Un baluardo di solidarieta’

Nelle scorse settimane un delegazione della Comunità di San Benedetto al Porto, ha visitato la più grande struttura pubblica di Barcellona per il consumo igienico di sostanze stupefacenti, la Sala Baluard. Quello che segue è un report della visita e dell’incontro con l’associazione che gestisce il progetto, nonché la voglia e la volontà di costruire un simile opportunità anche in Italia.
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Molti di voi sono stati a Barcellona, la citta’ d’ adozione di Antoni Gaudi’ e nativa di Joan Miro’.
Sicuramente avrete visto o sentito parlare dei suoi meravigliosi siti architettonici, della citta’ vecchia affacciata sul mare o le bellezze di Park Guell che dominano dall’alto il capoluogo catalano.
Ma quanti di voi, concludendo la passeggiata attraverso les ramblas terminando alle spalle del Colom, l’imponente statua che ricorda il navigatore genovese, sapevano che proprio li’ a poche decine di metri si trovava un vero e proprio baluardo di solidarieta’? Proprio li’! Tra il Museo del mare il Raval, il quartiere piu’ popolare della ciutat vella, si trova la SALA BALUARD. Che cos’e’ la sala Baluard?
Semplicemente una SALA  PER IL CONSUMO igienico di sostanze stupefacenti!

Cosa sono le Sale per il consumo?

In base alle esperienze europee, la sala igienica del consumo è un luogo circoscritto (tipo ambulatorio medico, ma non solo), sotto la giurisdizione e controllo del Servizio Sanitario Nazionale, gestito da medici, operatori sociali e volontari, in cui è consentito l’accesso, in accordo con la Magistratura e le Forze dell’Ordine, di consumatori e tossico-dipendenti, di cui verrà creata una cartella clinica.
Le persone arrivano già munite di sostanza stupefacente, con lo scopo di permettere loro l’uso in un ambiente clinicamente tutelato, sufficiente ad ostacolare il contagio delle malattie infettive (HIV-HBV-HCV) e garantire il pronto intervento medico in caso di overdose o altra necessità. In sostanza è un servizio socio-sanitario, dove si cercano di risolvere problemi socio-sanitari, dove non si promuove l’uso della droga ma si tutela la salute; si va incontro a chi continua a “farsi” e a chi cerca di uscirne, a chi cerca di rimanere in vita. Non si immagina nemmeno quanto sia importante avere una sedia ed un piano puliti su cui potersi appoggiare, piuttosto che farlo per terra in strada, riacquistando dignità! Agganciare un tossico-dipendente a questo tipo di servizio è un vantaggio per la persona e per tutta la società. Ci incamminiamo verso le mura dove si trova appunto la Sala…all’ingresso leggiamo un cartello
Le stanze igieniche del consumo sono una soluzione!” 
All’ingresso ci chiedono un numero per fare la coda…fatichiamo un po’ con il nostro spagnolo rudimentale per spiegare da dove veniamo, chi siamo e che vogliamo conoscere questa struttura, le persone che ci lavorano e la loro esperienza… Abbiamo subito incontrato ESTHER HENAR PEREZ una delle fondatrici  de L’Associació Benestar Desenvolupament (ABD) che dagli anni ’80 lavora nell’ambito delle dipendenze e l’aids.
Ci racconta che nel 2001 l’ONG spagnola ABD trasforma la sua unità di strada in un luogo fisso, dove è possibile l’ auto somministrazione controllata dell’eroina. Si tratta di uno spazio illegale, non riconosciuto giuridicamente o istituzionalmente ma che servira’ come punto di partenza per un percorso che portera’; all’apertura, in tutta la Spagna, di questi importanti luoghi.
Dal 2004 infatti la Sala e’ stabile e riconosciuta, da soli pochi mesi è sita all’interno della nuova struttura che abbiamo potuto visitare! Il nostro incontro sara’ lungo e’ pieno di dettagli ma alcuni dati importanti balzano subito agli occhi con estrema evidenza…

Esther, coordinatrice della struttura, ci tiene subito a sottolineare il riconoscimento che la struttura ha avuto dagli abitanti del Raval (quartiere popolare del centro storico adiacente la Sala).
Nel quartiere infatti non esiste più l’uso di sostanze per strada, sulle panchine, negli androni o nelle piazzette. Tutto si svolge all’interno della Sala Baluard, aperta 24h al giorno.
Al suo interno vi lavorano infatti 3 equipe con turni di 8 ore a copertura dell’intero orario della giornata, per un totale di 50 persone operanti.
Medici, infermieri, educatori, operatori. Tutti hanno la capacità di intervenire in situazioni di emergenza.
Le utenze della sala si aggirano intorno alle 400 persone giornaliere.
Il 60% di questi sono stranieri. E’ curioso vedere i dati della ripartizione di questa percentuale: una parte è proveniente dal Magreb, una dall’Est Europa mentre un’altra parte consistente sono giovani italiani.
Altro dato rilevante e’ che non  serve alcun documento per accedere alla sala!
Un’alta percentuale delle persone che iniziano il rapporto con la struttura decidono di intraprendere la strada della somministrazione del metadone.
A Barcellona ci sono quattro diverse sale del consumo e una unità di strada.
Altre sale sono dislocate a Madrid, Valencia e Bilbao. Dopo la discussione, Esther ci ha guidato in una visita itinerante delle sale. Percepiamo subito un importantissimo elemento “non detto”: qualcosa che non puo’ stare all’interno di una tabella o di una statistica: percepiamo cioe’ la DIMENSIONE UMANA che si crea con le persone accolte all’interno della sala; Esther conosce per nome quasi tutti i ragazzi che sono a cercare conforto dopo una notte passata a dormire sui marciapiedi ed essi vengono trattati come persone a cui viene restituita la dignita’: passaggio di relazione fondamentale per liberarsi da una dipendenza… i ringraziamenti per come sono accolti sono ripetuti continuamente.
Visitando tutta la struttura ci appare chiaro tutto quello che Esther ci aveva detto fino a quel momento sui risultati ottenuti:
I morti per overdose sono drasticamente diminuiti perché in questi luoghi, al contrario di quanto avviene per strada, ci sono medici specializzati per un pronto intervento; il contagio diminuisce grazie ad una situazione di maggiore igiene; lo smaltimento delle siringhe e del materiale infetto è più efficace e non si disperde per la strada. Riconoscere l’esigenza di un tale luogo vuol dire restituire dignita’ a queste persone.
In Italia se ne e’ parlato, poco,  nel resto d’Europa (Barcellona, Madrid, Francoforte sul Meno, Amburgo, Zurigo, Basilea, Ginevra, Rotterdam e tante altre) si sperimentano da più di quindici anni.

Termina la visita, è tempo di andare! Nella seconda parte della mattinata l’affluenza alla sala aumenta e il loro delicato lavoro riprende piu’ febbrile. Salutiamo Esther con un arrivederci a presto nella nostra città, Genova, perche’ divulgare e far conoscere il loro lavoro e’ vitale e importante per il nostro paese.
Usciamo cosi’ dalla Sala Baluard caricati dalla forza di una straordinaria esperienza dalle mille suggestioni e dalle enormi similitudini esistenti tra Genova e Barcellona: il centro storico diviso dalle ramblas cosi come il nostro è diviso da via San Lorenzo; Plaza Catalunya che divide la Barcellona medievale da quella moderna cosi’ come la nostra Piazza de Ferrari divide il centro storico da quello moderno; una citta’ a ridosso sul mare che sa inerpicarsi pero’ sulle alture del Tibidabo e del Montjuic…

Ci incamminiamo verso la statua di Cristoforo Colombo che indica, con l’indice rivolto al mare, nuove vie e nuovi orizzonti da praticare, e ci ripetiamo che si, una sala del consumo anche a Genova …SI PUO’ FARE! Si deve fare!

* Domenico Chionetti, Comunita’ San Benedetto al porto