Firenze pro-bici. Da ridere e da piangere, in un mondo orwelliano

 
Per incentivare gli spostamenti in bici, il Comune di Firenze ha lanciato un bonus di max 30 euro al mese per chi decide  di far monitorare i propri spostamenti da casa/lavoro/studio e un po’ anche quelli generici. L’iniziativa prevedeva la registrazione a partire dal 13 maggio scorso fino ad esaurimento dei “posti” disponibili (2 mila) e la durata dal 3/6/2024 al 2/6/2025. I posti, dopo poche ore dalla pubblicizzazione dell’iniziativa, sono esauriti e circola una vaga promessa dell’assessore all’Ambiente di rimpinguare l’investimento.

Vediamo perché ci viene da ridere e da piangere.
– Il limite di 2.000 posti ci ricorda l’acquisto dei biglietti dei concerti o i vari click day dell’amministrazione finanziaria. Il primo è business, i secondi sono torture che, spacciate per iniziative per il benessere pubblico, premiano solo quelli “informati e/o organizzati a priori” (gli amici degli amici?) e, di per sé, servono solo a propaganda e non al fine presunto;
– quindi, è bene essere consapevoli, voi privilegiati che siete arrivati e che forse riceverete 30 euro al mese, che vi stanno rimborsando per la partecipazione ad una pubblicità del Comune sulla sua presunta bontà e capacità di disincentivare il trasporto a combustione, foss’anche pubblico;
– visto che il rimborso massimo annuale è di 200 euro, i 30 euro al mese verranno corrisposti al massimo per sette mesi, anche se l’iniziativa vale un anno;
– il regolamento dell’iniziativa ha una mastodontica violazione di legge e principi costituzionali: voi che vi iscrivete state “rinunciando a qualsiasi contestazione nei confronti del Comune di Firenze”. E da quando in qua un regolamento comunale può prevedere il non-uso di diritti sanciti da leggi e Costituzione?
– in caso di furto del marchingegno che si richiede sia installato sulla bici per calcolare le distanze percorse, ognuno “si attacchi al tram”, che verrà ridato solo se ce ne sono disponibili. Il concetto di assicurazione e pratica corretta è assente.
– il “premio”, previsto che sia erogato via bonifico bancario, andando a leggere le pieghe del regolamento, si evince che potrà anche essere devoluto in forma di voucher da spendere presso gli esercizi commerciali aderenti al progetto. Ecco la fregatura che limita diritti e libertà del partecipante.

Poi ci sono una serie di perle tipo che il Comune potrà interrompere l’iniziativa senza giustificarsi, il premio – oltre il pattuito – per chi avrà pedalato di più e… la perla finale: “ART. 15 – CONTROVERSIE E FORO COMPETENTE” …. ma se è stato fatto firmare che non sono ammesse contestazioni?

Ci siamo dilungati nello smontare questa iniziativa – ispirata alla filosofia orwelliana del tenere tutto sotto controllo – perché sono di quelle che crediamo facciano male, molto male all’amministrazione di una città e al suo tentativo di dare una maggiore “impronta verde” alla propria mobilità.

Forse siamo banali e, per questo pensiamo:
– a piste ciclabili che vadano oltre la diffusa precarietà e carenza fiorentina (inclusa scarsa manutenzione e l’uso promiscuo coi pedoni).
– a biciclette messe gratuitamente a disposizione di chiunque in un contesto infrastrutturale che non faciliti l’abbandono casuale come spesso oggi avviene per quelle noleggiate a pagamento.
– iniziative che non durino un anno e che non costringano i partecipanti  a divenire attori della pubblicità del Comune, sottoponendoli a regolamenti con illegalità, sottomissione a regole inutilmente defatiganti e ridicole.
– e soprattutto, iniziative per tutti e non solo per i primi 2000.

Viviamo in un altro mondo?

Qui il video sul canale YouTube di Aduc

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