Dopo il referendum… tutti in riga?
Ora che ci siamo fatti una sbornia di eterologa, clonazione a go-go, embrioni parlanti e pensanti a nostra immagine e somiglianza, anatemi, com’era facilmente prevedibile, ognuno e’ tornato a fare le sue cosine. Chi prima non faceva niente per la ricerca, ha continuato a fare il suo niente anche ora, pur se in campagna elettorale ha spergiurato che il nostro Paese avrebbe cavalcato e guidato il mondo per la ricerca sulle staminali adulte. Chi ricercava ha continuato a farlo con i suoi disastrati mezzi messi a disposizione. Chi se ne stava in qualche altro Paese, ha capito che qui non e’ aria ed ha continuato a stare in questi altri Paesi.
Noi, per concludere questo capitolo elettorale, vogliamo solo ricordare che ai tre referendum che sono stati fatti in materia nel mondo (California, Svizzera e Italia), grossomodo le percentuali di coloro che si sono espressi a favore della ricerca sulle embrionali e’ stata la stessa ovunque: in Svizzera e California sono serviti per l’approvazione, da noi no, grazie al meccanismo del quorum.
Una attenzione merita il nostro presidente del Senato, che, nel suo ultimo viaggio in Spagna, non ha solo detto la sua contro il matrimonio tra omosessuali da poco introdotto nella legislazione di quel Paese (come ampiamente ne hanno riferito le cronache), ma ha affondato ancora sulla clonazione terapeutica: del laicismo “antistorico” e’ vittima l’Europa -ha detto- quella stessa Europa che nella sua Costituzione vieta la clonazione riproduttiva, aprendo la strada a quella terapeutica, e con essa a qualunque esperimento sugli embrioni.
Un gioco al massacro?
Sicuramente si’, in termini istituzionali, visto che quella Costituzione il Parlamento del nostro Paese l’aveva approvata lo scorso aprile e Pera non e’ “solo” un senatore, ma la seconda carica dello Stato italiano.
Al di fuori delle istituzioni, invece, come gia’ detto all’inizio, tutto come prima. In piu’ ci siamo solo massacrati un po’ di queste istituzioni (attivita’ molto diffusa, in Italia, nei rapporti tra cittadino e autorita’).
Per quanto ci riguarda, avendo assunto il compito di informare in materia, non ci resta che perfezionare le nostre conoscenze delle lingue inglese, francese, spagnolo, portoghese e tedesco. Se qualcuno ci vuole dare una mano, con le stesse ed altre lingue, ed ha un po’ il pallino di questo giornalismo, oltre ad una buona scorta di missione civica nel cuore e nella testa, siamo qua.
Per chi ne avesse voglia e interesse, sul portale dell’associazione si e’ aperto, sul dopo referendum, un mini-dibattito nello spazio forum che abbiamo chiamato “Di’ la tua”: clicca qui.