Coronavirus e religioni monoteiste. Vademecum

 Le disposizioni del governo per evitare assembramenti che favoriscono il contagio ha fatto sospendere tutte le celebrazioni religiose.
Mi risulta che tutte quante le confessioni religiose presenti in Italia abbiano risposto positivamente a queste disposizioni, nella consapevolezza che esse sono volte ad assicurare  la nostra e l’altrui salute.  Per usare compassione e misericordia verso il nostro prossimo, questa volta bisogna stargli a distanza.
 
Ho voluto verificare come almeno le religioni monoteiste presenti in Italia (Islam, Ebraismo e Cristianesimo) stiano facendo fronte a questa situazione così inusitata, e ho scoperto che  per la validità dei rispettivi riti ci sono delle  differenze. Infatti, mentre i Cristiani, almeno i cattolici e i protestanti, si avvalgono di Internet (social, streaming ecc.) per trasmettere i culti,  per Musulmani ed Ebrei le cose stanno diversamente.
 
Prima di effettuare una carrellata che ci dia delle informazioni preziose, voglio ricordare che in questo mese di aprile tutte e tre queste religioni celebrano festività molto importanti.
L’8 aprile ricorre Pesach, la Pasqua ebraica, che fa memoria della liberazione degli Ebrei dalla schiavitù egiziana.
Il 12 aprile cade la Pasqua cristiana, che celebra la resurrezione di Gesù Cristo (per gli ortodossi il 19).
Il 23 di aprile ha inizio il Ramadan, il mese sacro per i Musulmani.
Sono tutte ricorrenze che chiamano i credenti a lodare Dio coralmente nei luoghi di culto e nelle case private, dove si condividono i pasti con parenti e amici. Si comprende come sia doloroso quest’anno non poterlo fare e restare separati, chiusi in casa.
 
Musulmani
Leggendo un articolo dell’ANSA del 18 marzo scorso, dal titolo “Coronavirus: i musulmani non pregano in streaming” , si viene a sapere che la “Jumua” (la preghiera del venerdì) perde il suo valore sacro e rituale se celebrata a distanza. Infatti, “Jumua” significa proprio “riunione” ed è importante, dunque, che ci sia contatto, presenza fisica.
Per far fronte a questa situazione, l’associazione degli imam ha emanato una fatwa, cioè un responso giuridico. Quindi, le comunità non sono abbandonate e molti imam tengono su Facebook delle “lezioni” per stare vicini ai fedeli, incoraggiarli, rinnovare la loro fede. Questa quarantena, pienamente accettata per il bene di tutti, è un’occasione – si legge nell’articolo – perché la comunità islamica partecipi ad azioni positive per la società, come donare il sangue, aiutare anziani e persone fragili anche solo facendo per loro la spesa o acquistando medicine. Un momento per sentirsi parte integrante della società.
 
 Ebrei 
Un’amica ebrea mi ha detto che per gli ebrei ortodossi non è possibile usare lo streaming per le liturgie, in quanto la tradizione ebraica prevede obbligatoriamente la riunione, la presenza fisica di almeno dieci uomini (maschi) per svolgere la preghiera.
Quindi sembra che la situazione, nella pratica, sia abbastanza simile a quella dei musulmani.
Anche gli Ebrei hanno accettato le disposizioni del governo e, hanno già annullato celebrazioni importanti come la festa di Purim (il “carnevale” ebraico) che cadeva il 9 e 10 marzo scorso.
Anche i rabbini, per restare in contatto coi credenti e incoraggiarli,  usano Facebook o la piattaforma Zoom, come si legge in un articolo sul “Messaggero” del 9 marzo . C’è inoltre MOKED, il portale dell’ebraismo italiano. 
 
Cristiani
Le diverse chiese cristiane hanno perfettamente compreso anche loro il senso delle restrizioni governative, e sembrano non avere problemi a usare lo streaming, a cominciare dalla chiesa cattolica. Ma andiamo per ordine.
 
Chiese ortodosse
Su di esse e su come si rapportino con le disposizioni per il Coronavirus non ho trovato praticamente niente. Probabilmente anch’esse possono usare lo streaming, come dimostra un episodio accaduto a Rimini. Nel giardino della locale chiesa ortodossa, come racconta una cronaca di qualche giorno fa , era stato notato un piccolo assembramento di signore che stavano intorno a un tablet intente a seguire la sacra liturgia celebrata dal prete nella chiesa vuota. Queste cinque o sei donne sembra siano state denunciate.
 
Chiese evangeliche
Interessante l’articolo di “Riforma” Chiese connesse del 13 marzo, in cui si fornisce un elenco delle chiese che condividuono i culti in streaming o sui social.
La Chiesa valdese di Firenze,  per esempio, dall’11 marzo, manda,sia su Facebook sia in streaming, due brevi e intensi culti alla settimana, il mercoledì e la domenica.  
 
Chiesa cattolica
Sin dall’inizio dell’emergenza, viene trasmessa in streaming in diretta la messa quotidiana di papa Francesco in Santa Marta (qui la messa del 4 aprile scorso), che si può seguire anche su Rai1.
Lo stesso vale per le udienze del mercoledì, in cui il papa tiene la catechesi. Ieri, domenica delle Palme, messa da san Pietro alle 11:00. Anche gli altri riti della settimana santa saranno trasmessi allo stesso modo. 
 
Praticamente in tutte le diocesi e in molte parrocchie della Penisola messe e altre funzioni religiose vengono celebrate a chiesa vuota e trasmesse in streaming e/o su facebook.
Basta cercare su Google la diocesi o la parrocchia desiderata e si possono seguire i riti che interessano.
Per le celebrazioni previste domenica 5 aprile, domenica delle Palme, il quotidiano “Avvenire” ha pubblicato un lungo elenco di dirette tv e social ed è ipotizzabile che lo stesso farà per il Giovedì e il Venerdì santo e la Veglia pasquale.