Germania. Paletti per la ricerca

Il 5 maggio, il Bundestag (Camera dei Deputati) ha istituito la Commissione denominata Etica e Diritto nella Medicina moderna. E’ composta di 13 parlamentari e di 13 esperti nominati dai partiti, e dovra’ pronunciarsi su questioni di sicura rilevanza.

La prima: se il diritto all’autodeterminazione sia estensibile anche alla scelta del come porre fine alla propria vita.
La seconda: se sia possibile fare esperimenti su una persona impossibilitata a dare il proprio consenso.
La terza: se il rapporto di fiducia tra un paziente e un medico-ricercatore non sia inficiato dall’interesse scientifico di quest’ultimo.
La quarta: quali problemi potrebbe sollevare la nanobiotecnologia.

E’ anche probabile che dovra’ trattare nuovamente la questione della PID, ossia la diagnosi genetica pre-impianto, su cui il plenum del Bundestag deve ancora votare.

Il presidente della Commissione e’ Rene’ Roespel, un biologo di 38 anni, su posizioni piuttosto restrittive. Infatti e’ contrario alla PID e all’importazione di cellule staminali embrionali perche’ -sostiene- con la loro importazione si gettano le basi per la produzione e la distruzione di embrioni a scopo scientifico. In effetti i suoi timori hanno appena ottenuto nuova linfa dal neurofisiologo Juergen Heschler. Questo ricercatore di Monaco sta facendo ricerche su cellule staminali importate, e ha gia’ annunciato di “voler esercitare una certa pressione lobbistica sul mondo politico” affinche’ si autorizzi il reperimento di embrioni finalizzati alla clonazione terapeutica. A parte la rigidita’ del presidente della nuova Commissione, Hescheler dovra’ vedersela con l’ostilita’ di altri commissari e anche con la maggioranza del Bundestag. Se mai potra’ ottenere qualcosa dal suo contraltare, e cioe’ dal Consiglio Etico Nazionale del Cancelliere Schroeder, che e’ piu’ aperto verso la ricerca scientifica.

Una nota a margine riguardo alle Commissioni parlamentari in generale.
Il politologo Ralf Altenhof ha analizzato le varie commissioni che si sono succedute dal 1969 al 2000, arrivando a concludere che le commissioni del Bundestag approfondiscono molto le materie su cui sono chiamate a discutere, con il risultato che durano troppo a lungo e di solito arrivano fuori tempo massimo. In altre parole, i loro tempi non coincidono con quelli della politica, e tanto meno con quelli della scienza, per cui alla fine diventano strumenti inservibili.