Droga, droga, droga, chi ha tanta droga vive come un pascia’…
Dipende dai punti di vista. In questo caso stiamo parlando della malavita organizzata, quella dei grandi carichi che partono dai Paesi produttori e, attraverso una serie di hub strategicamente posizionati in Paesi “disgraziati” prima del salto verso i Paesi consumatori per eccellenza (America del Nord ed Europa), arrivano sulla “nostra tavola”. E sono questi che nella ampia e differenziata filiera che va dal produttore al consumatore, ad avere quei maggiori introiti per i quali mettono a ferro e fuoco interi Paesi e interi Continenti, e quindi a vivere come dei pascia’. E per chi non ha avuto occhi e orecchie per vedere e sentire, ci hanno anche provato sfortunati film e fiction che ci hanno raccontato la vita dei boss di questi clan, cartelli, bande, mafie, etc.; sfortunati perche’ il “film verita’” crediamo abbia fatto il suo tempo: ci siamo abituati a vivere col morto in casa o nel palazzo di fronte e, complice un’informazione a 360 gradi, quando evadiamo forse ci piace piu’ lavorare di buona fantasia che documentarci.
Siamo alla fine del 2016 e se fossimo un media di tutto rispetto dovremmo tirare le somme di questo anno e fare i buoni propositi per i prossimi, magari facendolo scrivere al “facente funzione politico” che ogni ultimo dell’anno lancia messaggi a reti piu’ o meno unificate. Bleah! Se qualcuno e’ curioso, gli possiamo inviare per filo e per segno quello che diranno i nostri Gentiloni (poveraccio, appena arrivato, che gli tocca fare…) e Mattarella e tutti gli emuli minori di questo o quell’altro partito in quella che chiamano “conferenzadifineanno”. Per semplificare vi anticipiamo -visto il contesto- che non diranno una parola sui nostri pascia’: probabilmente perche’ non e’ una priorita’ della loro agenda e, comunque, non saprebbero che dire soprattutto ora che il Paese mondiale di riferimento per le politiche in materia -gli Usa- non si sa ancora cosa abbia intenzione di fare dopo la inattesa (per loro) elezione di Donald Trump.
Noi siamo solo piccoli gazzettieri di questa folle (istituzionalmente parlando) vicenda. Forse qualcuno di noi si fa una canna ogni tanto. Ma niente di che. Quindi ne parliamo non tanto come consumatori, ma come utenti di questo Stato e dei suoi servizi, come utenti della comunita’ mondiale, come contribuenti nazionali e comunitari di imposte che vanno anche a finanziare le politiche di sicurezza e la partecipazione del nostro Stato e della nostra Unione agli accordi internazionali in materia. Che sono quanto di piu’ vecchio, inutile, spuntato e sfiatato ci possa essere per cercare di affrontare la questione nei termini in cui una societa’ del 2016 chiede, cioe’ un trinomio: informazione, liberta’, sanita’. Questo trinomio e’ solo leggermente abbozzato in qualche angolo di qualche Continente, o nelle pieghe di normative che ostentano depenalizzazione come copertina per coprire la propria vergogna ed incapacita’ e prurito ideologico ad affrontare il problema di petto. E’ per questo che siamo ancora in alto mare. Con manipoli di liberi pensatori ed azionisti che cercano di far conoscere e propongono le alternative, ma che si vedono puntualmente confinati negli angoli della burocrazia, della procedura, del “ci sono altre priorita’”, in quel cassetto di quel Palazzo dove tutto puo’ entrare ma quasi nulla puo’ uscire. Stiamo parlando del progetto di legge di iniziativa popolare per la legalizzazione della cannabis da alcuni mesi depositato con le relative firme perche’ possa esser tale, ma che non da’ garanzie di essere discusso con la velocita’ che sarebbe necessaria a tutto cio’ che non prude. Ma forse e’ tutto fermo perche’ i “politici” di quel Palazzo sono in affari coi cartelli di cui sopra? Non lo pensiamo neanche, sarebbe troppo nobile per chiarezza. Ribadiamo solo che continuiamo ad essere “provincia di un Impero” che non c’e’ piu’, ma non ce ne siamo ancora accorti, come invece se n’e’ accorto un Paese come l’Uruguay che, sordo a tutti i ricatti, ha legalizzato. E quindi aspettiamo…. Cosa? Semplice: che gli altri facciano e noi ci accoderemo.
Intanto sulla nostra “gazzetta” continuiamo a raccontare e riportare quello che crediamo possa servire per meglio comprendere e meglio agire. Intanto i pascia’ fanno crescere il loro Impero… questo si’ che c’e’ e sempre piu’ forte.