Eutanasia. La California ha approvato la legge sul suicidio assistito

 Con una storica vittoria a favore del suicidio assistito, lo Stato della California ha approvato l’11 settembre una legge che autorizza i medici ad aiutare i malati terminali a porre fine alla propria vita. Quattro Stati -Oregon, Washington, Montana e Vermont- hanno leggi che consentono ai medici di prescrivere medicine in questo senso ai propri pazienti. La legge della California, che e’ passata ieri in Senato con 23 voti a favore e 14 contro, andra’ ora al vaglio del governatore Jerry Brown, che se la firmera’ dara’ la possibilita’ ai medici di concedere il suicidio assistito in tutto il Paese. La legge californiana e’ fatta sul modello di quella dell’Oregon, con alcune importanti modifiche. La legge californiana scadra’ fra 10 anni e, nel caso, dovra’ essere riapprovata, e i medici devono fare un consulto privato col paziente che desidera morire, questo al fine di assicurarsi che nessuno sia stato costretto a porre fine alla propria vita -il primo argomento, questo, degli oppositori della legge.
I leader del movimento per una “morte con dignita’” dicono di sperare che l’approvazione della legge in California possa rappresentare un punto di svolta. “Permette di far uso della propria liberta’ individuale e della liberta’ di scelta”, dice Mark Leno, un deputato Democratico di San Francisco, facendo un paragone col matrimonio gay.
Da quando l’Oregon, nel 1997, e’ stato il primo Stato ad approvare una legge sul suicidio assistito, i suoi sostenitori hanno fatto varie iniziative per fare altrettanto, dovendo fronteggiare l’opposizione dei gruppi religiosi, alcune organizzazione mediche e legislatori che, in modo trasversale rispetto ai propri partiti, erano scettici. “Non ho intenzione di portare fuori dal mondo un vecchio o un debole”, ha detto in merito Ted Gaines, senatore Repubblicano. “Penso che ci potrebbero essere conseguenze non volute in seguito a questa legge”.
In piu’ della meta’ degli Stati, con l’aggiunta di Washington D.C., sono stati presentati progetti di legge quest’anno per la legalizzazione del suicidio assistito, cosi’ come fa sapere il “Death With Dignity National Center” (ndr. centro nazionale per la morte con dignita’), che ha sede a Portland in Oregon. Ma finora, nessuno di essi e’ diventato legge. “Quella che e’ diventata legge in California, e’ molto, molto significativa a livello nazionale”, dice George Eighmey, vicepresidente di “Death With Dignity” ed ex parlamentare dello Stato dell’Oregon. Nonostante quanto previsto in termini restrittivi dal disegno di legge, il dr. Aaron Kheriaty, direttore del programma medico-etico all’Universita’ della California, sede di Irvine, Scuola di Medicina, sostiene che i malati meno abbienti e piu’ insicuri potrebbero inevitabilmente sottostare alle pressioni di alcuni loro famigliari per, in alcuni casi, porre fine alla propria vita. Quando i costi per continuare le cure fossero astronomici rispetto al costo contenuto di una pillola letale. Kheriaty fa riferimento ad un caso in Oregon che ha coinvolto Barbara Wagner, una malata di cancro che aveva fatto sapere che la propria assicurazione si era rifiutata di coprire le notevoli spese per le cure ma si era offerta di pagare per un “aiuto fisico a morire”. Non appena questa legge sara’ operativa, sara’ subito economico e semplice il percorso per morire e affrontare situazioni difficili che si pongono per porre fine alla propria vita”, dice il dr Kheriaty. “Si sta dando un impulso al suicidio assistito per chi e’ bianco, appartenente alle classi medie e alte, e che abitualmente non soggiacce ad alcune forme di pressione. Non c’e’ un supporto per chi e’ insicuro ed economicamente marginale. Queste persone vorrebbero meglio accedere ad un’assistenza sanitaria”. Secondo Eighmey questa questione sulle pressioni da parte dei famigliari pone un problema al contrario: “Sono sempre le persone care che vogliono che il moribondo tenti un altro trattamento a base di chemioterapia, anche andando a farlo giu’, in Messico”.
Fino a quando la Corte Suprema nel 2006 ha respinto i tentativi del Dipartimento di Giustizia per far fuori la legge in Oregon, nessun altro Stato aveva concesso il suicidio assistito. Lo Stato di Washington ha approvato la sua legge nel 2008. Diversi Paesi del nord dell’Europa, inciusi i Paesi Passi, Belgio e Svezia, hanno leggi sul suicidio assistito. Il Parlamento britannico ha votato l’11 settembre scorso contro una legge che avrebbe consentito ai medici di aiutare le persone con malattie terminali per porre fine alla propria vita. Diversi tentativi di legalizzare il suicidio assistito sono falliti in passato in California, tra cui uno anche quest’anno, dove le pressioni da parte della Chiesa cattolica romana hanno evitato che l’Assemblea approvasse simili leggi. (La legge e’ di nuovo venuta fuori grazie ad una speciale sessione, dopo il lasciapassare da parte di una commissione dell’Assemblea). Ma quest’anno in California, il movimento a favore dell’aiuto alla morte, come i difensori preferiscono chiamarla, ha avuto un volto pubblico: Britanny Maynard, una donna della Bay Area aveva avuto una diagnosi di un cancro terminale al cervello ed era andata lo scorso anno in Oregon per porre fine, alle proprie condizioni, alla sua vita. Maynard, che e’ morta il 29 novembre, ha attirato l’attenzione dei media a livello nazionale per la sua battaglia per morire legalmente e in condizioni scelte da lei. La sua famiglia e’ stata da allora coinvolta in diverse forme di pressione per la legge della California. Le opinioni della comunita’ medica hanno cominciato in questo caso a non essere piu’ solide. Dopo decine d’anni di opposizione dei medici al suicidio assistito, la California Medical Association ha modificato la sua posizione quest’anno, adottando una posizione neutrale e sottolineando che la decisione era una questione personale fra i medici e i pazienti che si rivolgevano loro.
Ieri venerdi’ al Senato, alcuni membri hanno raccontato storie personali di chi aveva visto i propri cari morire, argomento valido sia per chi e’ a favore e sia per chi e’ contro il suicidio assistito. Il senatore Hannah Beth Jackson, dei Democratici, ha raccontato che sua madre glielo aveva chiesto per ben due volte in quanto sofferente di leucemia: per non morire da sola e per mantenere la propria dignita’. “Stiamo parlando di dare alle persone una possibilita’ di scelta”, ha detto. “Queste vogliono essere in grado di lasciare la propria vita con la propria dignita’”.
Anche se il governatore Brown non ha mai preso posizione sulla legge, e’ stato critico sulla decisione di trattare il suicidio assistito in una speciale sessione, dove il percorso legislativo e’ abbreviato. Ma i presentatori della legge, se Brown dovesse porre il veto, hanno valutato l’ipotesi di sottoporre la questione agli elettori attraverso un voto.
Un sondaggio della Gallup di quest’anno ha fatto sapere che circa il 70% degli Americani e’ a favore dell’aiuto dei medici al suicidio assistito, una percentuale maggiore di 10 punti rispetto allo scorso anno.

(articolo di Ian Lovett, pubblicato sul quotidiano The New York Times del 12/09/2015)