La deforestazione favorisce l’emergenza delle nuove malattie
La deforestazione non e’ solo una minaccia per la biodiversita’. Essa riguarda anche la nostra salute. In virtu’ delle attivita’ umane collegate alla diminuzione delle foreste, delle nuove patologie infettive vengono fuori nei Paesi tropicali, dice uno studio pubblicato lo scorso 7 dicembre in Science Advances.
Questo rapporto, preparato dai ricercatori dell’Istituto di ricerche per lo sviluppo (IRD) e dall’Universita’ di Bournemouth (Regno Unito), mette per la prima volta in evidenza i meccanismi che contribuiscono alla comparsa di queste infezioni. “Da trenta o quaranta anni, si vedono delle nuove malattie infettive che emergono, specialmente nelle zone intertropicali”, dice Jean-Francois Guégan, coautore dello studio e direttore della ricerca all’IRD, Si sapeva gia’ che le attivita’ umane e queste malattie erano correlate, ma oggi siamo riusciti a comprendere i processi che stanno alla base di questa correlazione”.
Disorganizzazione delle comunita’ animali
Per condurre le loro ricerche, gli scienziati si sono concentrati su un batterio della stessa famiglia di quelli della lebbra e della tubercolosi., Mycrobacterium ulcerans, responsabile dell’ulcera di Buruli. Questa malattia cronica, che e’ diffusa principalmente in Africa subsahariana e in America del sud, si manifesta attraverso una necrosi della pelle accompagnata da ulcere.
Questo batterio vive nelle zone umide, e i ricercatori hanno osservato durante tre mesi una ventina di siti acquatici in Guyana francese, sottoposti a diverse pressioni antropiche. Comparando i siti sottoposti all’attivita’ umana con quelli intatti, hanno cercato di comprendere cio’ che accadeva nell’emergenza dei microbatteri. Essi hanno identificato, sui siti dove la presenza dell’uomo era forte, una significativa modificazione delle comunita’ animali e della catena alimentare.
“Durante il passaggio umano, si osserva un cambiamento radicale e rapido della struttura delle specie”, spiega Rodolphe Gozlan, coautore dello studio e direttore della ricerca all’Universita’ di Bournemouth. Si passa da un livello equilibrato e stabile ad un sistema degradato, che favorisce le specie portatrici del batterio”. La deforestazione ha essenzialmente come effetto di portare dei cambiamenti molto rapidi al livello acquatico; la temperatura dell’acqua varia, la luce aumenta, etc.
“Le condizioni cambiano” -conferma Jean-Francois Guégan-. “Alcune specie di predatori, come i pesci, spariscono, mentre altri, approfittando di questa scomparsa, pullulano”. E’ il caso di diversi molluschi o di larve di insetti che filtrano e corrodono le alghe dei fondali delle zone umide. “In precedenza, i predatori, nutrendosi di portatori di prede di microbatteri, liberano l’ambiente di questa attivita’ microbica. Oggi, queste prede proliferano” e i batteri si concentrano nei siti piu’ colpiti dalla deforestazione e dallo sviluppo agricolo.
Circa 200 nuove malattie
Cosi’ infestate, le zone acquatiche si trasformano in riserve di trasmissione batterica. Ad ogni contatto con queste zone, le popolazioni delle coste sono esposte a contrarre la malattia. “Il problema oggi nelle zone tropicali, e’ la presenza umana che si intensifica”, spiega Rodolphe Golan- .“Tra l’aumento della demografia e la riduzione degli spazi vergini, i contatti tra le zone infestate e le popolazioni sono sempre piu’ frequenti”. I micro-organismi, presenti da sempre ma coperti dalla diversita’ biologica, sono oggi scoperti grazie all’attivita’ umana.
“Noi abbiamo voluto mostrare che i sistemi sono connessi, il contesto acquatico ha un’influenza diretta su quello terrestre e viceversa. E’ necessario considerare questa connessione quando la si porta sulla sistemazione del territorio”.
Per i ricercatori e’ oggi fondamentale meglio comprendere l’impatto dei cambiamenti ambientali sull’insieme delle malattie infettive. “Questo studio ci permette di confermare un modello che puo’ portare ad altre malattie del medesimo tipo. Occorre moltiplicare il numero di modelli”. Il Pianeta registra circa 200 nuove malattie infettive, trasmesse da virus come Zika, Ebola o l’HIV.
(articolo di Clémentine Thiberge, pubblicato sul quotidiano Le Monde del 07/12/2016)