Migranti 2022. Tremila morti nel mondo
Gli sbarchi di migranti attraverso le navi Ong sollevano clamore politico e mediatico ma sono responsabili di una minima parte della massa di clandestini che arriva più silenziosamente in Italia via mare.
Dall’inizio di quest’anno, secondo i dati del Viminale aggiornati all’8 novembre, è di oltre 89mila persone, a fronte delle circa 10mila portate in salvo dalle Ong. Solo dal 22 ottobre, giorno dell’insediamento del governo Meloni, al 5 novembre sono stati censiti oltre 9mila migranti sbarcati, rispetto al migliaio soccorso dalle quattro navi umanitarie finite in questi giorni nell’occhio del ciclone politico.
E non si tratta di una novità.
Secondo le statistiche degli ultimi anni, il totale degli approdi sulle coste italiane è diviso tra sbarchi autonomi, e soccorsi in mare da parte della Guardia costiera, di navi mercantili e della Guardia di Finanza.
Le quote sono indicate nel rapporto annuale presentato dal Viminale a metà agosto: 53% gli arrivi in autonomia (gran parte dalla rotta tunisina), 47% le persone soccorse in mare, di cui il 16% attraverso Ong.
Nel complesso, dal 2017 sono sbarcate in Italia 330 mila persone, una minima parte delle quali, peraltro, ha chiesto asilo politico.
Tra il 2019 e il 2021, Eurostat certifica che il Italia le richieste sono state il 6,5% del totale raccolto nei Paesi Ue.
Il primato lo detiene la Germania, con l’accoglienza di un richiedente asilo ogni 561 abitanti, seguita dalla Francia con uno ogni 652. L’Italia si ferma a uno ogni 1.308 abianti.
Ma per tanti migranti che riescono a salvarsi, ce ne sono altri che non ce la fanno.
Secondo l’Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim), agenzia delle Nazioni Unite, da gennaio ad agosto di quest’anno nel Mediterraneo ci sono state oltre mille vittime, tra morti e dispersi, nelle rotte che arrivano dal Nord Africa e dal Medio Oriente. Si tratta di una terzo degli oltre 3mila morti e dispersi in fuga nel mondo, e che fanno del Mediterraneo la via più pericolosa. Si tratta di stime al ribasso, visto che molti incidenti potrebbero non essere stati intercettati. I dati certi descrivono una diminuzione delle vittime nel Mediterraneo tra il 2016 e il 2021 (da oltre 5mila a poco più di 2mila) dovuta al rafforzamento nel 2016 dell’agenzia Frontex, la Guardia di frontiera e costiera europea.
La sorveglianza, però, non ha aumentato le condizioni di sicurezza dei migranti, tanto meno dopo l’accordo internazionale stipulato tra l’Ue e la Turchia (2016) e il Memorandum Italia-Libia (2017) rinnovato a fine ottobre. Le due intese sono finalizzate a trattenere i profughi al di fuori dai confini europei, ma al prezzo di detenzioni e violenze che spingono migliaia di persone a fuggire e a rischiare la vita in mare.
(Italpress)
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