Dalla Romania con … terrore
Dalla Romania con … terrore
Riporto qui sotto la testimonianza di Daniela, una giovane signora romena che, col marito e due bambini fra i 3 e gli 8 anni, è stata mia gradita vicina di casa per circa due anni e che nel settembre 2021, con suo e anche mio dispiacere, ha dovuto far ritorno in Romania, in un villaggio situato nel centro del Paese, perché il marito, nonostante le promesse fattegli dal datore di lavoro prima delle ferie, a fine agosto non ha più trovato il posto di lavoro.
Sono poche scarne righe che danno il polso della situazione della popolazione di questa Nazione, dove i lavoratori sono sottopagati (ed è un eufemismo) e spesso costretti a emigrare o con la famiglia, se va bene, come è stato per Daniela e Pietro, oppure gli uomini soli. (E io penso che questa soluzione sarebbe un dramma per i due figli; Pietro infatti è un padre davvero amorevole e i bambini gli sono estremamente attaccati).
Quello che per me è stato un vero colpo, al ricevimento di questo WhatsApp di una settimana fa, è la notizia “in diretta” della minaccia di una guerra che coinvolgerebbe anche la Romania. Infatti, non sapevo ancora della degenerazione delle trattative tra la Russia e gli Stati Uniti che parlano anche a nome degli alleati occidentali. Ecco dunque la testimonianza di Daniela, parola per parole.
Ebbene: al mio “Come state?” Daniela ha risposto così:
“Buon giorno, noi bene, anche se le cose sono un po’ un casino. C’è tanta gente per le strade, sono a fare casino per tutte le utenze rincarate, il gas è quattro volte più caro e c’è chi non arriva a pagare una sola bolletta nemmeno con tutto lo stipendio. Chi ha il gas, termosifoni, se lo stipendio è 450 euro, e gli arriva la bolletta di 20 milioni [di leu che è ancora la moneta corrente in Romania] che sono quasi 400 euro non possono più vivere, e ora fanno tutti casino.
Poi sta per esserci la Guerra tra Russia e Ucraina e hanno detto che anche i soldati della Romania devono prepararsi. Già girano coi carri armati, e li preparano, e il problema è anche Pietro [il marito che ha 35 anni] lo chiameranno. Lui ha fatto il militare e rientra nella fascia, e anche tanti che conosco. Speriamo che non serva”.
E avendole io detto: “Speriamo che nei governanti ci sia intelligenza”, lei mi risponde.
“Speriamo, ma non so se bisogna affidarci completamente al governo, se non avrebbero evitato tante cose. Qui la gente è disperata, escono e addirittura si sparano in pieno giorno”.
Anche se può essere che di qualcosa lei non sia testimone diretta, per esempio questo “spararsi in pieno giorno”, che non ho capito se si vuole riferire a dei suicidi in pubblico o ad altro, tuttavia queste righe parlano di una situazione intollerabile sotto tanti punti di vista.
Spero con lei che la mobilitazione dell’esercito romeno non sia necessaria, ma già la minaccia che sia possibile deve scatenare un’angoscia insostenibile, al limite dello spasimo, in praticamente tutti i cittadini di questo Paese, completamente innocenti, come lo sono sempre (state) le persone comuni trascinate nelle guerre per la presunzione e la superbia dei governanti. E questo fatto già deve farci sentire solidali con loro e spingerci a manifestare la nostra contrarietà a un muro contro muro che non può che portare che lutti, disperazione, tragedie.
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