Cellule staminali e scenari in Borsa

Dunque, e’ cresciuto insieme cio’ che insieme deve stare: capitali e cellule staminali. Molti l’avevano previsto gia’ anni fa, e di ricavi milionari parlavano non solo i consulenti aziendali ei lobbisti; anche la politica e la scienza facevano parte, a pieno titolo, del consesso degli “ottimisti di scopo”. Cosi’, alcuni giorni fa, a Francoforte sul Meno, nella metropoli europea della Finanza e della Borsa che ha visto sorgere e tramontare tanti astri nel cielo azionario, si e’ tenuta la prima “conferenza di investitori in cellule staminali” su territorio europeo. L’Istituto azionario tedesco ha fatto conoscenza della Societa’ tedesca di medicina rigenerativa; ricercatori esperti di cellule staminali si sono incontrati con imprenditori; medici con investitori. Tutti insieme (sei-sette dozzine di persone), fianco a fianco nel salone delle feste dell’hotel Steigenberger, ad annusarsi, a scambiarsi opinioni in puro gergo borsistico su percentuali di crescita e giro di capitali, a rallegrarsi della “atmosfera da miniera d’oro”, senza lasciarsi troppo impressionare da analisti freddi come Heiko Geiger della Borsa tedesca il quale, pur considerando l’ipotesi di “un secondo nuovo mercato”, ha avvertito che la situazione attuale e’ caratterizzata da “tensioni” tra aspettative ed opportunita’. In altre parole: oggi le cellule staminali sono un investimento decisamente a rischio. Anche secondo Ruediger von Roosen, dell’Istituto azionario tedesco, per ora il mercato delle nuove materie prime in medicina e’ uno scenario piu’ adatto ad investitori di professione che privati.
Intanto, i dati fondamentali, come li definiscono gli esperti di Borsa, non sono affatto male, per lo meno da una prospettiva scientifica. Per esempio,Juergen Hescheler dell’Universita’ di Colonia ha mostrato videosequenze di cellule muscolari cardiache pulsanti, derivate da cellule staminali embrionali, immagini talmente suggestive che il cuore di qualche investitore ha senz’altro incominciato a battere piu’ forte. E non e’ tutto. In veste di sostituto di organi, o come “Sistema di screening” per farmaci e test tossicologici, o ancora in qualita’ di “veicolo” per la diagnostica e la terapia genetica, la terapia cellulare e la coltivazione di tessuti -in breve tissue engineering– agli occhi degli esperti promette molto di piu’ di quanto sia possibile illustrare nei pochi minuti di una conferenza. Una difficolta’ avvertita da tutti coloro che dovevano riferire delle meravigliose armi della medicina. Da dove inziare con l’immenso potenziale? Dieter Hoelzer, ematologo alla clinica universitaria di Francoforte e uno dei pilastri della ricerca tedesca sulle staminali, ha calcolato in grande -in fin dei conti si tratta di soldi: un fatturato di 171 miliardi di dollari Usa nel 2020. Oggi siamo a circa sessanta milioni di dollari, con le quindici maggiori societa’ di cellule staminali quotate in Borsa; valore azionario: tre miliardi e mezzo di dollari. La capitalizzazione del mercato funziona anche per Kai Pinkernell, medico tedesco e cofondatore di “Cyrori Therapeutics”. L’azienda, nel frattemo trasferitasi a San Diego, promette sia la ricostruzione del seno nelle pazienti malate di cancro sia la riparazione del muscolo cardiaco danneggiato da un infarto. E cio’ potra’ accadere in sala operatoria in un attimo, grazie a staminali ricavate da cellule adipose. L’anno prossimo dovrebbe fare la sua comparsa sul mercato europeo il primo di questi “prodotti”, ossia la ricostruzione del seno. Sono in corso tre studi; sono piccoli studi, ovviamente, come avviene per molte di queste societa’ che hanno una dimensione ancora ridotta. Capitali a rischio o no, quando si tratta di sviluppare prodotti con le cellule staminali, molte di loro, cosi’ come tanti ricercatori, si sentono abbandonati sia dalle aziende farmaceutiche (“quelle vogliono prodotti finiti”) sia dallo Stato. Oggi, la situazione del mercato dei capitali in ambito delle cellule staminali assomiglia a un percorso sulle montagne russe. Da un lato, si ha l’impressione di essere molto piu’ vicini al traguardo di quanto possa apparire -la cosa e’ ben rappresentata da “Vita 34”, una banca del cordone ombelicale di Lipsia, appartenente ad Eberhard Lampeter, che, con la custodia di cellule staminali, riesce a conseguire bilanci positivi gia’ da sei anni; oppure, dalla giovane azienda “t2cure” del cardiologo di Francoforte Andreas Zeiher, la cui agenzia di servizi per precursori di cellule cardiache da midollo spinale e’ riuscita, grazie ad esperimenti clinici innovativi con cellule staminali adulte, a costruire una terapia per l’infarto, e ora puo’ annunciare uno studio multicentrico con oltre milleduecento pazienti. L’altra faccia della medaglia mostra quanto sia ancora lontano il paradiso. “Abbiamo bisogno di tempo per dimostrare che funziona”, sostiene Hescheler, “e di investitori che finanzino studi clinici della durata di dieci – quindici anni”. Non una bazzecola per chi, in Borsa, non dimostri nervi saldi. Ha tutta l’aria di un’impresa che richiede grande prova di pazienza.

(Tratto dal Frankfurter Allgemeine Zeitung, 11 marzo 2007)
Traduzione di Rosa a Marca