Perché la cannabis fa venire fame
“Munchies” in inglese, “foncedalle” in francese, “voglia di spuntino” in italiano. Che tu sia un consumatore di cannabis o meno, questa sensazione di fame che segue il consumo di una canna è un fenomeno ben noto. E un team di ricercatori ha appena fatto luce su come funziona…
Un adulto su due ha già consumato cannabis in Francia e ha quindi probabilmente sperimentato quella che viene comunemente chiamata “la foncedalle”, questa sensazione di bocca pastosa e di fame irrefrenabile che spinge i consumatori a mangiare tutto e niente dopo aver fumato uno spinello.
Stomaco o cervello?
Uno studio recente ha appena evidenziato come la cannabis faccia venire fame. Verdetto: niente a che vedere con lo stomaco. Il farmaco agisce effettivamente su neuroni specifici, che normalmente si attivano quando si prevede di mangiare cibi gustosi. Utilizzando un vaporizzatore di cannabis sui topi, abbinato a tecniche di imaging del calcio, che dimostrano la depolarizzazione dei neuroni – comprenderne l’attivazione -, e strumenti di manipolazione genetica, che permettono di attivare e disattivare le reti neurali a piacimento, gli scienziati hanno evidenziato i effetti della cannabis su alcune cellule che governano il nostro appetito.
Hanno dimostrato che l’esposizione alla cannabis ha attivato specificamente i neuroni AgRP per i neuroni proteici legati ad Agouti, cellule presenti nell’ipotalamo, che producono un neuropeptide che gioca un ruolo cruciale nell’assunzione di cibo, controbilanciando gli effetti di altre molecole anoressigene, come la melanocortina. In altre parole, e in parole ancora più semplici, quando viene secreto fa venire fame. Per garantire il coinvolgimento di questi neuroni nel meccanismo foncedalle, li hanno inibiti utilizzando un virus che aveva il compito di prenderli di mira. Nei topi i cui neuroni AgRP erano inibiti, la cannabis non ha più avuto effetti significativi sull’assunzione di cibo, il che dimostra chiaramente che è attraverso queste cellule che la cannabis agisce sulla nostra sensazione di fame.
Un mistero finalmente risolto?
Questi risultati si aggiungono a quelli di numerosi altri studi, che da anni tentano di far luce su questo sorprendente fenomeno. Uno di questi, pubblicato nel 2014 sulla rivista Nature Neuroscience, suggerisce in particolare che il THC, la molecola di punta della cannabis, acuisce la nostra percezione degli odori e del gusto. Ma è del tutto possibile che con i neuroni AgRP i ricercatori abbiano scoperto la chiave definitiva di questo grande mistero. Punto in più: questa ricerca ci permette di conoscere sempre di più i meccanismi neurofisiologici della nostra assunzione di cibo. Un altro studio recente, pubblicato nel novembre 2023 sulla rivista Nature, ha dimostrato che la sazietà è un processo sequenziale, in cui i neuroni sono responsabili dell’adattamento del nostro comportamento a brevissimo termine e altri a lungo termine. Dobbiamo sperare che questo tipo di scoperte possano tradursi in progressi clinici contro malattie come l’obesità, l’anoressia nervosa o la malnutrizione in patologie gravi come il cancro.
(Julien Hernandez su Futura-Sciences del 03/02/2024)
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