L’intelligenza artificiale previene il rischio mortale. Una sentinella per il cuore

Istruire un computer che elabori in maniera sequenziale le istruzioni tipiche del funzionamento della mente umana consentirà di accelerare i tempi di analisi di un processo patologico in corso.

Negli ultimi anni si è assistito a importanti trasformazioni nella medicina cardiovascolare guidata dall’applicazione dell’intelligenza artificiale (IA),  i cui livelli di interazione hanno avuto una crescita esponenziale. Sono state coinvolte più sottospecialità cardiovascolari tra cui cardiopatia ischemica, insufficienza cardiaca e aritmia.

La morte improvvisa per aritmia è una delle principali cause di mortalità in tutto il mondo, soprattutto per le persone con malattie cardiache. Sebbene i dispositivi impiantabili possano prevenirne gli effetti, gli strumenti di valutazione per identificare le persone a rischio sono ancora inadeguati.

Un modello di intelligenza artificiale che insegni al computer ad elaborare i dati in modo che si ispiri al cervello umano, e in grado di riconoscere schemi complessi per elaborare informazioni e previsioni accurate, anticipa la probabilità  di morte cardiaca improvvisa nei pazienti con malattie cardiache, offrendo un’opportunità per l’intervento clinico.

Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica “Nature” dimostra che l’identificazione precoce di pazienti vulnerabili ha il potenziale per migliorare gli esiti finali e rappresenta una sfida sostanziale nella pratica clinica. La ricerca, che ha coinvolto 39 medici e 15.965 pazienti, ha valutato la capacità di un elettrocardiogramma (ECG), abilitato all’intelligenza artificiale, di identificare i pazienti ospedalizzati con un alto rischio di mortalità.

L’intervento di allerta tra intelligenza artificiale ed elettrocardiogramma  (IA-ECG), che includeva un referto e messaggi di avvertimento trasmessi ai medici, segnalava i pazienti ad alto rischio di mortalità. Lo studio ha raggiunto il suo esito primario rilevando che l’implementazione dell’allerta combinata tra IA-ECG era associata a una significativa riduzione della mortalità entro 90 giorni. Un’analisi specificata ha mostrato che la riduzione della percentuale di decessi per le cause associata all’allerta IA-ECG è stata osservata principalmente nei pazienti con elettrocardiogramma ad alto rischio. Nelle analisi degli esiti secondari, i pazienti nel gruppo di intervento con ECG ad elevato pericolo, hanno ricevuto livelli maggiori di terapia intensiva rispetto al gruppo di controllo; nel primo gruppo l’attivazione dell’allerta IA-ECG è stata associata a una significativa riduzione del rischio di morte cardiaca pari al 31% dei decessi totali tra i pazienti ad alto rischio. È ovviamente e ampiamente riconosciuto che fornire cure intensive a pazienti critici riduce la mortalità.

L’onere complessivo delle malattie critiche è maggiore di quanto comunemente riconosciuto e si prevede che aumenterà con l’invecchiamento della popolazione. Da rilevare, in ogni caso, che la maggior parte degli arresti cardiaci intra-ospedalieri sono potenzialmente prevenibili.

In sintesi, l’utilizzo dell’IA ha consentito di prevenire eventi negativi e di predisporre cure migliori per superare i momenti  drammatici nei pazienti affetti da malattie cardiache.

L’intelligenza artificiale non sostituirà quella umana ma potrà salvare vite umane.

(Articolo pubblicato sul quotidiano Laragione del 14 maggio 2024)

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