Italia: non è un Paese per giovani. Governo, giustizia, rave
Chissà come finirà con questa storia della legge ad hoc per impedire i raveparty (e non solo) (1). Vedremo.
Una cosa emerge: l’Italia sembra non essere un Paese per giovani. Certo, ci sono giovani e giovani. Inclusi quelli che non vanno ai concerti e ai cortei o che sfilano a Predappio, ma innegabilmente esistono anche i giovani che vanno ai raveparty… e non sono pochi. Qualcuno ritiene che lo Stato debba obbligarli ad essere come lui vuole, ma riteniamo ardua questa impresa e, di conseguenza, comprendiamo che questi “qualcuno” si facciano forti solo grazie ai rigori di leggi ad hoc.
Intanto, però, esiste il conformismo che, nella fattispecie, si manifesta con la rincorsa ad essere “più reali del re”.
Sembra che di questo si sia ammantato il neo-ministro della Giustizia, Carlo Nordio che, partito in quarta con affermazioni e speranza garantiste, sembra si sia arenato nella melma della sua maggioranza.
E su questo ne vedremo delle belle: persone, associazioni, aziende, istituti, fondazioni, partiti, cooperative… e chi più ne ha più ne metta: tutte prese dal consueto “dobbiamo pur vivere”.
In proposito, prendiamo atto di una sentenza dei giorni scorsi di un giudice di Grosseto: a conferma che le leggi in materia gà ci sono, ha assolto 11 giovani fermati a caso tra i migliaia di un rave ad Orbetello nel 2016, assolvendoli dall’accusa di occupazione abusiva, ma condannandoli a complessivi 11mila euro per i danni arrecati alla proprietà (danni che non si capisce quali siano stati, visto che i ragazzi, dopo il rave in un posto abbandonato, avevano anche pulito tutto).
Di cosa ci lamentiamo? Dell’allineamento, suo malgrado e con una certa ipocrisia, del giudice di Grosseto alla filosofia giuridica della legge anti-rave del nuovo governo… addolcendola usando “solo” le leggi gà esistenti, ma non rinunciando al voler dire ai ragazzi che certe cose non si fanno… ed ecco il risarcimento dei danni inesistenti. Il classico “un colpo alla botte ed uno al cerchio”.
Questo a significare che il nostro Paese non è per giovani anche nella versione senza legge anti-rave … figuriamoci con questa nuova legge.
Siamo messi male. Invece di porsi il problema (e risolverlo) che sarebbero necessari spazi adeguati per questi raduni musicali, si cerca solo di penalizzarli. Impedendoli del tutto (governo) o punendoli economicamente (giudice di Grosseto).
1 – Qui l’opinione del presidente delle camere penali, Giandomenico Caiazza
l’associazione non percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille)
La sua forza economica sono iscrizioni e contributi donati da chi la ritiene utile
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