Da avvocato toscano dico basta alle polemiche sul vaccino
Dopo quasi tre mesi dal momento in cui la Regione Toscana ha aperto la vaccinazione al “comparto giustizia” non si placano le polemiche.
Polemiche sterili e infondate.
Se qualcuno – pur “vaccinista” convinto – ha legittimamente deciso di non vaccinarsi per motivi di coscienza altri – come chi scrive – hanno, al contrario, deciso di vaccinarsi per ragioni etiche e di solidarietà.
Ma in molti se la sono presa con gli “avvocati toscani”, prevalentemente sui social, con termini inaccettabili.
Ritengo francamente sgradevole che si punti il dito, con un approccio tipicamente “complottista”, contro la “casta” degli avvocati, categoria che avrebbe “fatto lobby”e passando attraverso non meglio precisate entrature politiche e massoniche avrebbe comprato dei diritti, scavalcando le persone fragili e gli anziani.
È una bufala.
La Regione Toscana ha fatto una legittima scelta politica in un momento in cui – lo ricordano tutti – il vaccino AstraZeneca non poteva essere somministrato né alle persone “fragili”, né a chi aveva un’età maggiore di 55 anni.
In particolare era un momento in cui le Regioni non riuscivano a smaltire le dosi di AstraZeneca, proprio per i limiti nella somministrazione indicati dalle autorità sanitarie (https://www.ilpost.it/2021/02/26/vaccino-astrazeneca-regioni/).
In quel contesto non c’era tempo da perdere e si doveva decidere a chi destinare migliaia di dosi: si doveva vaccinare il maggior numero possibile di persone per arginare la pandemia, con il grave limite di non poter vaccinare chi ne aveva più bisogno.
Occorreva una valutazione, una scelta politica, nell’individuazione delle categorie professionali che avrebbero potuto essere vaccinate.
La scelta della Regione Toscana si è rivolta ai “giovani” (sotto i 55 anni) del “comparto giustizia” (che comprende anche i cancellieri e i magistrati). Nessun avvocato, in quanto tale, fu vaccinato in quel periodo con il vaccino Pfizer, “saltando la fila”: nessun avvocato – in quanto tale – fu vaccinato se non aveva i requisiti per accedere ad AstraZeneca e gli over 55 rimasero senza copertura vaccinale ancora per lungo tempo.
Certo, la scelta avrebbe potuto essere orientata ad altri “comparti”, come ad esempio quello dei supermercati, bar ed altri esercizi commerciali, ma la Regione ha preferito garantire ai cittadini il funzionamento dei Tribunali, proteggendo parte delle persone che vi lavoravano.
Una scelta politica che a me parve fin da subito legittima se non anche condivisibile.
Non appena il vaccino AstraZeneca divenne somministrabile agli anziani e ai più vulnerabili, la scelta fu revocata per privilegiare chi era maggiormente esposto a rischi del virus.
Leggo continuamente che gli avvocati non avrebbero avuto il “diritto” di vaccinarsi prima di altre categorie perché i processi si sarebbero fatti a distanza, tramite Zoom.
Anche questo è falso: gran parte degli incombenti devono – e dovevano – essere fatti in presenza delle parti, nelle cancellerie e in udienza, davanti ai giudici e ai magistrati.
Tanto che molti colleghi e molti magistrati e cancellieri hanno contratto il virus “sul campo”.
D’altra parte non è immaginabile un processo senza avvocati, o meglio, senza difesa, fatto dai soli magistrati. Ed allora, se si decide di vaccinare il comparto giudiziario, devono essere vaccinati anche gli avvocati, proprio perché rappresentano l’irrinunciabile diritto di difesa.
Si dice poi che vaccinarsi è un diritto.
Ma non era un dovere?
Per i medici e i sanitari è un dovere affiancato addirittura da una sanzione.
La giurisprudenza costituzionale in materia insegna che la vaccinazione è da inserirsi fra i doveri di solidarietà di rango costituzionale (art. 2 Cost.) ed è il rovescio della medaglia del diritto alla salute (art. 32 Cost.). Semplificando: il mio diritto di “non” vaccinarmi finisce dove inizia il diritto degli altri, delle categorie fragili, a non ammalarsi. Da qui la legittimità costituzionale di eventuali obblighi, anche sanzionati, di sottoporsi (o sottoporre i propri figli) al vaccino.
Insomma, una volta che vengo chiamato a vaccinarmi ritengo di non avere molta scelta, per ragioni umane prima che giuridiche, per limitare la diffusione della malattia, nell’interesse dell’intera comunità.
Ed allora, dati e fatti alla mano, siamo proprio sicuri che gli avvocati, i magistrati e i cancellieri giovani e toscani siano una casta, una categoria egoista e spregevole? O, come molti altri, sono stati semplicemente chiamati a rispettare quel contratto sociale chiamato solidarietà?
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