Perche’ un notiziario sulle cellule staminali
Dopo gli attentati dell’11 settembre, l’altro tema che ha suscitato l’interesse dell’opinione pubblica mondiale nel 2001 e’ sicuramente quello legato alla “clonazione umana”. Le virgolette in questo caso sono d’obbligo, perche’ se il timore di un nuovo Frankenstein e’ un aspetto futuribile della posta in gioco, di fatto sembra essere l’unico ad emergere nell’acceso dibattito che si e’ scatenato in seguito ai progressi della ricerca sulle cellule staminali.
Il 2002 vedra’ molte istituzioni, a cominciare dal Parlamento Europeo, di fronte al compito di decidere come affrontare le nuove sfide della scienza.
Fino ad ora, salvo poche eccezioni, le istituzioni deputate a governare questo settore hanno reagito con la solita politica dello struzzo condita qua e la’ da assurdi provvedimenti “proibizionistici”, lasciandosi sopravanzare dalla realta’ dei fatti, cioe’ che siamo tutti certi che la ricerca andra’ comunque avanti, nonostante le restrizioni poste da questo o quel Governo, scoprendo eventualmente nuove applicazioni terapeutiche. Quello che invece al momento non sappiamo e’ se le nuove terapie saranno agibili a tutti (o se saranno appannaggio di chi vive in Paesi “illuminati” o ha abbastanza soldi per recarvisi) e se la loro qualita’ sara’ garantita da meccanismi di controllo adeguati e trasparenti (o se sara’ affidata alle “regole” del mercato clandestino).
Eccoli i fatti, per l’appunto questi sono gli unici argomenti di fronte ai quali si trovano i cittadini, in questo caso nelle vesti di malati, ricercatori, medici o lavoratori di aziende che operano nel settore. Cittadini che chiedono alle istituzioni tutela e garanzia dei propri diritti.
In Italia, che quanto a certezza del diritto non ha mai dato il buon esempio, siamo sempre in attesa che il Parlamento si decida a legiferare in materia. Il nostro Paese ha aderito alla convenzione di Oviedo del 1997 ed al Protocollo aggiunto alla stessa l’anno successivo. Questi trattati, pur non ponendo divieti alla ricerca sugli embrioni, impongono agli Stati firmatari di regolamentarla e di adottare specifici provvedimenti di legge per vietare la clonazione umana, anche a scopo di ricerca.
Per fornire al legislatore un’ adeguata conoscenza del problema, il 7 settembre 2000 l’allora ministro della Salute, Umberto Veronesi, aveva nominato una “Commissione di studio sull’utilizzo di cellule staminali per finalita’ terapeutiche”, presieduta dal premio Nobel Renato Dulbecco. La Commissione, nel documento consegnato il 28 dicembre 2000, raccomandava di finanziare la ricerca su tutti i tipi di cellule staminali, anche su quelle embrionali. Riguardo l’uso delle tecniche di clonazione, il rapporto prevedeva la possibilita’ di evitare la creazione di “embrioni clonati” mediante l’utilizzo della cosiddetta tecnica di trasferimento nucleare, ovvero il trapianto di nuclei somatici in ovociti enucleati. Com’era prevedibile, le conclusioni della Commissione hanno immediatamente suscitato le reazioni del Papa e delle alte gerarchie cattoliche, mettendo in serio imbarazzo gran parte dei politici nostrani, inducendoli a prendere tempo. Nel frattempo e’ cambiata la maggioranza politica al Governo. Il successore di Veronesi, l’attuale ministro della Salute Girolamo Sirchia, che nella Commissione Dulbecco faceva parte di una minoranza contraria alla ricerca sugli embrioni, ha applicato le leggi della politica anche ai documenti tecnici, cancellando nei fatti il rapporto Dulbecco ed istituendo una nuova Commissione sulle cellule staminali. Non pago di questo, Sirchia non perde occasione per rilasciare interviste in cui enuncia la sua personale contrarieta’ alla ricerca sulle cellule staminali embrionali, come se fosse una convinzione largamente condivisa dalla comunita’ scientifica. Per quanto ci riguarda, il ministro Sirchia e’ libero di pensarla come vuole. Non vorremmo pero’ che le sorti della ricerca e, soprattutto della salute pubblica, fossero affidate alle sue personali convinzioni morali.
Percio’, con l’inizio del 2002 abbiamo deciso di ristrutturare la pagina dedicata alla petizione per la “clonazione terapeutica” arricchendola di articoli di approfondimento e di un notiziario che, almeno inizialmente, uscira’ ogni 14 giorni. La nostra intenzione e’ quella di arrivare alla costruzione di un vero e proprio portale di informazione, in cui i consumatori possano trovare sia aggiornamenti sull’evoluzione della ricerca scientifica, sia strumenti per valutare l’impatto sulla salute pubblica dei provvedimenti adottati dalle istituzioni di diversi Paesi.