Pesticida glifosato. Il Parlamento europeo lo avrebbe approvato in base ad un rapporto copiato dalla Monsanto

 Secondo un rapporto del Parlamento europeo, le autorità di regolamentazione dell’UE hanno basato la decisione di autorizzare il glifosato, nel 2017, su una valutazione manipolata dalle aziende del settore.
Un gruppo di eurodeputati ha commissionato un’indagine su quanto rivelato dal quotidiano britannico The Guardian: gli studi federali tedeschi per la valutazione del rischio (BfR) sarebbero stati copiati e incollati da studi di Monsanto.
I risultati dello studio sono stati pubblicati poche ore prima del voto parlamentare per maggiori controlli indipendente sull’approvazione dei pesticidi.
Gli autori sostengono di aver trovato “prove evidenti della deliberata falsificazione di una valutazione indipendente da parte del BfR, mentre in realtà l’autorità faceva solo eco alla valutazione richiesta dalle aziende del settore”.
Molly Scott Cato, eurodeputato verde, ha affermato che la portata del presunto plagio degli autori del BfR mostrata dal nuovo documento è “estremamente allarmante”.
“Questo aiuta a spiegare perché la valutazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sul glifosato come probabile cancerogeno per l’uomo sia così in disaccordo con le valutazione dell’UE, che hanno avvallato come salubre questo pesticida tossico, non prendendo in considerazione gli avvertimenti sui suoi pericoli”.
Lo studio ha evidenziato il plagio nel 50,1% dei capitoli che valutano gli studi pubblicati sui rischi per la salute, inclusi interi paragrafi e intere pagine di testo.
L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), si è basta sui dati BfR per raccomandare la sicurezza del glifosato.
Un portavoce dell’Efsa ha dichiarato: “Il rapporto non fornisce alcuna nuova informazione scientifica che rimetta in discussione la valutazione e le conclusioni sul glifosato. L’EFSA è fermamente convinta dell’integrità dei suoi processi di valutazione del rischio e delle sue conclusioni sul glifosato. “
In una dichiarazione, il BfR ha respinto ogni accusa di inganno intenzionale, affermando che i suoi autori avevano valutato i rapporti rilevanti del settore prima di selezionare alcuni testi da “integrare”. “Spesso rileviamo che la complessità della procedura convenzionale per la riapprovazione dei principi attivi dei pesticidi non è stata usata correttamente”, ha affermato il dott. Andreas Hensel, del BfR.. “Il termine ‘plagio’ non è rilevante in questo contesto.”
Un’analisi separata dei metodi di ricerca utilizzati per valutare il glifosato dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) dell’OMS e dall’Agenzia per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti (EPA) ha sollevato anche questioni sull’indipendenza normativa.
E’ stato scoperto che i regolatori dell’EPA hanno utilizzato rapporti di settore non pubblicati nel 63% degli studi che hanno valutato, mentre la IARC si è basata esclusivamente sulla letteratura disponibile al pubblico.
Quasi tre quarti dei documenti sottoposti a peer review esaminati dallo IARC hanno rilevato genotossicità nel glifosato, rispetto a solo l’1% delle analisi del settore, secondo uno studio pubblicato su Environmental Sciences Europe.
Jo Lewis, direttore delle politiche della Soil Association, ha dichiarato: “È inaccettabile che gli studi sull’industria dei pesticidi ricevano un riconoscimento maggiore rispetto alla letteratura scientifica sottoposta a peer review. Mentre questo documento si concentra sull’EPA degli Stati Uniti, sono state fatte critiche simili alle decisioni dell’UE e temiamo che al di fuori dell’UE aumenteranno le pressioni per approvare i pesticidi “.

(da un articolo di Arthur Neslen, pubblicato sul quotidiano The Guardian del 15/01/2019)