Fondi e stato diritto, 77% cittadini Ue li vuole collegati
La maggioranza dei cittadini dell’Unione europea sostiene che ci sia bisogno di un bilancio Ue più ampio per superare la pandemia, con priorità salute pubblica, ripresa e cambiamento climatico. In un recente sondaggio commissionato dal Parlamento europeo e condotto all’inizio di ottobre 2020, quasi otto intervistati su dieci (77%, in Italia l’81%) ha sostenuto che l’Ue dovrebbe fornire fondi ai Paesi Ue solo a condizione che il governo nazionale rispetti lo stato di diritto e i principi democratici. Almeno sette intervistati su dieci concordano con questa affermazione in 26 Paesi dell’Ue. Il 54% degli intervistati ritiene che l’Ue dovrebbe disporre di maggiori mezzi finanziari per poter affrontare le conseguenze della pandemia di coronavirus. In 20 Paesi Ue, la maggioranza è d’accordo con questa affermazione, mentre in 14 Paesi, la maggioranza assoluta è a favore di un bilancio Ue più ampio. In Italia, si è espresso a favore il 64%.
Alla domanda su quali siano i settori politici per cui tale bilancio Ue più ampio dovrebbe essere speso, più della metà degli intervistati (54%) afferma che la salute pubblica dovrebbe essere una priorità (55% per l’Italia), seguita dalla ripresa economica e da nuove opportunità per le imprese (42%), dal cambiamento climatico e dalla protezione dell’ambiente (37%), e dall’occupazione e dagli affari sociali (35%).
A livello europeo, il cambiamento climatico e l’ambiente hanno sostituito l’occupazione tra le 3 principali priorità di spesa rispetto all’ultima indagine condotta nel giugno 2020. La salute pubblica è la principale priorità di spesa per gli intervistati in 18 Paesi. Estonia, Lettonia e Repubblica Ceca hanno dato la priorità alla ripresa economica, mentre in Austria, Danimarca e Germania i cittadini sono stati i più favorevoli alla lotta contro il cambiamento climatico. In Croazia, Slovacchia e Finlandia gli intervistati hanno messo l’occupazione e gli affari sociali al primo posto tra le priorità di spesa.
Un chiaro indicatore dell’importanza di dover prendere al più presto le decisioni necessarie sul fondo di ripresa e il bilancio a lungo termine (Quadro Finanziario Pluriennale – QFP) è la situazione finanziaria preoccupante dei cittadini europei dall’inizio della pandemia: un’ampia maggioranza dei cittadini teme un impatto diretto sulla propria situazione, o lo ha già sofferto. Il 39% degli intervistati afferma che la crisi legata al Covid-19 abbia già avuto un impatto sul loro reddito personale, mentre un ulteriore 27% si aspetta un tale scenario in futuro. Solo il 27% degli intervistati non si aspetta nessun impatto sul reddito. Mentre, in 20 Paesi la maggior parte degli intervistati afferma che la crisi ha già avuto un impatto sulla propria situazione finanziaria. In Italia, il 46% ha già avvertito l’impatto della crisi, mentre il 30% si aspetta che ciò succeda in futuro.
Due terzi degli intervistati (66%) concordano poi sul fatto che l’Unione europea dovrebbe avere maggiori competenze per affrontare crisi come quella legata alla pandemia di coronavirus. Solo un quarto (25%) di loro non è d’accordo con questa affermazione. I risultati sono coerenti con quelli dei precedenti sondaggi condotti dal Parlamento europeo ad aprile e giugno 2020. In Italia, infatti, il numero dei favorevoli a maggiori competenze per l’Ue è lo stesso del sondaggio di giugno, e cioè il 78%.
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