Inquinamento aria interni. I materiali in causa?
Siamo condannati a dover respirare aria sporca in casa, anche quando la stessa e’ stata rinnovata con materiali piu’ rispettosi dell’ambiente? Il rischio e’ in ogni caso tangibile, dopo i risultati di uno studio americano pubblicato il 12 settembre nella rivista Environment international.
I ricercatori riportano i dati relativi alla qualita’ dell’aria degli interni misurata nell’ambito delle abitazioni di Boston. Queste case, di recente rimodernate secondo le norme ecologiche di costruzione, avevano ottenuto l’etichetta verde internazionale LEED (leadership in Energy and Environment Design) per la loro efficacia energetica, superiore del 35% rispetto a quella delle case standard.
Per individuare l’inquinamento dei materiali utilizzati per il rinnovo, tra quelli legati ai modelli di vita degli abitanti, i ricercatori hanno fatto dei prelievi in due tempi: prima con le case pulite, poi dopo che gli abitanti le avevano pulite. A partire da campioni di aria e polvere, hanno quantificato i tassi di circa 100 composti organici volatili (COV) e semi volatili (COSV), tra cui i ritardatori di fiamma, gli ftalati, i pesticidi, i profumi, i solventi clorati e la formaldeide.
Se la presenza di alcune molecole nelle case pulite non ha sorpreso gli scienziati -essenzialmente i solventi utilizzati nella pittura (cicloesanone, toluene, etilbenzene e xilene)-, gli stessi hanno ugualmente individuato composti la cui presenza e’ generalmente attribuita a prodotti per la pulizia e oggetti di vita quotidiana. Si trattava, per esempio, di due benzofenoni (BP e BP-3), che normalmente si trovano nello smalto per le unghie e nei profumi. Secondo i ricercatori, queste sostanze potrebbero provenire da pitture -anche quelle che sono con deboli emissioni di COV- e dai prodotti di rifinitura dei pavimenti.
Altri tipi di molecole ritrovate: la TCIPP e la TCDIPP, due ritardatori di fiamma la cui emissione e’ ordinariamente attribuita ai mobili e che potrebbero, per l’occasione, provenire da materiale di isolamento.
C’e’ da notare che i ricercatori non hanno incluso dei campioni provenienti da abitazioni costruite con materiali non durevoli, fatto che implica che il numero e la concentrazione degli inquinanti individuati non puo’ essere comparato al criterio del tipo di alloggio.
Secondo Robin Dodson, ricercatore al Silent Spring Institute e autore principale dello studio, “la maggior parte dei palazzi sono concepiti senza che la salute degli abitanti sia presa in considerazione. Per cui, l’inquinamento dell’aria degli interni puo’ portare ad tutta una serie di problemi di salute”.
La toluene e lo xilene, per esempio, sono irritanti e neurotossici, mentre alcuni ritardatori di fiamma come il TCDIPP sono associati ad una perdita di fertilita’ maschile. Alcuni dati su uomini e animali suggeriscono che il filtro solare BP-3 potrebbe essere tossico per la riproduzione.
Anche i modi di vita in causa
La presenza di formaldeide -una sostanza biocida e conservatrice, classificata come cancerogena per l’uomo da parte del Centro internazionale di ricerca sul cancro (CIRC)- e’ stata rilevata sia prima che dopo le pulizie degli abitanti. Le fonti di contaminazione per questa sostanza, sono in effetti diverse: materiali da costruzione, lastre di particelle, mobili, prodotti per l’igiene, ma anche fumo di sigaretta e cottura degli alimenti.
L’emanazione di altre molecole inquinanti e’ stata attribuita in modo particolare al modo di vita dei residenti. E’ per l’appunto il caso del triclosan -un antibatterico contenuto in alcuni prodotti per l’igiene e sospettato di avere un effetto pertubartore endocrino- o dei profumi di sintesi.
…..
(da un articolo di Sylvie Burnouf, pubblicato sul quotidiano le Monde del 14/09/2017)