Pasta più cara? Il Governo trasforma un problema in propaganda, Che fare

Il prezzo della pasta a marzo 2023 è del 17,5% in più rispetto ad un anno fa mentre la materia prima è diminuita di prezzo. E tanti hanno gridato allo scandalo, chiedendo interventi istituzionali… e non si capisce quali.

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha colto la palla al balzo ed ha convocato la Commissione di allerta rapida e il Garante dei prezzi per esaminare questi rincari.

Sicuramente ci verrà detto che l’aumento non è legato al costo della materia prima ma alla crescita dell’inflazione, ed essendo la pasta non fatta di solo grano, all’aumento del suo costo al dettaglio contano anche energia, trasporti, imballaggi, lavoro, etc. …. e quindi, cosa farà il Governo? Nulla:  non è compito suo indagare su eventuali condotte illecite (cartelli o comportamenti collusivi, per esempio), ma è materia Antitrust. Se qualcuno individua un tentativo di condizionare il mercato, è a questa Autorità che occorre rivolgersi, non al Governo che, nello specifico, non è la soluzione ma parte del problema, visto che è suo compito fare politiche per evitare che l’inflazione aumenti e, al momento (politiche monetarie e fiscali) non sembrano adeguate. 

Invece abbiamo il ministro, la commissione, Mister Prezzi, probabilmente indagini della Guardia di Finanza… tutto un ambaradan inutile di costi pubblici  con una sola motivazione: far vedere che se ne stanno occupando e far credere, per questo, di essere dalla parte del giusto.
Questa del Governo si chiama propaganda e non politica.

Intanto, noi consumatori possiamo farci meno male col nostro metodo per eccellenza: il non acquisto. Cambiare marca di pasta scegliendo quelle meno costose e di uguale qualità: le cosiddette “nolabel” di alcuni supermercati, spesso prodotte dalle stesse aziende che, quando usano il proprio marchio superpubblicizzato e famoso, fanno pagare anche il 30-50% in più. Oppure sostituire la pasta con altri prodotti con uguali valori nutritivi, tipo riso, patate, legumi, etc.

Tutti metodi che, inoltre, danno un segnale a chi vende e commercializza la pasta: se tu aumenti i prezzi io non compro….

Qui il video sul canale YouTube di Aduc
 

CHI PAGA ADUC
l’associazione non percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille)
La sua forza economica sono iscrizioni e contributi donati da chi la ritiene utile

DONA ORA