Alloggi studenti. Non sentire sirene ma ‘vedere cammello’
Si estende la mobilitazione degli studenti universitari che evidenziano il caro affitti nelle città in cui seguono le lezioni. Non è una novità, ma nel vortice della corsa ai rincari generalizzati del dopo covid, colpiscono i livelli che sono stati raggiunti in alcune città, con anche 7-800 euro per una stanza.
E’ interessante notare come, a ruota (dov’erano prima?) vari Sindaci e parlamentari stanno dando ragione agli studenti e promettono ferro e fuoco. Le parole che ricorrono più spesso sono “social housing”, una allocuzione di moda che viene tirata fuori da questo o quell’altro politico ogni volta che si manifesta in modo più cruento la crisi degli alloggi. Se tutte le volte che questa allocuzione è stata tirata fuori avesse corrisposto ad almeno la creazione di un alloggio, oggi saremmo in overdose. Ma non è così.
Ci si lamenta che gli studenti scappano o sono poco presenti nella vita universitaria, ma nel contempo si continua a parlarsi addosso sugli alloggi e, più in generale, sui servizi connessi alla vita universitaria.
I Sindaci, soprattutto, sembrano più interessati a creare alberghi di lusso, a facilitare la trasformazione delle abitazioni private in pseudo-alberghi piuttosto che a creare un tessuto -, edilizio in questo caso – che dia senso alle città, oggi quasi tutte indirizzate verso una sorta di parco turistico usa e getta oppure per turisti facoltosi.
I politici, soprattutto i Sindaci, sono specializzati in canti delle sirene dove, mentre ugulano firmano progetti e incentivi urbanistici per la trasformazione delle loro città come già oggi sono, per esempio, Firenze e Venezia.
In una situazione del genere contano solo i fatti specifici per il settore e non quelli generici sul mercato immobiliare: college, case di proprietà pubblica e incentivi fiscali per chi affitta a studenti. E con urgenza. “Vedere cammello”. Il resto è solo propaganda, così come sono propaganda i presunti provvedimenti per impedire al mercato immobiliare di continuare ad esser tale, cioè libero.
Altrimenti, vorrà dire che a politici ed amministratori non gliene frega nulla degli studenti.
Qui il video sul canale YouTube di Aduc
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