Irlanda. Contro il divieto, cellule staminali sul traghetto

Una societa’ che offre un trattamento controverso a base di iniezioni con cellule staminali ai malati di sclerosi multipla ed altre malattie neurologiche sta prendendo in considerazione una via per aggirare la normativa vigente. L’idea e’ quella di portare i centinaia di pazienti che ne fanno richiesta a largo dalle coste irlandesi, in acque internazionali.
La Advanced Cell Therapeutics (ACT) fornisce cellule staminali derivate dal cordone ombelicale a 12 cliniche sparse per il mondo, incluse alcune cliniche in Spagna ed in Olanda. La domanda dalla Gran Bretagna, dove la procedura e’ proibita, si e’ moltiplicata dopo che alcuni quotidiani inglesi hanno pubblicato storie di pazienti che ne avrebbero beneficiato in maniera definita quasi miracolosa.
Secondo quanto riporta il quotidiano britannico The Guardian, la societa’ ha intenzione di circumnavigare la messa al bando portando i pazienti su un traghetto e somministrando la terapia in acque internazionali. “ACT offre un’alternativa conveniente, che include un esame e una consultazione preliminare presso la clinica di Cork nel giorno in cui e’ programmato il trattamento. La somministrazione della terapia con cellule staminali avra’ luogo in acque internazionali a bordo di un traghetto. Il costo del prezzo del viaggio e del pernottamento sara’ coperto da ACT”, si legge in una nota scritta dalla societa’ stessa ai propri pazienti.
Il medico che gestisce la clinica di Cork, John Dunphy, e’ sotto indagine da parte del Consiglio medico irlandese per la sua collaborazione con ACT. “Quando c’e’ una controversia come questa, e’ normale che si apra un’indagine”, ha detto. Dunphy ha comunque negato di voler trattare i pazienti sul traghetto. “Dovrete parlare con ACT. Io sto solamente collaborando con ACT. Stiamo cercando ogni possibile via legale per trattare i pazienti”.
Il medico irlandese ha cominciato ad interessarsi di cellule staminali quando ha scoperto che la sorella soffriva di sclerosi multipla. Poiche’ le liste di attesa per il trattamento in cliniche straniere erano troppo lunghe, Dunphy decise di iniziare lui stesso a somministrare anche, nel suo Paese, il trattamento ideato da ACT.