Embrioni abbandonati: la grottesca vicenda della biobanca di Milano
La vicenda degli embrioni abbandonati e della biobanca di Milano e’ sintomatica dell’impossibilita’ di tradurre in pratica norme ideologiche.
La legge 40/2004 sulla procreazione medicalmente assistita e l’impossibilita’ di realizzare sperimentazioni sugli embrioni, ha prodotto, per trovare una soluzione per i cosiddetti “embrioni orfani”, un mostro giuridico: il decreto del 4 agosto 2004 (1). I centri di fecondazione assistita avevano un anno di tempo per contattare la coppia per acquisire la rinuncia all’impianto degli embrioni non utilizzati (dopo un anno, e a fronte dell’impossibilita’ di contattare la coppia, gli embrioni divenivano comunque abbandonati). L’Istituto Superiore della Sanita’ doveva raccogliere i dati del censimento ed inviarli ad una biobanca creata ad hoc presso l’Ospedale Maggiore per la loro conservazione e per -improbabili- studi sulla crioconservazione.
Un’operazione faraonica per cui sono stati stanziati e spesi soldi pubblici per la realizzazione del nulla.
Il sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio oggi in Commissione Sanita’ rispondendo ad una mia interrogazione ha infatti sostenuto come dal 2004 ad oggi il censimento di questi embrioni non sia terminato, nonostante gia’ nella relazione al Parlamento del 2006 si certificasse il loro numero pari a 2.527. Inoltre, nell’attesa, non si puo’ predisporre il loro trasferimento perche’ devono essere previsti ulteriori stanziamenti calcolabili solo al termine del censimento.
Ma ci sono finanziamenti gia’ erogati e perfino rendicontati… Cosi’ si apprende che l’Istituto Superiore della Sanita’ ha ricevuto e utilizzato i suoi 50 mila euro per la realizzazione del censimento e per contattare i centri a cui sono state fornite le modalita’ di conservazione e di trasferimento. Progetto concluso -asserisce il sottosegretario- anche se il censimento non e’ stato concluso.
E cosi’ si apprende che l’Ospedale Maggiore di Milano ha ricevuto e impiegato i 400 mila euro erogati nel 2004 e rendicontati nel 2005: 230 mila per la creazione dell’area di criobiologia (un ambiente in cui dovevano essere mantenuti gli embrioni sotto azoto), 96 mila per spese di materiale e software e 74 mila per spese di personale.
Esiste quindi una struttura con tanto di personale assunto, e immaginiamo pagato (e da chi e come?) anche per gli anni successivi al 2005, che e’ in attesa dell’arrivo degli embrioni abbandonati da 4 anni. Che, se mai arriveranno, non potranno essere utilizzati per ricerche scientifiche -sostiene Fazio- perche’ la legge 40 le vieta, ma potrebbero essere sottoposti a studi sulla crionservazione che il decreto prevede… quindi in contrasto con quanto previsto dalla legge.
In altre parole non potranno essere studiate le staminali embrionali, ma gli embrioni potrebbero essere scongelati e ricongelati per studiare tecniche piu’ che acclarate sulla crioconservazione.
La risposta di oggi del sottosegretario Fazio e l’impegno a concludere il censimento, speriamo riaprano una questione scandalosa e grottesca, per impostazione e successiva gestione.
(1) il testo del decreto e a questo link
http://staminali.aduc.it/php_docushow_3530_4_t_l.html