ essere chiesta anche dai loro genitori o tutori.
Nella proposta si afferma il diritto per il malato ad una morte dignitosa e all’autodeterminazione per scelte che riguardano la propria vita, anche attraverso dichiarazioni anticipate. E’ infatti previsto anche il testamento biologico, con il quale sara’ possibile chiedere di sottoporsi a trattamento eutanasico qualora la malattia provocasse la perdita delle facolta’ mentali.
Contraria la Federazione degli Ordini dei medici che, richiamandosi al Codice deontologico, definisce quella del medico “una professione di vita, tesa a curare, guarire e alleviare il dolore, tanto piu’ quando si tratta di bambini.” Diverso il parere di Umberto Veronesi, medico ed ex ministro della Sanita’ da anni impegnato in iniziative a favore dell’eutanasia dichiara: ” Io non lo farei perche’ e’ vietato per legge, ma se fosse consentito non avrei difficolta’ ad aiutare una persona in condizioni disperate”.
Oltre al prevedibile dissenso dei partiti conservatori di maggioranza, anche la gran parte dei partiti del centro-sinistra ha espresso la propria contrarieta’ alla proposta di legge della “Rosa nel Pugno”. Rosy Bindi (Margherita) definisce questa iniziativa “autonoma e di un movimento politico, non e’ e non sare’ mai nostra”, mentre Luciano Violante (presidente dei deputati Ds) dichiara: “sono contrario a una legge, temo diventerebbe un modo per far morire i malati poveri.”
Pare quindi che la discussione sull’eutanasia e sul testamento biologico debbano aspettare ancora, vista l’opposizione della quasi totalita’ delle forze politiche italiane.
Ma oltre che difficile parlarne in Parlamento, sembra che non se ne possa neanche parlare a scuola. E’ quanto si deduce da cio’ che e’ accaduto in un liceo di Torino dove Silvio Viale, medico gia’ noto per essere uno dei pionieri della pillola abortiva RU486, ha tentato di stimolare il confronto sull’eutanasia con la presentazione di un filmato dell’associazione Exit. Invece del confronto fra il ginecologo torinese e don Giuseppe Zeppegno, teologo della curia della medesima citta’, gli studenti del liceo Einstein hanno solo potuto prendere atto di una cancellazione all’ultimo minuto. L’ “Osservatore Romano”, organo della Conferenza Episcopale Italiana (Cei), ha bollato l’iniziativa di Viale “Lezioni di morte”.
Se il dibattito sembra esser stato cassato dalla quasi totalita’ della classe politica ed ecclesiastica italiana, sembra invece continuare fra i cattolici italiani, che al 38% si dichiarano favorevoli all’eutanasia in un sondaggio Eurispes svolto il 17 gennaio.