Governo. Conte e la bufala della Grecia

  Evocare paure. E’ quello che ha fatto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in una intervista a un giornale tedesco, in vista del Consiglio europeo di giovedì prossimo, dove si discuteranno le iniziative per affrontare la crisi sanitaria ed economica.

Quale è la paura? Il Meccanismo europeo di Stabilità, il Mes. 
Si sostiene che la sua applicazione provocherebbe in Italia una crisi simile a quella vissuta dalla Grecia.

Vediamo.

La crisi della Grecia è iniziata nel 2009, il Mes è stato varato nel 2012. Il Mes è stato approvato dalla Lega nel 2011 e nel 2019, e dal M5S nel 2019. 
Curioso che si accusi il Mes di provocare danni proprio da coloro che l’hanno approvato.

La crisi greca inizia nell’autunno del 2009, quando il neo-primo ministro George Papandreou, rivela pubblicamente che i bilanci economici, trasmessi dai precedenti governi greci all’Unione europea, erano stati falsificati.
L’Italia non ha mai falsificato i bilanci.

Il debito pubblico greco è stato classificato a livello di “spazzatura” (junk bond) nel 2010.
Il debito pubblico italiano non è mai stato classificato spazzatura.

Dunque, la situazione drammatica vissuta dalla Grecia non ha nulla a che vedere con quella italiana e allora perché si evoca la Grecia quando si è in procinto di sedersi al tavolo delle trattative con gli altri governi dell’Eurozona? Perché si insiste con la proposta di Coronabond quando questo strumento è stato bocciato pochi giorni fa dal Parlamento europeo e quando si sa che, per attuarlo, occorre modificare i trattati europei e occorrono tempi più che lunghi?

Quando il Governo si siederà al tavolo per  trattare le migliori condizioni per l’attuazione del Mes (36 miliardi per spese sanitarie italiane), dello Sure (7 miliardi per i disoccupati italiani) e per attivare i fondi della Banca europea degli investimenti (200 miliardi complessivi) per i prestiti a medie e piccole imprese, oltre a quelli già operativi della Commissione europea? 
Quando il Governo si attrezzerà per impegnare i fondi europei invece di mandarli indietro perché non è in grado di utilizzarli?

Ultima domanda: visto che il Governo si lamenta, giustamente, che l’Europa non ci ha aiutato nella prima fase di questa crisi sanitaria, sarebbe utile sapere perché l’Italia non ha partecipato alla riunione del Comitato per la sicurezza sanitaria europea, del 31 gennaio scorso, nel corso della quale è stato affrontato il problema della fornitura di mascherine e di altro materiale protettivo contro il Coronavirus.