Cannabis terapeutica. La legge ligure
La legge regionale approvata in Liguria ha senz’altro alcuni meriti specifici, rispetto a come sono andate le cose sino ad oggi. Ad esempio, il medico di base potrà, con l’avallo iniziale di un medico ospedaliero, far ottenere i farmaci a base di cannabinoidi senza spese al suo paziente, tramite la farmacia della Asl. La legge (D.M. 11-2-97) stabilisce infatti che qualunque farmaco estero possa venir erogato a carico del servizio sanitario solo nel caso di “ambito ospedaliero”, i margini di manovra su questo punto sono dunque ristretti.
Nel testo non si citano però le modalità ed il percorso per le preparazioni galeniche, per le quali non è richiesto alcun ambito specifico essendo già disponibili in Italia senza doverle importare, e già prescrivibili sin da quando nel 2007 il Ministero si è espresso riguardo il THC ed il suo utilizzo come terapia: inserendolo nella tabella II B. Questa sostanza, per la legge italiana da ben 5 anni può essere prescritta da un medico sul proprio ricettario semplice. Del resto, neanche i rappresentanti di Solmag-Artha (del gruppo Fidia, distributori alle farmacie italiane delle infiorescenze olandesi titolate per le preparazioni galeniche) e della Sifap (Società Farmacisti Preparatori), da noi per tempo segnalati per la convocazione, erano stati ascoltati in fase di audizioni in commissione sanità, per un grosso problema di comunicazione che ha di fatto parimenti escluso le nostre 3 associazioni (Pazienti Impazienti Cannabis, Associazione Cannabis Terapeutica, Associazione Luca Coscioni) dalle fasi finali del dibattito in quella sede.
I molteplici aspetti di queste terapie, anche e soprattutto quelli normativi, prescrittivi, e medico-legali, sono pressochè sconosciuti perfino agli addetti ed alla gran parte dei malati, motivo cui attribuiamo la carenza di risultati dopo le audizioni, ed anzi la modifica stessa in senso limitativo del testo originale.
Riguardo i farmaci esteri, l’aspetto della legge che non condividiamo è quello relativo alla creazione di un “elenco” di medici specialisti, che verrebbero “autorizzati” per via politica a prescrivere questi farmaci, escludendo tutti gli altri specialisti. La legge richiede solo che vengano prescritti da un medico ospedaliero, e ciò solo per essere forniti senza spese, nient’altro. Del resto, appare difficile sostenere che un medico oculista possa prescrivere la cura, mentre un infettivologo (alcuni sintomi HIV-correlati sono state le prime indicazioni terapeutiche riconosciute addirittura negli Usa, oltre 30 anni fa, ed in quel paese come in Canada i malati di Aids figurano in alta percentuale tra i malati che utilizzano questa terapia), o un reumatologo (per un suo paziente affetto da fibromialgia), o un gastro-enterologo (es. per la sindrome di Bowen), o uno psichiatra (sindrome bipolare, depressione, ansia, alterazioni del ritmo sonno-veglia) no. Sono valutazioni che andrebbero lasciate al medico, sulla base di evidenze che vanno via via accumulandosi e della conoscenza clinica del proprio paziente, e non imposte loro per legge. Specie se il fine della L. 125 è quello di aiutare i malati ad avere accesso a quei farmaci su prescrizione del loro medico. Per assurdo, se il Prof. Lester Grinspoon (tra i massimi esperti mondiali di terapie con cannabis e derivati, professore ad Harvard, medico psichiatra, che ha seguito migliaia di pazienti) operasse al policlinico di Genova, non avrebbe i requisiti per poter prescrivere la cura ai suoi pazienti, a differenza degli oculisti, che tra l’altro a quanto ci viene segnalato sono particolarmente ostili a questa opzione terapeutica, e non solo in Liguria. E sì che il primo paziente ad aver ottenuto cannabis per uso terapeutico dal governo degli Usa è stato Robert Randall dopo una lunga battaglia legale, perchè affetto da glaucoma avanzato.
Siamo preoccupati che le recenti fallaci “Raccomandazioni” del Dott. Serpelloni, contenute nello “Statement_Cannabis” da poco pubblicato con ampia risonanza mediatica, possano aver influito nella scelta ligure di emendare il testo originale con quelle limitazioni, ed anche rischiare di interferire con le prossime iniziative nelle altre Regioni. Nel tentativo di ridurre il danno, vogliamo ribadire che la pretesa del Capo del Dpa che esistano “Leggi e Decreti” sui farmaci cannabinoidi che impongono la discriminazione di pazienti o medici sulla base delle patologie o della specializzazione medica, sono assolutamente infondate, come specificato nella nostra richiesta di immediati chiarimenti al Dott. Serpelloni.
Grazie alla mediazione dei firmatari della legge, e del presidente della Commissione Sanità, abbiamo concordato la seguente opzione: chiedere di essere finalmente ascoltati dalla commissione, insieme a Solmag e Sifap, per esporre le nostre considerazioni e richieste di aggiustamenti. Dopo di ciò, il Consiglio Regionale potrebbe essere chiamato a votare su di un emendamento che modifica il punto che ci sta particolarmente a cuore, indicato sopra, ed eventualmente altri.
Ogni legge approvata in una Regione fungerà da modello per le successive, ecco perchè in Liguria non possiamo tirarci indietro, neanche a legge approvata: è necessario per tutti i pazienti italiani.