Il futuro è nell’urina
Dall’urina umana i ricercatori svizzeri ricavano fosforo per le piante
Molti pensano con terrore al momento in cui il petrolio verrà a mancare. Eppure c’è una materia prima, forse ancora più importante e insostituibile, che potrebbe esaurirsi prima. E’ il fosforo.
Il fosforo è un elemento nutritivo indispensabile per le piante e ha un ruolo centrale nell’apporto energetico del corpo umano. Come concime lo si ricava da minerali, i cui maggiori giacimenti sono sotto il controllo di Cina, Marocco e Stati Uniti. Alcuni studi indicano che il cosiddetto “Peak Phosphor” sarà raggiunto nel 2030, poi la richiesta si ridurrà gradualmente. Tra 50 o 100 anni le riserve dovrebbero essere esaurite.
“Questi studi vanno presi con le molle”, spiega Kai Udert dell’Istituto svizzero per la ricerca sulle acque (Eawag). “Potranno uscire nuove ricerche che spostano la data del picco”. Eppure, prima o poi la fine arriverà. E giacché il fosforo è insostituibile, l’ingegnere si preoccupa di come in futuro si potrà provvedere alla mancanza. Con la sua équipe ha intravisto una riserva curiosa: l’urina umana.
“Una persona espelle 1,6-1,7 grammi di fosforo al giorno, di cui il 60% con l’urina”, dice Udert. Sembra poco. Ma, secondo uno studio di Dana Cordell della Linkoeping University (Svezia), calcolando l’umanità intera si arriva a 3 milioni di tonnellate l’anno (Global Environmental Change, vol. 19, pag.292). “L’urina potrebbe fornire oltre la metà del concime necessario al frumento”, dice Cordell.
Sì, ma come si ricava il fosforo dall’urina e che forma le si dà perché diventi un concime utilizzabile? Un tipo di procedura l’hanno sperimentata i tecnici di Eawag in un progetto pilota a Siddhipur presso Kathmandu (Nepal). Il villaggio si prestava a quell’esperimento poiché lì, dove mancano le fognature, si sono istallati dei gabinetti a circuito chiuso, che le persone hanno imparato a usare. Poi si è provveduto a separare l’urina dalle feci. “In questo modo è possibile sfruttare l’urina come fornitore di fosforo in forma concentrata”, spiega Udert.
Siamo ancora agli esordi e lontani da un affare redditizio. Ma sia Kai Udert sia il suo collega Michael Waechter non desistono. “L’urina è troppo preziosa per buttarla via”. Oltre al fosforo contiene altri elementi preziosi da utilizzare come concime: azoto, zolfo, potassio.
I milioni di Bill Gates
Esiste un altro progetto per ripescare integralmente le sostanze nutritive dall’urina. E’ iniziato in questi giorni in Sudafrica, durerà quattro anni ed è sostenuto dalla Fondazione Bill & Melinda Gates con 2.235.000 euro. Anche in Sudafrica, nella regione eThekwini attorno a Durban, gli svizzeri sfruttano il fatto che da qualche tempo le autorità locali promuovano i gabinetti “asciutti” con la canalizzazione separata delle urine. Ce ne sono già 90.000 in funzione.
Intanto, nei laboratori di Ewag, Udert e Waechter hanno stabilizzato chimicamente l’urina fresca con l’aiuto di batteri. E tramite la vaporizzazione sono riusciti a produrre una polvere in cui sono contenute praticamente tutte le sostanze nutritive. “In polvere -o meglio ancora in forma di granulato- le sostanze buone per le piante si trasportano e si rimuovono meglio, e poi sparisce l’odore di urina”, spiega Waechter. Nelle periferie di Durban si tratta di tradurre il procedimento in realtà e di adattarlo su scala 1:1.
Riciclando le sostanze nutritive dell’urina in sistemi decentrati, senza passare totalmente per le fognature, si fornirebbe concime al mercato locale e nello stesso tempo si eviterebbe di oberare troppo i corsi d’acqua con le acque di scarico, riducendo in tal modo i costi di depurazione. “Questi sistemi rappresentano un nuovo modo di pensare”, dice Kai Udert. “Ed è plausibile che un giorno questa tecnologia ritorni dal Sud a noi”. Perché anche nel nostro Nord capita sempre più spesso che gli impianti di depurazione arrivino ai limiti della loro capacità.
(articolo di Patrick Imhasly, pubblicato sul quotidiano Neue Zurcher Zeitung del 07/11/2010. Traduzione di Rosa a Marca)