Farmaci falsi. Un flusso mondiale molto lucrativo

 L’Interpol ha annunciato lo scorso 25 settembre di aver operato un sequestro record di 25 milioni di farmaci contraffatti e vietati in tutto il mondo, ma distribuiti via Internet, per un ammontare di 51 milioni di dollari (43 milioni di euro). In Francia, le autorita’ doganali hanno fatto sapere che il 26 settembre hanno recuperato piu’ di 433.000 prodotti sanitari illegali e 1,4 tonnellate di prodotti sanitari sciolti, nel corso di un’operazione internazionale chiamata “Pangea X”, la piu’ vasta condotta su dei prodotti venduti via Internet. Il 70% dei prodotti sequestrati proviene dall’Asia, principalmente India e Singapore.
Il 25 agosto, l’Interpol aveva gia’ fatto sapere di aver sequestrato 420 tonnellate di farmaci illegali, tra febbraio e giugno, in Costa d’Avorio e in Benin. L’equivalente dei sequestri operati in Europa nel 2015. L’operazione, chiamata “Heera” aveva coinvolto mercati, farmacie e laboratori clandestini. Bilancio: 18,5 milioni di euro di mercanzie, 150 persone incarcerate o incriminate, 41 milioni di pasticche e 13.000 confezioni di prodotti illegali e materiali di stampa e di imballaggio ritirati dal mercato. Cifre impressionanti che riflettono l’ampiezza del flusso, ma anche la volonta’ degli Stati di combattere lo stesso.
Un traffico crescente
Il Continente africano, l’Asia del sud-est e l’America Latina sono particolarmente toccati da questo gigantesco problema di sanita’ pubblica. Ma il traffico, in piena espansione, e’ ormai a livello mondiale. La vendita di farmaci illegali o fraudolenti e’ in effetti lucrativa. L’Istituto di ricerca contro le contraffazioni dei farmaci (il francese Iracm) stima che su 1.000 euro di investimenti, i benefici arrivino a 200/400mila euro. Cioe’ dieci volte di piu’ rispetto al traffico di eroina. Queste attivita’ illegali sono spesso legate ad altre forme di criminalita’, tutte comunque meno perseguite, per esempio, rispetto al traffico di droghe. Anche se le pene sono state rese piu’ dure in Europa e in Cina (dove la vendita di farmaci che portano alla morte del consumatore e’ punita con la pena di morte), l’Africa non ha ancora preso provvedimenti del genere. Wilfrid Rogé, direttore aggiunto dell’Iracm, fa sapere che per quanto a sua conoscenza “la pena piu’ pesante inflitta ad un trafficante di farmaci in Africa dell’ovest, e’ di quindici anni di galera in Senegal”. Non proprio dissuadente. Del resto, per fabbricare delle buone contraffazioni, sono sufficienti dei mezzi rudimentali. “La fabbricazione di farmaci e’ fatta con della chimica di base che ha bisogno di pochi mezzi logistici. E’ sufficiente poco spazio. E per seccarle, le pillole sono direttamente esposte sulla strada, a pieno sole o in dei forni artigianali come delle semplici scatole di legno con lampadine”.
Una migliore cooperazione tra i servizi amministrativi, doganali, polizie nazionali o internazionali e gli industriali del farmaco, ha permesso di rendere meno dannoso il fenomeno. L’Interpol, l’Organizzazione Mondiale della Sanita’ (OMS), l’Organizzazione mondiale delle dogane e i laboratori farmaceutici, lavorano di concerto. Ma per Rogé, anche se la porosita’ delle frontiere o la corruzione sminuiscono l’attivita’ degli Stati, il coinvolgimento dei governi e’ indispensabile: “La volonta’ politica di bloccare i mercati e l’approvvigionamento e’ essenziale per smantellare questi traffici. Il sequestro fatto in Africa dell’ovest nel corso degli ultimi mesi e’ direttamente legato al coinvolgimento dei governi ivoriani e del Benin nella lotta contro i farmaci illegali”.
L’Iracm, in collaborazione con l’Interpol, provvede alla formazione degli agenti doganali e di polizia. In Francia, un diploma specifico, “Criminalité pharmaceutique”, e’ stato creato nel 2012 all’Universita’ Paris-II-Panthéon-Assas per formare il personale ad individuare le contraffazioni. Corsi di formazione sono ugualmente fatti dalle industrie farmaceutiche presso le dogane, perche’ anche se buona parte dei farmaci contraffatti e’ originaria della Cina e dell’India -e in misura minore dai laboratori clandestini dell’Africa, per il mercato continentale-, i Paesi europei servono da hub per il traffico internazionale.
Ma e’ molto difficile venire a capo delle filiere. “Siamo impegnati perche’ delle pene carcerarie di almeno quattro anni siano comminate, si’ che questi reati possano diminuire grazie ai colpi assestati dalla convenzione della criminalita’ transnazionale organizzata dalle Nazioni Unite, e che questo avvenga a livello mondiale”.
La legislazione internazionale ha quindi dovuto adattarsi per permettere di impegnarsi e perseguire al di l’a delle frontiere nazionali. La convenzione Médicrime, del 2010, penalizza gia’ fabbricazione e distribuzione di farmaci falsi. Fino ad oggi e’ stata sottoscritta da 27 Paesi, principalmente europei, ma anche da Turchia, Israele, Burkina Faso e Guinea.
Pericolo di morte
Oggi, i farmaci sono principalmente bloccati perche’ i distributori non rispettano i regolamenti in vigore per l’importazione, le autorizzazioni per l’immissione sui mercati o le condizioni di trasporto e di stockaggio (esposizione a temperature eccessive che danneggiano i farmaci), piu’ di rado per contraffazione. “Per poter provare la frode, occorre fare delle analisi, il cui costo e’ estremamente elevato. Gli Stati africani non hanno in merito risorse sufficienti”.
L’impresa farmaceutica francese Sanofi, ha creato a Tours, nel 2008, il laboratorio centrale di analisi delle contraffazioni, unico luogo, ad oggi, dove si controlla l’autenticita’ dei farmaci sul mercato. “Quando uno dei nostri farmaci nel mondo ci sembra sospetto, viene inviato da noi per essere analizzato. E puo’ essere che sia una confezione rovinata, un errore di ortografia, il minimo segnale ci mette in allerta”, dice Nicolas Kressmann, della direzione della comunicazione del gruppo. Dalla sua creazione, il laboratorio ha effettuato 35.000 test. La maggior parte dei prodotti contraffatti che sono stati identificati, sono farmaci per uso veterinario o vaccini.
Pertanto sono proprio le contraffazioni che possono nuocere alla salute dei consumatori, sia perche’ e’ assente il principio attivo o perche’ ce n’e’ una dose maggiore, sia perche’ gli ingredienti utilizzati sono nocivi. Per assicurare l’omogeneita’ dei farmaci e renderli piu’ compatti (quindi piu’ conformi agli originali), i trafficanti aggiungono delle sostanze dannose come veleno per topi, antigelo o arsenico. “Non esiste nessuna statistica esaustiva sulle conseguenze dei farmaci falsificati sulla morte dei pazienti. Nella maggior parte dei casi, e’ difficile imputare esclusivamente al farmaco la responsabilita’ di un decesso. Talvolta accade, come ad Haiti ,dove 87 bambini hanno perso la vita nel 1996 dopo l’assunzione di un trattamento analgesico che conteneva antigelo. Un altro bambino, di 3 anni, e’ rimasto pesantemente handicappato”, dice Rogé.
Nei Paesi in via di sviluppo, gli antiretrovirali, gli antipaludismo o i trattamenti contro la tubercolosi sono tra i principali rimedi terapeutici che vengono falsificati, mentre nell’Unione Europea sono i prodotti dimagranti, gli integratori alimentari, le pillole contro i problemi di erezione o gli anabolizzanti.
L’Unione Europea non ne e’ risparmiata
Le vendite illegali in Europa non rappresentano che l’1% dei volumi mondiali, ma il loro aumento e’ esponenziale. Esse sono aumentate del 45% tra il 2011 e il 2012. Il motivo: le vendite via Internet. Secondo l’Iracm, il 50% dei farmaci venduti online sui siti dove l’indirizzo non e’ ben chiaro, sarebbero dei falsi. L’operazione internazionale Pangea IX, condotta nel 2016 in 103 Paesi, ha identificato 4.932 siti di vendite fraudolente, e 12,2 milioni di pasticche contraffatte o senza autorizzazione di vendita. Philippe Lamoureux, direttore generale di Leem (Le aziende del farmaco, organizzazione che rappresenta le aziende farmaceutiche in Francia) precisa che “”solo i siti di vendita di farmaci che sono registrati presso l’Ordine dei farmacisti sono affidabili”. La volatilita’ delle piattaforme off-shore rende la loro distruzione particolarmente difficile. Il direttore di Leem stima che “quando sono identificati e chiusi, i siti illegali vengono rimpiazzati. Solo una vigilanza continua su Internet permette di tracciarli”.
Ancora piu’ grave, alcune reti di trafficanti sono potute entrare nel sistema legale di distribuzione farmaceutica. Alcuni trattamenti contro il cancro o piu’ di recente un neurolettico (utilizzato nel trattamento della schizofrenia), sono stati ritrovati in laboratori dell’Europa dell’est, in Portogallo, in Italia, in Gran Bretagna o in Germania. La Francia rimane ancora tra i Paesi piu’ esposti a queste frodi. “Il monopolio di distribuzione dei farmaci concesso in esclusiva alle farmacie assicura una certa sicurezza del circuito. Il rimborso dei prodotti farmaceutici limita l’interesse dei consumatori per altri modi di approvvigionamento, essenzialmente virtuale”.
Il livello di sofisticazione delle contraffazioni sul territorio europeo, li rende quasi intercettabili senza analisi. Non solo i prodotti e confezioni simili ai farmaci hanno ricevuto un’autorizzazione di immissione sul mercato, ma sono stampati con dei veri e propri numeri di lotto. Un sistema di tracciabilita’ a livello europeo e’ stato istituito e un sistema di codificazione delle confezioni singole sta per essere organizzato. Le farmacie potrebbero scannerizzare questi codici e sapere subito se il farmaco e’ gia’ stato venduto da qualche parte nel mondo, e quindi reperire i codici riprodotti per individuare gli stock fraudolenti.
Il furto di farmaci certificati, rivenduti, dopo essere stati diluiti del loro principio attivo, ai distributori legali e la falsificazione dei documenti ufficiali di omologazione, aumentano ancora la difficolta’ di identificazione delle contraffazioni. Per Lamoureux, “la vigilanza rimane sempre attiva in questa lotta, bisogna sempre essere un passo avanti per prevenire la propagazione”.

(articolo di Cécile Brajeul, pubblicato sul quotidiano Libération del 01/10/2017)