Angelo Vescovi risponde ad un lettore: etico l’utilizzo di staminali derivate da aborti

Lettera. In riferimento all’articolo comparso sul numero 14 del 14 settembre 2007 del notiziario Cellule Staminali : “Italia. Angelo Vescovi: necessari 200mila euro per sperimentazioni su staminali“, gradirei una precisazione.
Nell’articolo (che non riporta l’autore) si fa riferimento alla imminente e tanto attesa sperimentazione con cellule staminali adulte: immagino che si parli di cellule umane, visto che la sperimentazione e’ rivolta a pazienti che soffrono di malattie neurodegenerative. Tuttavia ad oggi non esistono, che io sappia, linee cellulari staminali neurali adulte umane disponibili per questo scopo, ne’ a Terni ne’ altrove.
Quindi, a meno che non si stia parlando di utilizzare cellule adulte derivate da topi (ma a questo punto immagino creeremmo altre “mostruosità”), presumo si faccia riferimento alle linee cellulari umane derivate da tessuto nervoso di feti abortiti (per interruzioni di gravidanza terapeutiche o volontarie) quindi certamente non definibili “adulte” e, soprattutto, ottenute dalla distruzione di un feto.
Sarebbe importante che queste differenze fossero meglio chiarite, sia per una questione di conoscenza ma soprattutto per rispetto verso le persone che magari contribuiranno alla raccolta fondi senza sapere esattamente cosa stanno finanziando.
Mi domando infatti come coloro che si scandalizzano per la possibilita’ di utilizzare cellule ES umane, per avere le quali lo sviluppo dell’embrione viene bloccato allo stadio di poche cellule (sia che si parla di embrioni esistenti -che non hanno alcuna possibilita’ di svilupparsi, sia che si parli di chimere- che non darebbero in ogni caso origine a nessun mostro visto che parliamo appunto di poche cellule in una piastra per colture cellulari), possano invece accettare l’utilizzo di cellule derivate da un feto gia’ formato e poi distrutto, soprattutto se sono convinti che “La vita e’ sacra sin dal suo concepimento e deve essere tutelata in ogni momento, non manipolata e ne’ tanto meno distrutta” (on. Bianconi).

Distinti saluti
Angela G.

Questa la risposta fattaci pervenire gentilmente da Angelo Vescovi, condirettore dell’Istituto di ricerca sulle Staminali del San Raffaele di Milano

Ringrazio l’ADUC per la richiesta e la possibilità che mi date di fornire un chiarimento importante anche se, a mio parere, pleonastico.
In tutti i miei interventi ho sempre specificato che, nella banca Staminali Cerebrali di Terni, le cellule da pochi FETI MORTI SPONTANEAMENTE verranno utilizzate per curare migliaia di pazienti.
Si tratta quindi di cellule staminali cerebrali fetali umane ma da ABORTO SPONTANEO. Veri e propri sfortunati esseri umani morti per cause naturali e che donano i loro organi, in questo caso il tessuto nervoso immaturo, ai pazienti. Non conosco il contenuto dell’articolo pubblicato sul notiziario ADUC ma si tratta probabilmente di una imprecisione.**
Purtroppo si tende a raggruppare l’insieme delle staminali come embrionali o, alternativamente, adulte, quando nel secondo caso, come spiego sempre in tutti i miei interventi, si dovrebbe parlare di staminali somatiche sia adulte che fetali.
A prescindere da queste sottigliezze, mi ripeto: si tratta di cellule da feti morti per cause naturali. Il problema etico non si pone anzi, la morte di un singolo e sfortunato essere umano per cause naturali ed in età fetale, diventa fonte di speranza per innumerevoli malati.
Faccio presente comunque che il problema etico non si porrebbe anche nel caso di utilizzo di materiale da aborto procurato. La decisione di procurare l’aborto viene presa a priori ed a prescindere da quello che accadra’ agli organi del feto, il quale viene espiantato, morendo all’istante e ben prima che l’estrazione sia completa. A questo punto il materiale biologico viene normalmente incenerito o comunque distrutto.
Siamo ancora una volta in presenza di un tessuto che proviene da un cadavere. Questo può essere incenerito (come avviene) o utilizzato per cercare una cura per molte malattie. Alla società la scelta. Molti comitati etici di vario orientamento, forse tutti ma non ne ho contezza, autorizzano l’uso di questo materiale come altamente etico. Sia ben chiaro, questo si riferisce all’uso del materiale e non all’atto dell’ borto da cui il tessuto deriva.
Deve infatti esser chiaro che l’eventuale utilizzo ai fini terapeutici di questo materiale fetale da aborto procurato non puo’ venire considerato come incentivo alcuno ad abortire o come une evento che vada in alcun modo a nobilitare la distruzione di quella che è una vita umana a tutti gli effetti.

Angelo Vescovi
Università degli Studi Milano Bicocca
Direttore Centro Cellule Staminali, Terni.

Note:
* L’articolo e’ stato tratto da lanci di agenzia che parlavano soltanto di “staminali adulte”. A seguito della lettera di Vescovi abbiamo provveduto a correggere la notizia in questione, sostituendo “staminali adulte” con le parole “staminali fetali”