Persone fragili, caldo e solitudine. Appello caregiver ai Comuni
Caldo e afa nelle città grandi e piccole stanno mettendo a dura prova la già difficile vita di persone bisognevoli di cure e assistenza e cosi anche per tutti i soggetti fragili che siano anziani o meno. La solitudine gioca un brutto ruolo che puo’ sfociare in situazioni di gravità che possiamo prevenire subito con soluzioni rapide ed economiche.
In questo contesto sono i Comuni in prima linea che possono arginare il fenomeno intervenendo rapidamente con l’impiego diretto dei lavoratori disoccupati che percepiscono il reddito di cittadinanza istituendo principalmente diversi tipi di servizi alla popolazione bisognevole per accertate condizioni di malattia o di solitudine o di altre fragilità.
Un servizio continuativo di assistenza residenziale di base non professionale come compagnia, pulizia abitazione, somministrazione pasti, ecc. va pensato per coloro che sono in condizioni di grave disabilità e vivono con un solo familiare o da soli, per cui è necessario un servizio di presenza per almeno 8/12 ore al giorni per sette giorni su sette, onde consentire al caregiver di riferimento di avere degli spazi liberi e per assolvere alle necessità assistenziali da svolgere fuori l’abitazione, come fare la spese, comprare i farmaci, sbrigare le pratiche amministrative. Stesso servizio puo’ essere pensato per le persone fragili che sono sole o che non hanno una persona presente nel corso della giornata in via continuativa, oppure che hanno un solo convivente che abbisogna di tempo libero per riposo e per altre necessità.
Un altro servizio similare puo’ essere disposto a tempo parziale in funzione delle domanda dell’utente e un altro servizio puo’ riguardare i servizi domiciliari per acquisti, farmaci, pratiche sanitarie e amministrative, etc. con apposito numero verde.
Separatamente un servizio di emergenza 24h fatto da personale reperibile per ogni esigenza che eviti l’isolamento della persona fragile quando incorra in situazioni di isolamento imprevedibile come per esempio il caregiver familiare o l’accompagnatore che si sente male o che deve ricorrere al pronto soccorso. Accostare al servizio di compagnia e assistenza di base un servizio di medicina domiciliare è un altro aspetto importante da valutare per controllare la salute dei soggetti bisognevoli.
Al servizio possono essere chiamate anche le associazioni di volontariato. i comitati della CRI con i volontari e con le infermiere volontarie che hanno ispettorati sparsi per tutta Italia, le parrocchie, le misericordie, ecc.
Un contesto domestico e ambientale migliore può ridurre gli effetti della disabilità fisica e prolungare la permanenza di anziani e disabili in casa, con effetti benefici sulla loro salute. Consente, inoltre, di riorganizzare i servizi pubblici in modo più efficace e più efficiente, riducendo il ricorso all’ospedalizzazione a favore dell’assistenza domiciliare.
Quando si pensa alla vita delle persone sole o fragili, troppo spesso siamo portati a considerare per prima cosa le loro problematiche sanitarie finendo così per avere un quadro complessivo limitato di quello che in realtà sia. Ci sono per altro molti soggetti che sono del tutto autosufficienti ma hanno piccole limitazioni che necessitano proprio di non essere lasciate sole. Considerazioni che per altro verso portano i caregiver a pensare che da soli devono affrontare un universo di incombenze senza che nessuno li possa aiutare a sostenere un compito che è solo volontario e per nulla obbligato, e soprattutto sul tipo di assistenza di cui necessitano i loro cari, che deve essere garantito dal SSN e dagli enti locali. Ad aggravare le cose, ecco che tutta questa situazione influisce anche sulla socialità di questi fragili che inutilmente sono costretti ad affrontare quello che è uno dei principali nemici della vita: la solitudine.
La solitudine influenza profondamente la salute fisica e psicologica
Negli studi di psicologia si evidenzia il ruolo fondamentale dei contatti sociali nel contribuire alla qualità della vita della persona. Non solo in termini di mantenimento di uno stile attivo, efficace e indipendente, quanto anche nel rispondere ai bisogni di protezione, sicurezza e appartenenza. Allo stimolo a livello cognitivo, nelle funzioni mnemoniche e di orientamento, la motivazionale sociale contrasta con il decadimento cognitivo che procede quasi in parallelo con la compromissione delle autonomie di movimento e funzionalità. Il fatto poi che la persona sia anche bisognevole di assistenza di base e di compagnia, pone il tema al centro degli obiettivi pubblici di salute e di benessere dei cittadini. Ogni aiuto svolto all’interno delle mura domestiche per i soggetti non autosufficienti diventa grande opera di sostegno reale che, oltre ogni farsa retorica fondata solo su belle parole, rappresenta un sostegno importante nella vita dei cittadini piu’ fragili.
Resta nelle mani delle amministrazioni comunali passare dalle parole ai fatti. Partire dal caldo climatico per assicurare un servizio tutto l’anno resta un obiettivo serio da realizzare rapidamente.
* Marco Valerio – Coordinamento Etico Nazionale Caregiver
collaboratore Aduc
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