Francia. Eutanasia dei minori, ultimo tabù
Controversa la posizione della convenzione dei cittadini sul fine vita a favore della legalizzazione dell’eutanasia per i minori.
Dopo tre mesi di dibattiti, audizioni e lavori, il convegno dei cittadini sul fine vita sta entrando nella sua fase finale. Questo fine settimana, i 183 cittadini estratti a sorte per discutere dell’attuale normativa sul fine vita e della sua possibile evoluzione inizieranno a redigere il loro rapporto finale, che dovranno presentare al governo il 19 marzo dopo le ultime tre settimane. di lavoro. Se ci sono ancora molti punti da sistemare da parte dei “convenzionali”, sappiamo già, da una votazione organizzata il 19 febbraio, l’orientamento scelto dalla convenzione.
Durante questa votazione, il 75% dei membri della convenzione si è espresso a favore della legalizzazione dell’eutanasia e il 72% per quella del suicidio assistito, voti abbastanza attesi visti gli ultimi sondaggi che indicano che una grande maggioranza di francesi sono favorevoli alla legalizzazione dell’assistenza attiva alla morte. Più sorprendentemente, però, la maggioranza dei Convenzionali che hanno preso parte al voto si è espressa a favore del diritto all’eutanasia (67%) e al suicidio assistito (56%) per i minori.
Eutanasia dei minori autorizzata solo in Belgio e nei Paesi Bassi
Un’apertura di assistenza attiva a morire per i bambini che costituirebbe un vero e proprio “salto di qualità”, secondo una strana formula usata da un convegno intervistato dal quotidiano Le Monde. Mentre sempre più paesi scelgono di legalizzare l’eutanasia o il suicidio assistito (Spagna e Nuova Zelanda sono gli ultimi), pochi hanno aperto questo diritto ai minori.
Solo due paesi consentono l’eutanasia per bambini e adolescenti: il Belgio, che ha autorizzato l’eutanasia senza limiti di età nel 2014, dodici anni dopo averla autorizzata per gli adulti, e l’Olanda, che la limita ai bambini sopra i 12 anni. I casi sono estremamente rari: ad oggi sono stati soppressi solo 10 bambini olandesi e 4 bambini belgi. Da notare che in Francia l’eutanasia passiva (interruzione delle cure con sedazione profonda), autorizzata dal 2016, è aperta ai minori, ma non si sa quanti abbiano potuto “beneficiare” di questo diritto.
Segno che l’eutanasia dei bambini è senza dubbio l’ultimo tabù sulla questione, anche la militantissima Associazione per il diritto a morire con dignità (ADMD), che dal 1981 si batte per la legalizzazione del suicidio assistito in Francia, non è favorevole a tale riforma. “Sembra auspicabile, se nei prossimi mesi dovesse essere approvata dal Parlamento francese una legge per legalizzare l’assistenza attiva in morte, riservarla inizialmente solo alle persone maggiorenni e capaci, prima di pensare alla sua applicazione ai minori”, ha scritto l’associazione in un comunicato stampa diffuso venerdì scorso. Nel parere dello scorso settembre favorevole alla legalizzazione dell’assistenza attiva al morire, il Comitato consultivo nazionale di etica (CCNE) aveva raccomandato di limitare questo nuovo diritto agli adulti.
Emmanuel Macron ritarda
Anche la Società francese di pediatria (SFP) ha ritenuto opportuno reagire, in un comunicato stampa pubblicato lunedì, alla posizione inaspettata assunta dalla convenzione dei cittadini sul fine vita. Senza prendere posizione su una possibile legalizzazione dell’assistenza attiva al morire per i minori, la dotta società insiste sul fatto che autorizzare l’eutanasia, anche per i minori, “indurrà un cambio di paradigma nella cura di tutti i malati compresi i bambini. I pediatri invitano quindi i responsabili politici a non dimenticare la questione dei bambini nel dibattito che si sta aprendo, qualunque direzione si prenda.
“Cosa accadrà quando un bambino esprime il desiderio di assistenza attiva nella morte? Viceversa, se i genitori chiedono assistenza attiva a morire per il proprio figlio, cosa si deve decidere se il figlio non è in grado di esprimere il proprio parere? Quale posizione adottare con un bambino suicida? Sono tutte domande difficili sulle quali la SFP invita i membri della Convenzione ei leader politici a porsi delle domande.
Mentre la convenzione dei cittadini sul fine vita volgerà presto al termine, ora tocca all’esecutivo riprendere il controllo. Mentre il portavoce del governo Olivier Véran ha annunciato giovedì scorso che i lavori della convenzione porteranno “probabilmente” a un disegno di legge, Emmanuel Macron, che si è espresso personalmente a favore della legalizzazione dell’eutanasia, sembra voler temporeggiare.
Una cena in programma mercoledì scorso con sostenitori e oppositori della legalizzazione dell’assistenza attiva al morire è stata rinviata al 9 marzo, con lo strano pretesto che il primo appuntamento cadesse il mercoledì delle Ceneri, primo giorno di Quaresima. Il Presidente della Repubblica sa che ci sono molti oppositori a una simile riforma sia nel mondo politico che in quello medico: il 16 febbraio diverse associazioni sanitarie hanno sottoscritto una piattaforma per opporsi alla legalizzazione dell’eutanasia.
(Gregoire Griffard su Jim – Journal International de Médecin del 28/02/2023)
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