Cambiamento climatico. Le nostre percezioni

 All’inizio di novembre, Donald Trump ha confermato il ritiro degli Stati Uniti dall’accordo di Parigi. La scorsa settimana, il Parlamento europeo ha dichiarato, nel frattempo, l’emergenza climatica e ambientale. Tutto mentre la COP 25 è in corso a Madrid (Spagna). Ma qual è l’opinione pubblica sul clima? Questa è la domanda che EDF(Électricité de France) ha posto come uno dei principali attori nel settore energetico in tutto il mondo.
Per avere un’idea della risposta e supportare meglio l’impegno delle popolazioni, il gruppo EDF ha collaborato con professionisti dell’istituto Ipsos. E mercoledì 27 novembre sono stati pubblicati i risultati di uno studio senza precedenti sulla percezione dei cambiamenti climatici in 30 Paesi: l’Osservatorio internazionale sul clima e l’opinione pubblica o Obs’COP 2019, come è stato nominato.

Cambiamenti climatici: scetticismo e confusione
Prima lezione: in termini di ambiente, non è il cambiamento climatico a venire prima, ma la questione dell’inquinamento in senso lato. Quindi, sul podio delle preoccupazioni globali, vi sono, in questo ordine, l’accumulo di rifiuti, l’inquinamento atmosferico e i cambiamenti climatici. Quest’ultimo arriva quindi solo in terza posizione, preoccupando il 40% degli intervistati.
D’altra parte, sembra che la realtà del cambiamento climatico sia ora messa in discussione solo da meno del 10% degli intervistati, quasi il 20% negli Stati Uniti. Sebbene il 23% dubiti ancora della responsabilità dell’essere umano in questa materia. Questi dubbi appaiono più marcatamente nei Paesi che emettono più CO2, come l’Arabia Saudita, gli Stati Uniti e la Cina.
Precisamente, la maggior parte dei partecipanti all’indagine – il 61% per l’esattezza – identifica chiaramente le emissioni di gas serra come responsabili dei cambiamenti climatici. Ma rimane ancora il 30% a credere in un fenomeno naturale. E quando si tratta di identificare i settori che emettono più CO2, pensano soprattutto all’industria e ai trasporti. Mentre la produzione di elettricità – citata solo dal 59% degli intervistati – emette, da sola, un quarto dei gas serra che si trovano nell’atmosfera.

Alcune idee per COP 25
Mentre la COP 25 è in pieno svolgimento, Obs’COP 2019 evidenzia anche che nella lotta ai cambiamenti climatici, il 70% degli intervistati ritiene che i governi debbano essere i primi ad agire. Anche se oggi sono prima di tutto gli scienziati, e le ONG – rispettivamente per il 71% e il 60% dei partecipanti al sondaggio – che sono percepite come realmente attive.
Lungi dal contare sulle innovazioni per risolvere il problema, gli intervistati sembrano essere consapevoli che la lotta ai cambiamenti climatici richiede innanzitutto un’evoluzione degli stili di vita. Anche se gli obiettivi – selezione dei rifiuti, consumo stagionale di frutta e verdura – potrebbero non essere quelli identificati come i più efficaci – limitare il riscaldamento, il raffreddamento e lo spostamento. Infine, le soluzioni considerate più accettabili includono l’uso di energie rinnovabili e l’isolamento delle case rispettivamente per l’87% e per il 63% degli intervistati.

(articolo di Nathalie Mayer pubblicato su Futura-Planète del 11/12/2019)