Portogallo. Gli embrioni sovrannumerari potrebbero essere usati per il beneficio dell’umanita’
Il Portogallo avra’ con Josè Manuel Durao Barroso la presidenza della prossima Commissione Europea, percio’ un ruolo importante anche per questioni aperte come quella dei finanziamenti alle ricerche scientifiche con le cellule staminali embrionali.
Nello scontro che ha portato alla mancanza di accordo tra i Quindici -nel frattempo divenuti Venticinque- occorre ricordare che il Portogallo si era schierato con l’Italia contro il finanziamento europeo di tali ricerche. E tra le motivazioni ufficiali il Portogallo aveva inserito anche la mancanza di una legge nel proprio Paese, o meglio la situazione di stallo in attesa della presentazione da parte del Governo di una proposta di legge.
Il Governo aspettava a sua volta il parere di un suo organo consultivo: il Consiglio Nazionale di Etica per le Scienze della Vita (CNECV). Ora il parere e’ finalmente arrivato, e tutto fa prefigurare che il “cattolico Portogallo”, segua la “cattolica Spagna” e si inserisca tra quei Paesi che guardano alla ricerca scientifica con un atteggiamento positivo e non oscurantista.
Il Consiglio Nazionale di Etica per le Scienze della Vita ha reso pubblico il 29 luglio il parere sulla Procreazione Medicalmente Assistita, approvato a maggioranza il 27 luglio. Sono 28 punti, una relazione e le dichiarazioni di voto dei componenti del Consiglio, in cui si analizzano le questioni etiche collegate alle tecniche di fecondazione assistita. Tre temi sono stati quelli che hanno scaldato maggiormente il dibattito: la ricerca con gli embrioni umani, il ricorso alla donazione di spermatozoi e ovociti (gameti) e l’anonimato, o meno, dei donatori. Il parere del Consiglio lascia una porta aperta alla ricerca con gli embrioni sovrannumerari, permette la donazione di gameti e si schiera per la possibilita’ di identificare i donatori.
Alla questione degli embrioni sovrannumerari e alla ricerca scientifica sono dedicati ben 8 punti.
La presidente del Consiglio, la giurista Paula Martinho da Silva, ha riassunto in una conferenza stampa le questioni etiche e le posizioni del Consiglio in merito alle tecniche di procreazione medicalmente assistita. Ad esempio, devono essere utilizzate solo nei casi di sterilita’? La PMA ha l’obbiettivo di risolvere questi problemi e “non devono essere utilizzati per altri fini”. E siccome altri fini potrebbero essere anche quelli di evitare la trasmissione di malattie genetiche, “abbiamo riconosciuto che in situazioni in cui il desiderio di una coppia di realizzare un progetto parentale puo’ far rischiare la trasmissione di malattie genetiche o altre malattie, ci possa essere un’eccezione” a questo principio.
Nel documento si dice che i beneficiari delle tecniche di fecondazione assistita sono coppie eterosessuali, con una relazione stabile, sposati o che convivono. I gameti da utilizzare sono quelli della coppia, ma si ammette, per ragioni mediche, la possibilita’ di usare spermatozoi e ovociti donati. Il donatore comunque non potra’ rimanere anonimo.
Questo punto della mancanza di garanzia dell’anonimato fu un motivo per cui nel 1999 il presidente Jorge Sampaio non promulgo’ la legge che regolamentava le tecniche di Pma, un altro era la limitazione del numero di ovociti da inseminare per ottenerne embrioni.
Sugli embrioni sovrannumerari e sul loro destino riportiamo direttamente il testo del Parere n.44 sulla Procreazione Medicalmente Assistita.
“(18) La realizzazione delle tecniche di Pma deve impedire la produzione di un numero di embrioni superiore a quello destinato al trasferimento -embrioni eccedenti-, per rispondere al principio del rispetto per la vita umana, cosi’ come ridurre l’incidenza delle gravidanze multiple [.]
(19) Tutti gli embrioni umani hanno il diritto alla vita e allo sviluppo, [.] l’embrione originato in vitro dovra’ fare sempre parte di un progetto parentale.
(20) La promozione dell’adozione degli embrioni e’ la procedura etica piu’ adeguata in riferimento agli embrioni eccedenti attualmente esistenti, cosi’ come per quelli che, per circostanze o per altre ragioni imponderabili, verranno in futuro ad essere esclusi dal proprio progetto parentale originario, poiche’ e’ l’unico procedimento che permette di reinserire un embrione in un progetto parentale, compiendo il suo destino originale di trasferimento in utero e garantendo il suo diritto alla vita e allo sviluppo.
(21) Nel caso che l’adozione embrionaria non si verifichi in un tempo utile, compromettendo cosi’ la possibilita’ di vita e di sviluppo dell’embrione, si devono prendere in considerazione le possibili alternative di destino da dare agli embrioni eccedenti, la loro messa a disposizione per la ricerca scientifica o la loro distruzione.
(22) La ricerca scientifica con gli embrioni umani e’ eticamente legittima quando viene realizzata a beneficio dello stesso embrione. Potranno essere considerate deroghe a questo enunciato generale quando l’unico destino alternativo fosse quello della distruzione dell’embrione. In questa situazione, gli embrioni potrebbero essere utilizzati per la ricerca scientifica che, non agendo a beneficio loro, risulti a beneficio dell’umanita’.
(23) Qualunque progetto di ricerca scientifica con gli embrioni umani deve essere rigorosamente verificato dagli organi competenti gia’ predisposti, sia per la qualita’ scientifica del progetto e dei ricercatori responsabili e sia per il grado di beneficio per l’umanita’, dovendo anche essere oggetto di una verifica nelle diverse fasi di sviluppo, nell’osservanza di direttrici etico-giuridiche comuni a tutte la sperimentazione nelle persone umane.
(24) Nessuno dei ricercatori coinvolti nella ricerca scientifica con embrioni potra’ appartenere a centri di PMA e/o istituzioni in cui si mantengono embrioni crioconservati, al fine di evitare un conflitto di interessi potenzialmente penalizzante della vita e dello sviluppo dell’embrione.
(25) La creazione di embrioni solo per fini di ricerca scientifica non e’ eticamente accettabile.
(26) Quando dopo la fertilizzazione dell’ovocita avviene la formazione spontanea di embrioni biologicamente non vitali, questi sono, per questo motivo, esclusi da qualsiasi progetto parentale e potranno essere messi a disposizione per la ricerca”.
Il parere del Consiglio, che era stato richiesto anche dal Parlamento -che si trova ad esaminare delle proposte di legge sul tema-, non e’ vincolante. Sia il Governo, nella stesura della sua proposta di legge, che il Parlamento al momento del voto, possono percio’ non tenerne conto, ma e’ il primo documento governativo che si schiera per la possibilita’ di destinare gli embrioni sovrannumerari alla ricerca scientifica, pur con le attenzioni e le limitazioni del caso. Per settembre il Consiglio avviera’ un altro dibattito importante che lo portera’ ad elaborare un parere sulla ricerca scientifica con le cellule staminali.
L’intero documento e’ consultabile nel sito Internet del CNECV: clicca qui