Frutta o succhi di frutta puri?

 Gli effetti sulla salute dei succhi di frutta puri, rispetto a frutta e bevande zuccherate, sono tra gli argomenti oggetto di dibattito nella sanità pubblica. In Usa sono considerati come frutta, le autorità indicano che la metà delle raccomandazioni sulla frutta possono essere soddisfatte dai succhi; nel Regno Unito, una porzione al giorno di puro succo di frutta di 150 ml (uno solo) può competere con “5 frutti e verdure al giorno”; in Francia, il PNNS indica che “un succo di frutta non può rimpiazzare in modo sistematico le frutta intere che restano essenziali per la masticazione, l’apporto in fibre e l’effetto sazietà”. Infine nei Paesi Bassi è considerato solo il loro apporto di zuccheri, e sono considerati come le altre bevande zuccherate, quindi peggiorativi.
Che cos’è un un succo di frutta puro? E’ composto al 100% di succo di frutta con l’esclusione degli zuccheri aggiunti, edulcoranti, altre molecole come conservanti o coloranti. Può essere prodotto a base di concentrato. In termini di composizione, apporta meno fibre e vitamina C rispetto alla frutta, ma contiene un livello elevato di polifenolo, favorevole notoriamente al piano cardiovascolare. E anche degli zuccheri liberi, che sono oggetto di dibattito. Dal lato della salute cardiovascolare, il consumo di succo di frutta puro è stato associato ad un calo della pressione arteriosa diastolica.

Un bicchiere al giorno di succo di frutta puro favorisce la salute cardiovascolare ma è preferibile la frutta
In questo studio di prospettiva realizzato nei Paesi Bassi (1), gli autori hanno esaminato gli effetti del consumo di frutta e succhi di frutta sulla comparsa di malattie cardiovascolari, AVC e malattie coronarie. Complessivamente, 34.560 partecipanti tra 20 e 69 anni sono stati seguiti per una media di 14,6 anni. I risultati sono stati diffusi dopo aggiustamenti sui fattori fisici, socio-demografici, igienici di vita quotidiana e alimentazione, pressione arteriosa e lipidi sanguinei; un bicchiere era di 150 ml.
Effetti positivi sono stati osservati per chi beveva da 1 a 7 bicchieri a settimana, rispetto a chi non ne beveva nessuno. Sulle malattie coronariche, si nota un calo del rischio del 12% (Hazard Razio [HR] 0,88; intervallo di confidenza al 95% [IC 95%]: 0,80-0,97) con questi 1-7 bicchieri. Per quanto riguarda le AVC, il calo è del 20% (HR 0,8; IC 95% 0,64-0,99) per 1-4 bicchieri a settimana è 24% (HR 0,76; IC 95% 0,61-0,94) per 5-7. A partire da 8 bicchieri a settimana, non ci sono più differenze significative. Queste cifre variano tra deboli e forti consumatori di frutta. Infine, l’assunzione di più di 121 grammi al giorno di frutta, comparata a meno di 121 grammi al giorno, era associata ad un basso rischio di malattie cardiovascolari nell’insieme del 13% (HR 0,87; IC 95% 0,78-0,97).
In conclusione, questo studio mostra che un consumo da debole a moderato di succo di frutta puro, fino a 7 bicchieri a settimana è associato ad un calo del rischio di cronopatie e AVC. Le frutta intere restano comunque preferibili tenuto conto dei loro numerosi benefici già noti. Il bicchiere quotidiano di succo di frutta puro è particolarmente interessante per le persone che consumano poca frutta; meglio se la scelta va su quelli più ricchi di fibre e meno filtrati possibile.

1 – Scheffers FR et coll. : Pure fruit juice and fruit consumption and the risk of CVD: the European. Prospective Investigation into Cancer and Nutrition–Netherlands (EPIC-NL) study. Br J Nutrition, 2019, 121, 351–359.

(articolo di Viviane de La Guéronnière, pubblicato sulla rivista JM.fr – Journal International de Médecine – del 06/02/2019)