Aleppo. Morire di sete e’ meglio che essere uccisi da un bombardamento?

 Il quotidiano Libération ha deciso di dare regolarmente la parola agli abitanti della citta’ siriana di Aleppo. Essi raccontano la loro vita quotidiana in un Paese impantanato in una guerra senza fine. Oggi e’ la volta di Oum Ayham, madre di una famiglia di quattro bambini nel quartere Tariq al-Bab, ad est di Aleppo.
Ieri, quando ho appreso che la principale stazione di pompaggio dell’acqua e’ stata colpita dai bombardamenti, sono stata presa dall’angoscia. E mi sono messa a fare i conti delle nostre riserve. Tre bacinelle e due secchi di plastica nella cucina possono servire per quattro o cinque giorni. Ho ridotto ancora la quantita’ di acqua per lavare i piatti. La cosa piu’ importante e’ di averne il piu’ a lungo possibile per bere, per fare del te’ e per far cuocere il riso e le lenticchie.
Nel bagno ci sono due bacinelle piene, proprio il giusto per sei persone che si devono lavare. Bisogna che sorvegli i bambini perche’ non ne abusino. Ho gia’ messo una brocca piu’ piccola nella bacinella per limitare l’acqua che viene utilizzata. Ho ancora sei secchi pieni in bagno. Nessun problema per lavarsi sopra e sotto durante una settimana, almeno. Evito anche per il momento di far riscaldare l’acqua per la pulizia: quando e’ fredda, se ne usa forzatamente di meno. Preferisco non immaginare cio che faremo quando tutta la nostra acqua sara’ finita… Morire di sete e’ meglio che essere uccisi da un bombardamento?

(quotidiano Libération del 03/10/2016)