Accesso agevolato al lavoro per i genitori con figli disabili
Una iniziativa della Garante Infanzia della Regione Abruzzo
Un ulteriore esempio delle opportunità che si offrono ai Garanti regionali per l’Infanzia e l’Adolescenza è fornito dall’avv. Maria Concetta Falivene, garante per l’Abruzzo, alla quale già si deve la proposta di istituire un Ispettorato sulle attività dei Servizi Sociali.
Questa volta è il caso di una proposta di legge, già avanzata all’interno del Consiglio Regionale, che, una volta approvata, in forza dell’art. 121 della Costituzione andrà all’attenzione del Parlamento nazionale, con la quale si intendono agevolare le assunzioni dei familiari di soggetti diversamente abili. E’ l’avvocato stesso a illustrarne origine e finalità:
“L’iniziativa legislativa prende spunto da quanto previsto dal secondo comma dell’articolo 3 della Costituzione che ribadisce i principi di uguaglianza e il compito della Repubblica di rimuovere gli ostacoli sociali che ‘limitando la libertà impediscono lo sviluppo della persona umana’. Spesso purtroppo i genitori che hanno figli diversamente abili vivono la situazione da soli, in silenzio, con dignità. Secondo i dati nazionali in Italia ci sono più di 350.000 minori che vivono con una disabilità e noi abbiamo il dovere di consentire un ingresso agevolato nel mercato del lavoro ai genitori di tali minori per tutelare la loro stessa dignità di persone. Parliamo di un problema sociale ed economico enorme, al quale spesso si associano risvolti psicologici perché spesso i genitori sono affiancati alla patologia del figlio disabile e quindi sono portati all’isolamento. La nostra proposta di legge volge lo sguardo a tale debolezza e ripristina il principio di uguaglianza in ambito sociale. In particolare miriamo a un intervento legislativo sul mercato del lavoro e nella normativa in vigore che possa aiutare le madri di figli disabili ad accedere a professioni e settori con migliori retribuzioni e con condizioni vantaggiose che permettano di conciliare la vita lavorativa con la vita familiare. E’ proprio a tutela del diritto all’occupazione e alle pari opportunità che nasce l’esigenza di una modifica della legge sul diritto al lavoro dei disabili, la quale permetterebbe ai genitori, e in particolare alle madri di figli che versano in una condizione di handicap fisico e psicologico, di avere riservati dei posti di lavoro stabiliti, il cosiddetto collocamento mirato da cui deriva l’istituto delle assunzioni obbligatorie, a seconda del numero di dipendenti presenti nelle singole aziende, permettendo la valutazione adeguata non solo delle capacità lavorative del disabile, ma anche delle loro madri. In Abruzzo ci sono ben 7.103 minori diversamente abili, ossia 7.103 famiglie che vivono nella solitudine e vivono le difficoltà nel processo di ingresso nell’ambito lavorativo”.
Considerazioni interamente condivisibili, fatte proprie da altri esponenti del consiglio, come il presidente e la vicepresidente, firmataria del progetto, nonché dalle stesse aziende interessate al mercato del lavoro, che hanno aggiunto il proprio punto di vista:
“Le aziende hanno bisogno di strumenti, di essere sostenute nel fronteggiare il trauma della disabilità che si abbatte su una famiglia, perché la disabilità non colpisce solo il singolo, ma tutto il nucleo, la prima reazione è il rifiuto, dunque la persona è abbattuta e non reagisce e continua a sperare che tutto torni alla normalità; poi c’è la rabbia; poi arrivano le due reazioni positive, ovvero l’accettazione del trauma e la partecipazione ed entrambe vedono protagoniste le donne, le madri, che decidono di partecipare socialmente e di lottare affinché la disabilità non venga vissuta come tale. Ritengo che la legge odierna debba essere solo l’inizio del percorso”.
Un riconoscimento quanto mai opportuno, visto che attualmente nei colloqui per le assunzioni la presenza di disabilità nelle famiglie costituisce per il candidato – soprattutto se donna in percentuali decisamente elevate – un motivo di forte penalizzazione. Occorre sperare che il Parlamento, benché alla fine della legislatura, voglia trovare nella propria agenda lo spazio per discutere la proposta.
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