Tossicodipendenza. La riduzione del danno nelle campagne francesi
Si e’ installato la’, sul prato dell’ex-collegio, alla periferia di Chatillon-sur-Loire (Loiret), 3.000 anime. Fuori degli sguardi indiscreti. Non ha nessuna insegna: solo chi lo cerca lo puo’ trovare. Il camper bianco dell’associazione di aiuto ai consumatori di droghe, “Espace”, con base a Montargis, ha gia’ percorso migliaia di chilometri attraverso i villaggi della regione. A bordo, un infermiere e, in base ai giorni, un medico o uno psicologo. Un materasso per le consultazioni, una toilette per i controlli, materiale per iniezioni gratuito: questo camper, che ha preso il via a settembre del 2012, serve per rispondere ai bisogni dei tossicodipendenti che vivono in ambito rurale.
E’ anche questa una delle iniziative previste dal “piano di governo di lotta contro la droga e i comportamenti che provocano dipendenza” presentato ieri 19 settembre.
Laurent (tutti i nomi che seguono sono di fantasia), 28 anni, e’ uno dei consumatori isolati. Consumatore di eroina e di Skénan, un farmaco che contiene solfati di morfina, approfitta del passaggio del camper per due volte ogni mese. Questo ex-senzafissadimora diventato meccanico va a cercare “del materiale pulito e dei consigli” sul consumo. “Questo mi evita di riutilizzare le mie siringhe”, dice. In precedenza, Laurent andava ogni tanto in farmacia a cercare dei kit sterili per farsi le iniezioni. Ma occorreva pagare, almeno 1 euro. Altrimenti, percorreva 50 Km per raggiungere il centro d’accoglienza e di accompagnamento per la riduzione del danno (Caarud) di Montargis. Ma questo apriva solo di giorno e durante le ore di lavoro.
150 consumatori
Questo difficolta’ sono normali nella quotidianita’ dei tossicodipendenti delle zone ai margini di quelle urbane o rurali, dove queste dipendenze sono in aumento da diversi anni. Nella regione del Loiret, le sostanze disponibili sono le stesse che altrove: eroina, cocaina, farmaci usati in modo difforme dalle prescrizioni, droghe di sintesi, cannabis, e oggi crack -secondo il procuratore della Repubblica di Montargis, Florent Boura.
Ma le strutture specializzate, concentrate nelle grandi citta’, sono rare in campagna. Per queste persone, “l’accesso alle informazioni, alla riduzione dei danni e alle cure, rappresenta il maggiore problema”, ha sottolineato a luglio l’Observatoire français des drogues et des toxicomanies.
Una volta che il giro e’ completato, il camper rientra al Caarud di Montargis, che ha sede in una strada tranquilla del centro della citta’ fin dal 1998. Circa 150 consumatori possono trovare in modo anonimo e gratuito un consiglio e del materiale pulito: siringhe, kit per le iniezioni e per lo sniffamento, salviette antibatteriche, etc.. Tra i suoi muri arancioni -colore scelto dai suoi ex-frequentatori- nessuno ha intenzione di smettere di consumare.
“Questo non accadrebbe mai a Parigi”
Malgrado la presenza della struttura da molto tempo, i pregiudizi sono sempre presenti in questa piccola citta’ di 15.000 abitanti. A luglio, Jo, 44 anni di cui venti di dipendenza agli oppiacei, si e’ vista rifiutare da una farmacia il metadone, il suo trattamento sostitutivo dell’eroina. “Alcune farmacie non vogliono servirci. Questo non accadrebbe mai a Parigi”, lamenta questa piccola ed energica brunetta, che fa il vigile urbano.
Qui e’ tutto da fare. Prima di tutto la fiducia nei consumatori, spesso marginalizzati. “All’inizio, si ha paura di essere arrestati all’uscita”, dice Drago, sulla trentina, “cascato negli oppiacei” da due anni. Mickael, eroinomane di 39 anni, dice che circa un terzo dei consumatori osa aprire la porta del Caarud o del camper: “farlo significa ammettere di essere tossicodipendente, e questo non e’ semplice”. Significa anche assumersi l’onere di essere subito identificati come tali in una piccola comunita’.
Difficile anche convincere gli abitanti e i loro rappresentanti sull’importanza del progetto: l’installazione di “totem”, distributori di siringhe pulite, a Montargis aveva gia’ suscitato a suo tempo dei disappunti. Oggi, diverse Sindaci di piccoli comuni vicini bloccano l’installazione di distributori di siringhe nel territorio di loro competenza.
Soprattutto l’accesso alle cure e’ difficile per coloro che hanno meno mobilita’. Per sfiducia, mancanza di tempo in questo deserto sanitario o per deficit di formazione, alcuni medici generalisti si rifiutato di seguire i tossicodipendenti. Altri accettano ma fanno degli errori, soprattutto prescrivendo in primis il metadone, che puo’ essere fatto solo in un centro di cure specializzate o in ospedale. Pascale Champault, medico di Chatillon-sur-Loire, reindirizza sistematicamente i tossicodipendenti per il servizio dipendenze dell’ospedale di Gien, al sud del dipartimento, dopo aver riscontrato alcune preoccupazioni in alcuni consumatori. “Essi non venivano agli appuntamenti, e poi reclamavano una ricetta urgente per trattamenti sostitutivi”.
Una copertura parziale
I rapporti tra consumatori e farmacisti non sono piu’ semplici. I primi criticano alcune farmacie che rifiutano di dar loro kit sterili e metadone. I secondi possono trovarsi spiazzati di fronte ad alcune richieste dei consumatori di droghe, “che reclamano talvolta delle sostanze senza una valida ricetta”, dice Anne Mirand, che gestisce una farmacia di Chatillon-Coligny, piccolo borgo a sud di Montargis.
In questo contesto, il camper agevola le buone intenzioni. E i responsabili di Espace sono consapevoli di non poter coprire tutto il territorio e neanche tutte le necessita’, essenzialmente quelle di informazioni. “Occorre che si incontrino i consumatori per spiegargli gli errori che non devono commettere, mescolare le sostanze, comportamenti a rischio”, dice Mickael che, lui stesso, ha “beneficiato di questo sostegno”. Ma intanto, confida Jo, la droga attualmente in circolazione non e’ mai stata di cosi’ cattiva qualita’.
(articolo di Claire Colnet, pubblicato sul quotidiano Le Monde del 20/09/2013)