Lotta alle droghe. La nuova politica del presidente colombiano Gustavo Pedro
Alla chiusura della Conferenza Latinoamericana e dei Caraibi sulla Droga, il presidente Gustavo Petro ha presentato la nuova politica della Colombia sulla droga, che prevede un cambiamento nel modo di affrontare il problema, per lasciarsi alle spalle la guerra alla droga.
“Questa guerra è fallita”, ha sostenuto il presidente colombiano, affermando che affrontare il fenomeno solo a livello militare non è stato efficace.
Per questo motivo, la nuova strategia colombiana, che ha come orizzonte applicativo i prossimi 10 anni, si articola su 8 assi che comprendono azioni per la trasformazione delle regioni, la salute pubblica, la regolamentazione delle sostanze e anche la persecuzione delle grandi organizzazioni criminali.
Con questi si punta a raggiungere obiettivi come la riduzione, entro il 2026, di 90.000 ettari di coca per uso illecito, che secondo il governo si tradurrà in una diminuzione del 43% della produzione di cocaina.
Dei 90.000 ettari in meno di coca, 69.000 verrebbero sradicati volontariamente, quando i coltivatori passeranno ad attività legittime; e 23mila sarebbero eliminati con la forza in grandi gruppi di organizzazioni illegali. Secondo il governo ciò comporterebbe perdite tra i 55 e gli 86 miliardi di dollari per le finanze delle organizzazioni criminali.
Il governo assicura che la sua nuova politica consentirà a quasi 50.000 famiglie, delle quasi 115.000 che attualmente dipendono dalla coca per il proprio sostentamento, di orientarsi verso attività economiche legali nei 3 anni che restano al Presidente.
Gli assi della nuova strategia contro la droga
La nuova politica sulla droga è stata costruita dal Ministero della Giustizia e il suo primo asse è la trasformazione territoriale nell’ambito di un “Modello di intervento globale per il transito verso le economie legali”, con il quale si cerca di eliminare progressivamente la dipendenza delle comunità e dei territori sulle economie legate alla droga illecita.
La strategia inizia con il contenimento dell’espansione delle colture per uso illecito – garantendo un trattamento differenziato ai piccoli agricoltori – e prosegue con una serie di interventi per portare beni e servizi pubblici e creare alternative economiche legali nelle regioni.
Per contenere l’espansione delle colture, i coltivatori devono impegnarsi a non espandere le aree coltivate e l’eradicazione volontaria avrà la priorità. D’altra parte, l’eradicazione forzata sarà applicata solo alle colture che non sono “piccoli coltivatori”, quelle che espandono la loro superficie dopo la pubblicazione di questa politica o che vengono piantate dopo tale data. Allo stesso modo, a coloro che dispongono di infrastrutture per la produzione di cocaina o che non rispettano gli impegni di sostituzione.
Il secondo asse della politica riguarda la tutela ambientale dei territori colpiti dall’economia illecita della droga. Si tratta di mitigare e correggere gli impatti ambientali della produzione illegale di droga e di strategie per contrastare il traffico di droga. In questo senso verranno promosse azioni come la gestione sostenibile delle foreste e l’economia rigenerativa.
Il terzo asse si chiama “Attenzione alle popolazioni vulnerabili di fronte ai mercati urbani della droga” e comprende azioni strategiche, tra le altre, volte a prevenire il collegamento delle popolazioni vulnerabili alle economie della droga; e promuovere misure sanzionatorie differenziate per le persone vulnerabili nei contesti urbani che hanno commesso reati legati alla droga.
In quarto luogo, la politica presenta misure contro il “consumo di sostanze psicoattive derivanti dall’assistenza sanitaria globale, dalla salute pubblica e dai diritti umani”. A questo punto si parla di prevenzione del consumo di sostanze psicoattive (PAS), soprattutto nei bambini.
Vengono proposte strategie anche per le persone con tossicodipendenza, alle quali verrebbe garantita l’assistenza con un ampliamento dell’offerta dei servizi, si parla addirittura di utilizzare beni estinti dal narcotraffico per disporre di locali di consumo vigilati. Allo stesso modo, sono incluse strategie per ridurre i rischi e i danni dovuti al consumo, come i test antidroga.
Il quinto asse è “Colpire gli attori strategici e di valore del sistema del traffico di droga” e comprende misure affinché la Forza Pubblica generi condizioni di sicurezza per la trasformazione territoriale attraverso lo smantellamento dei laboratori, l’aumento dell’interdizione, il controllo degli input e precursori chimici, impatto sul riciclaggio e lotta alla corruzione. Questo perché la politica sulla droga riconosce che il processo di transizione verso economie lecite deve essere accompagnato da una strategia di sicurezza territoriale e di pace.
Il sesto componente della politica è “Regolamentazione equa e responsabile” e parla di progressi nella regolamentazione degli usi terapeutici, scientifici, nutraceutici, medici e di altri scopi legali della pianta di coca. Per evitare che questo si generi, occorre favorire la crescita dei raccolti, si propone di iniziare “con iniziative controllate dallo Stato, in coordinamento con le comunità che esprimono la loro volontà di passare alla legalità e i cui raccolti sono stati coltivati ??prima della pubblicazione di questa politica”.
Il settimo asse riguarda una trasformazione volta a cambiare l’immaginario sulla droga promuovendo, tra gli altri, un’informazione basata su prove, strumenti culturali e artistici, la rivendicazione dei territori più colpiti dal traffico di droga.
Infine, l’ultimo asse della politica si intitola “Diplomazia internazionale per il cambiamento” e parla della promozione di nuove discussioni globali sulla droga e della proposta di revisione del quadro giuridico internazionale a questo riguardo.
(CE Noticias Financieras del 10/09/2023)
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